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Considerazioni sui sistemi a diaframma

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Giuseppe Tubi:
Oggi mi sono ritrovato a dovere ripristinare due penne italiane con caricamento "a diaframma", ovvero una rivisitazione in chiave nostrana del "Vacumatic" della Parker.
le penne in questione sono una Tabo Trasparente ed una Saratoga Webber.
I due meccanismi si somigliano abbastanza, anche se personalmente mi piace di più quello della Tabo, più semplice da smontare e con il pregio di non avere bisogno di rimuovere il fondello; è premendo sul medesimo, che svitandolo si estrae dalla penna, che si agisce per caricarla. Il Tabo è essenzialmente d'alluminio, il Webber in ottone nikelato (mi pare). Molto simile, ma proprio tanto, è anche il sistema della Tibaldi Trasparente, anch'esso in alluminio od una sua lega con una spiccatissima vocazione alla ossidazione/corrosione: difficile trovarne di sani. Anche altri marchi hanno usato sistemi simili.
Le re-interpertazioni italiane hanno alcune raffinatezze sicuramente superiori al sistema Parker: del fondello Tabo ho già detto, ma anche il pulsante della Saratoga si estrae svitandolo per l'utilizzo e rientra avvitandolo per essere contenuto nel corto fondello. L'aggancio a baionetta del primo tipo di pulsante Vacumatic, rientrante, era sicuramente più spartano e delicato.
Il sistema stelle e strisce si prende però una grossa rivincita sulla funzionalità, dove si stacca nettamente dai nostrani.
Ho cercato di fare in fretta e furia una scarabocchio che rappresenta le sezioni dei sue sistemi: sopra il Parker e sotto una rappresentazione "ibrida" degli altri.
L'esclusività (verosimilmente brevettata) del Vacumatic è che il gommino nella posizione di riposo di ripiega su se stesso, come un dito di un guanto rivoltato, e la variazione di volume prodotta sta nel passaggio alla posizione distesa. Nella Vacumatic il gommino non è soggetto a sollecitazioni elastiche ma solo alla "deformazione".
Nei sistemi italiani invece il gommino a riposo e nella sua posizione naturale distesa ed il pulsante/pistone discendendo lo costringe a stirarsi, provocando così la variazione di volume che provoca al rilascio l'entrata dell'inchiostro. Il sistema Parker ha una maggiore efficienza, ma soprattutto a minori criticità, e spiego il perché:
Tutti questi meccanismi bloccano il gommino superiormente tramite la parte conica colorata in verde che lo stringe contro l'interno della penna. Nell'americana non occorre una grossa resistenza, perché come detto dianzi il gommino non ha sollecitazioni elastiche; nelle italiane il discorso è diverso: se la gomma non è ben "strizzata" contro la parete, quando lo stantuffo verrà stirata dal pulsante/stantuffo tenderà a scivolare via dalla sede conica. Da qui l'esigenza di serrare piuttosto forte il blocco di carica e l'insidia tutt'altro che teorica di fessurare il corpo per la dilatazione indotta dal conico, che nella fattispecie agisce come un cuneo.
Qualche anno addietro mi successe proprio con una bella Saratoga del modello grande e da allora uso grande attenzione e prudenza: è una penna delicata e per la quale nutro una spiccata antipatia; sotto quell'aspetto è decisamente più ben fatta la Tabo.

Giuseppe Tubi:
Poco dopo avere scritto la parte precedente mi è capitata tra le mani anche un'altra penna, con un'ulteriore variante, sempre in chiave "italiana" del meccanismo: Una The King relativamente recente, di quelle ogivali con un anello dorato a bordo cappuccio particolarmente alto. Di queste penne direi che esiste anche la versione con caricamento a pulsante di fondo, ma questa ha questa strana versione di diaframma che, se non ho interpretato io male le cose, è veramente la più stupida di tutte. Talmente stupida che chi ha partorito una tale assurdità andrebbe picchiato con un mazzuolo, anche sulla testa, tanto non c'è rischio si fare danni.
Eppure c'ho studiato e ristudiato, ma non sono riuscito ad interpretare in un modo sensato questo marchingegno, del quale allego un'ulteriore schema scarabocchiato.
Una prima scelta demenziale che appare evidente è quella della forma piatta della base del pulsante/stantuffo, che sottopone il povero gommino (C) ad uno stress del tutto gratuito sullo spigolo vivo di quest'ultimo, ma l'assurdità più grossa è insita nella forma della parte conica che supporta il suddetto gommino. E' infatti presente sulla sommità una parte stondata di cornice (B), che potrebbe garantire un buon ancoraggio del gommino se non fosse che passa talmente precisa dentro il corpo della penna da non permettere l'interposizione anche di un minimo spessore.
Verrebbe da dire poco male, fissando il gommino con dell'adesivo il suddetto può restare in posizione anche se tenuto al di sotto della cornice di cui sopra. In effetti è così, ma c'è un problema: in corrispondenza della cornice stondata si genera un trafilaggio d'aria. Non così grave da vanificare il caricamento, ma più che sufficiente a far formare gocce in sequenza sul pennino.
Ho risolto sufficientemente bene il problema interponendo un o-ring di adeguate dimensioni nella posizione (A), dove schiacciato tra il conico e la parte avvitata in verde sigilla il tutto.
E' chiaro che in origine non c'era e non poteva esserci; non mi è invece chiaro come in origine questo barbaro aggeggio potesse funzionare .

turin-pens:
Questo è un topic molto, molto molto interessante, non mi sono mai soffermato sulle differenze tra i vari "tipo vacumatic" di produzione italiana, mentre le differenze tra l'originale americano e i figli italiani sono piuttosto ben visibili, la stessa cosa non si può dire tra i vari italiani che mostrano le varie differenze soltanto ad un'attenta osservazione.

I miei più sinceri complimenti!

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Giuseppe Tubi:
Grazie a te Riccardo per l'apprezzamento;
anche a me sembrava che potesse essere uno spunto interessante, anche se consapevole che gli argomenti tecnici, tantopiù se così specifici, non riscuotono certo un interesse vasto come quelli di natura più "popolare". Come al solito devo recitare il solito mea culpa per non avere fotografato i vari meccanismi quando li avevo tra le mani; ciò avrebbe consentito di documentare assai più compiutamente il testo e probabilmente ne avrebbero agevolato la comprensione in modo assai migliore di quanto consentito dagli orridi disegnacci. Purtroppo però mi faccio sempre prendere dalla frenesia della soluzione del problema ed una volta ripristinato il sistema e rimontato tutto l'occasione è ormai persa.
Sono però un po' deluso dal pur sparuto manipolo di tecnici: il tuo è stato l'unico riscontro su questo topic. Si vede che saranno tutti alle prese coi postumi delle libagioni.....

Giuseppe Tubi:
Riccardo, per quanto ricordo di quelle foto sarebbe stato utile rimandare al tuo post sulla ricostruzione del sistema di caricamento della Tibaldi trasparente, di cui al link sottostante; purtroppo fa parte di quelli le cui immagini sono sparite....
https://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=2046.msg18013#msg18013

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