Ill.mo Prof.Pirulazio, conoscendo la sua sagacia, la sua ironia e apprezzando quella sua caratteristica del “perculeggio”, da me apprezzata e condivisa, mi rimane strano che nella sua domanda abbia specificato pennarello (per me penna a feltro) e non roller.
Conoscendo anche il suo patriottismo, credo che alla radice della sua domanda ci fosse anche una curiosità specifica legata al mercato italiano e non tanto quello straniero.
Detto ciò (e se ho ben interpretato), da bravo scolaretto ho fatto quella che a scuola anticamente si chiamava ricerca e che di solito di faceva sulle enciclopedie tipo CONOSCERE, UTET etc.etc. e che ci faceva passare pomeriggi interi a studiare la mitica battaglia di Barletta fatta da tale Ettore Fiera Mosca (ma chi kzzè?)
In questo caso chiaramente la fonte bibliotecaria è assai diversa, ma cmq, procedo con qualche flash che se poi attirerà la sua curiosità, sarà mia premura fornirle tutto il materiale che richiede.
Quindi….. dopo questa spappardella perculeggiante:
La prima esperienza di penne a feltro a Settimo T.se risale agli anni 1956/57 ad opera di Luigi Barosso (chimico della Farmitalia) e i F.lli Mori titolari di un vecchio magazzino di cancelleria, La Vecchia Baili a Torino.
I Tre si posero il problema di realizzare uno strumento per la scrittura che fosse costituito da una punta in feltro compresso e da un tampone in grado di trattenere l’inchiostro e di lasciarlo fluire secondo l’ormai noto principio della capillarità.
(Tali informazioni derivano dal libro SETTIMO TORINESE - UNA CITTA’ IN PUNTA DI PENNE - di Silvio Bertotto - Edizione a cura dell’Ass. Amici della musica del 1991)
Qualora voglia continuare la storia, dovrà chiedermi per cortesia di farlo, oppure di inviarle copia del materiale dopo opportuna genuflessione