A mio parere tutte le materie plastiche (celluloide inclusa) contengono una parte minima di solventi che col tempo evaporano provocando una contrazione del materiale più solido (ad esempio, il problema analogo é quello delle verette e degli anellini di guarnizione dei cappucci che "lascheggiano"); personalmente, ma solo su pezzi non pregiati, io uso il phon per i capelli....
Condivido ciò che scrivi, ed è noto che la celluloide trasparente è particolarmente soggetta a cristallizzare e vetrificare. E' pertanto abbastanza delicato smontare i puntali delle vecchie penne a stantuffo, che di regola lo hanno avvitato proprio su questo tipo materiale, che talvolta, come giustamente osservi, si è anche impercettibilmente contratto. Una delle sorprese più vigliacche me la fece una Montblanc, fortunatamente non di grandissimo pregio: il puntale si allentò senza difficoltà, lasciandosi svitare senza problemi. Alle ultime spire della filettatura si indurì un poco; non gli diedi importanza, pensando ad un pò di residui e.... tack! una bella crepa sulla celluloide.
Da allora, Imparata la lezione, se è necessario smontare il puntale per accedere al caricamento, prima di svitarlo, gli dò una scaldata col phon, che da il doppio vantaggio di ammorbidire gli eventuali sigillanti bituminosi frequentemente usati ed al temo stesso rendere un pò più plastica e meno vetrosa la celluloide. Occorre sviluppare un pò di sensibilità in merito a quanto scaldare, ma nel tenere conto che col calore la celluloide può deformersi, va anche detto che per correre tale rischio occorre insistere veramente tanto (naturalmente parliamo di phon da capelli, non di pistole termiche per sverniciare...)