L'amico Pirulazio mi ha preceduto di qualche minuto, ma visto che ormai avevo scritto, pubblico la mia elencazione che è un pò meno sintetica.The King è un marchio italiano che fa capo All'azienda torinese S.A.F.I.S. La matita è databile agli anni '50 e faceva coppia con una stilografica di foggia analoga. Columbus è uno dei marchi italiani più antichi ed apprezzati che produsse penne di ottimo livello sino dai primi anni '20. la penna mostrata penso che sia databile intorno agli ani '40.
La terza penna potrebbe essere effettivamente una "Marca Estense", azienda modenese che commissionava ile sue penne, generalmente di media qualità, a produttori dell'area di Settimo Torinese, dove hanno operato moltissime realtà produttive di dimensioni prevalentemente piccole.
Montegrappa è una delle più antiche aziende italiane produttrici di penne di qualità variabile; nella seconda fase produttiva si dedicò essenzialmente alla produzione di penne economiche e per un target studentesco. Quella mostrata potrebbe essere degli anni 40/50.
Il portamine dorato (di questo sicuramente si tratta) è - come quasi sempre - difficilmente identificabile: Poco si sa sui produttori, che generalmente le fornivano ai diversi laboratori che si occupavano di realizzare il rivestimento laminato oro delle stilografiche essenzialmente del modello rientrante (safety). Queste matite venivano quindi dotate di un rivestimento uguale a quello della stilografica e vendute in parure con le predette; nella maggior parte dei casi non recavano alcun marchio se non quello dell'oro della laminatura (18KR). Quella mostrata denota una realizzazione piuttosto curata e ricercata: accompagnava sicuramente una stilografica di ottima fattura.
Sulla penna francese non posso dire molto; purtroppo le stilografiche transalpine sono snobbate dal collezionismo nonostante ce ne siano anche di belle e valide. Conseguentemente in pochissimi si sono preoccupati di indagare sulla storia di questi marchi, tanto più quelli minori. Qualcosa si può dedurre dalla sua estetica, analoga come quella di moltissime penne di fabbricazione europea, a quella dell'americana Waterman 52; da ciò e dal materiale utilizzato (ebanite bicolore) si può ipotizzare che risalga agli anni '30.
La OMAS Studio è un prodotto destinato, come dice il suo nome, agli studenti, quindi di una fascia di prezzo abbastanza economica e databile agli anni 60/70. OMAS è stato uno dei marchi italiani più prestigiosi: una fama guadagnata dalla casa bolognese negli anni 30/40, principalmente con i modelli Lucens ed Extra Lucens. La crisi generalizzata della penna stilografica degli anni '60 causata dell'affermarsi della penna biro e soprattutto una produzione con pesanti problemi qualitativi che facevano riscontro ad un prezzo mediamente elevato, hanno segnato il destino della fabbrica bolognese che dopo alcuni passaggi di proprietà che non hanno però saputo imprimere una svolta alla produzione, si è arrivati al recente definitivo fallimento.
Tre penne Radius (6, 7 e8): Anche il marchio Radius, come quello The King, fa capo alla S.A.F.I.S.; L'età è decrescente rispetto all'elencazione: la n. 8, in celluloide anellata, è sicuramente la più vecchia, probabilmente databile agli anni 40/50: sembrerebbe dotata di un pennino in acciaio verosimilmente non originale; probabilmente leggermente più recente la n. 7, mentre la n. 6 è più moderna, verosimilmente degli anni 60/70; lo dimostra il fatto che per la realizzazione è stata abbandonata la celluloide utilizzando le nuove resine termoplastiche. Sono, come molti prodotti Radius, penne di buon livello ma non lussuose come i modelli di maggior prestigio.
Le penne al n. 9 hanno, come quelli di quasi tutte le penne del periodo anni '50 e successivi, i canoni estetici lanciati dalla Parker 51: cappuccio metallico, pennino di piccole dimensioni e "carenato", ovvero quasi interamente coperto dal puntale. Sembrerebbero entrambe delle DP2 (Diplomatic Patent Pen), marchio che merita alcune note specifiche: costruita a Napoli con obiettivi piuttosto ambiziosi è forse la prima penna a cartucce prodotta: sicuramente la prima e unica con cartucce ricaricabili intercambiabili. Le suddette infatti erano dotate di una piccola pompetta tipo contagocce che ne consentiva il riempimento. Era venduta in un elegante astuccio che mostro nella foto allegata. Era proposta in diversi colori e dotata di buone finiture. Non ebbe però fortuna e la sua produzione durò decisamente poco.
La penna incompleta al n. 10, per la scritta 301b potrebbe essere una Montegrappa, sorella e grossomodo coeva di quella al n. 2.
La Sheaffer al n. 11 dovrebbe essere una Craftsman inizio anni '50; penna economica che costava all'epoca 3,75$.
Difficile dire qualcosa sulla penna 12; probabilmente dagli anni 50/60 ha l'aspetto tipico delle penne da regalo per la Prima Comunione; potrebbe essere stata realizzata da uno dei produttori di settimo Torinese.
L'ultima penna è verosimilmente un "collage", visto che ERO e Penco erano due fabbriche distinte: molto probabilmente è stato sostituito il fermaglio. Penco, o meglio Pen-Co era un marchio che faceva capo ai Fratelli Rossi (Vicenza). Molto conosciuto è il modello 53: bella penna ma scopiazzata in modo plateale dalle Sheaffer americane, tanto che si favoleggia di una causa legale intrapresa casa americana. Ci sono dubbi però se la penna in questione sia stata prodotta dalla fabbrica vicentina o se sia invece una realizzazione d'oltre oceano. Magari qualcuno del forum ne sa di più.