A gennaio vi avevo raccontato di avere acquistato in un mercatino, ad un prezzo vergognosamente basso una coppia dei mitici diffusori AR (Acoustic Research) LST 2. Sono arrivato oggi, spero, alla fine di un restauro che si è rivelato particolarmente lungo ed anche abbastanza complesso. Vi racconto per sommi capi.
La parte estetica non ha dato particolari problemi: fortunatamente i mobili erano in condizioni più che discrete, quindi ripuliti sporcizia e schizzi di vernice, si è trattato solo di fare qualche ritocco con cera solida e dare una generosa passata di cera d'api sciolta in trementina. I pannelli con la stoffa, originariamente quasi bianca, ma ormai di un colore indefinito tra il grigio ed il caffè e latte, avevano qualche problema: in particolare un buco su uno dei frontali, che ho provato a rammendare togliendo qualche filo dal risvolto e ricostruendo pazientemente la trama, fortunatamente abbastanza grossolana. Il risultato non sarebbe stato poi malvagio, ma quando ho provato a lavarle, nonostante abbia cercato di bagnarle il meno possibile ed asciugarle rapidamente, il truciolato dei telaietti, già abbastanza "sofferto", si è gonfiato e disgregato in più parti. A quel punto ho deciso di saltare il fosso e rifare tutto. Fortunatamente ho trovato un tessuto di lino di una trama leggermente più sottile, ma decisamente molto simile a quello originale; ho rifatto tutti i sei telai in Medium Density, che è un materiale decisamente migliore di quello d'origine, e l'aspetto è tornato quello dei bei tempi.
Naturalmente in parallelo mi sono dedicato anche alla parte elettrica. Come era da attendersi la sospensione di gomma dei woofer era distrutta, perché all'epoca quasi tutti i costruttori hanno utilizzato un materiale che nel tempo sublima disgregandosi. Fortunatamente in rete si trovano ricambi perfettamente adattabili e, anche grazie ai suggerimenti dell'amico Pedewall che si era già cimentato in lavori simili, gli altoparlanti sono stati perfettamente recuperati.
I sei midrange a cupola non avevano problemi, se non qualche ammaccatura sulla griglia metallica anteriore che ho provveduto a raddrizzare; sui sei tweeter, anch'essi a cupola, iniziano le note dolenti: tre si rivelano interrotti nella bobina interna.
Cerco in rete ed i pochi originali disponibili sono coevi, usati e costano carissimi. Sono in vendita però dei tweeter nuovi dei quali viene garantita la totale compatibilità con quelli di origine: sia nelle dimensioni che nelle caratteristiche elettriche. Anche questi tuttavia prevedono un esborso non irrilevante, perché vengono dagli USA e sono soggetti a dazio.
Scopro però un'alternativa estremamente più economica e che potrebbe funzionare altrettanto bene: sono in commercio delle cupole di ricambio con attaccata la bobina, quindi, estirpata la vecchia, basta inserire la nuova e fissarla con un velo di colla; un operazione assai più semplice della riparazione dei woofer. Atteso con impazienza l'arrivo, monto, collego, mi accerto del funzionamento e finalmente posso procedere all'ascolto.
Il risultato però è piuttosto deludente: la gamma alta è decisamente carente, confermato impietosamente ricollegando le B&W.
Mi viene da pensare che il problema possa essere nei condensatori elettrolitici presenti nel crossover: purtroppo questi componenti talvolta col tempo si seccano e perdono le loro caratteristiche. Ordino allora su AliExpress un diabolico apparecchietto definito "tester per componenti elettronici" che è in grado di riconoscere automaticamente il componente collegato e misurarne il valore: condensatore, transistor, resistenza o induttanza che sia. Costo 7euro circa spedizione inclusa: ve lo consiglio vivamente.
Arriva dalla Cina e ci mette un pò, ma alla fine mi informa che i condensatori stanno bene e sono tutti nelle tolleranze di fabbrica.
Mi faccio convinto allora che il problema dipenda dalla diversa conformazione delle cupole di ricambio rispetto alle originali, che impedisce alla bobina di immergersi completamente all'interno del magnete.
Tento qualche alchimia, ma alla fine mi arrendo ed ordino in America sei tweeter nuovi. Dopo i tempi canonici finalmente arrivano: sono dotati di un'induttanza esterna collegata in parallelo che il venditore mi dice che li attenua parzialmente perché potrebbero risultare eccessivamente esuberanti, ma che può essere comunque tolta se si preferisce un suono più brillante. Li monto così come sono e passo all'ascolto. Il suono è decisamente migliorato, ma la gamma alta mi sembra ancora un poco sottomessa. Decido quindi di disconnettere le induttanze e provare nuovamente, constatando che gli acuti in questo modo escano eccome: tanto da risultare perfino un pò eccessivi.
MI sono francamente molto divertito in questa avventura, ma ora devo davvero fare appello a tutta la pazienza in mio possesso per fare l'ultimo affinamento: visto che in medio stat virtus, ricollego le induttanze ai tweeter ma non prima di avere eliminato parte dell'avvolgimento, fino a ridurne il valore (determinato con l'aiuto del diabolico apparecchietto cinese) a 0,2Ω - 0,03mH in luogo dei precedenti 0,3Ω - 0,05mH.
Sono abbastanza fiducioso che adesso dovremmo esserci, ma ho finito poc'anzi e non le ho ancora ascoltate.
Allego le foto dell'ultima prova di ascolto e dell'incredibile apparecchietto misura-tutto.