Ho visto ieri sera la prima puntata, la faccenda mi affascinava perché Adriano Olivetti è stato tra coloro che hanno "fatto" l'Italia del dopoguerra, ed è un peccato che della sua eredità industriale e sociale sia rimasto così poco.
Ma nella fiction mi hanno anche colpito varie incongruenze. In una sequenza ambientata nel '43 Olivetti è mancino, oltre a utilizzare una stilografica troppo moderna per quell'anno. In un'altra sequenza invece scrive con la destra.
Il progetto della Lettera 22 viene accreditata ad un giovane talento, un operaio, scovato in un'azienda concorrente, ma tutti sanno che il design fu di Marcello Nizzoli, che non è neppure citato.
Altre cose non tornano: la Cia tenne effettivamente d'occhio Olivetti, ma non certo per la Lettera 22 né per il suo progetto di Comunità, quanto perché con Elea era entrato nel campo dei calcolatori elettronici, considerato dagli americani monopolio Ibm oltreché sensibile per le ricadute militari. Ma questo avvenne nel '59, a meno di un anno dalla morte. Infine è inverosimile che Olivetti, durante la guerra, salvi una ufficiale americana (Stefania Rocca) pilota di aereo, che poi verrà incaricata dalla Cia di spiarlo. Solo nel dopoguerra gli Usa hanno avuto donne in prima linea e al comando di aerei militari, mentre la Cia, e tanto meno in quegli anni, non aveva alle dipendenze ufficiali militari.
Detto tutto questo mi resta la curiosità: qual è lo stabilimento Aurora, quello della vecchia o della nuova Olivetti? Immagino la seconda....