Autore Topic: Recensione: Rohrer & Klingner - Verdgris  (Letto 1370 volte)

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Offline Phormula

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Recensione: Rohrer & Klingner - Verdgris
« il: Novembre 07, 2016, 18:40:45 pm »
Anzitutto desidero ringraziare Marco della “Casa della Stilografica”, che ha messo a disposizione il calamaio di inchiostro utilizzato per questa prova.
Come sempre, lo ringrazio anche per avere pazientato, prima di recensire qualcosa, lo voglio usare abbastanza a lungo da poter scrivere una recensione.

Premessa
La maggior parte delle persone associano la città di Lipsia al suo passato musicale, oltre ad avere dato i natali a Richard Wagner, questa città della Sassonia è stata la dimora di Johan Sebastian Bach per oltre vent’anni. Oltre alla musica, o forse grazie anche a questa, Lipsia vanta una ampia produzione letteraria ed è sede di una importante fiera del libro. Tipici di Lipsia sono i minilibri, ovvero libri delle dimensioni di pochi centimetri. Una città importante per le arti grafiche non poteva essere la casa di un produttore di inchiostri. Felix & Klingner è stata fondata a Lipsia nel 1907 da Adolf Rohrer e Felix Arthur Klingner come produttore di inchiostri ed articoli per litografia. Passata relativamente indenne attraverso il quarantennio di governo comunista della Germania dell’Est, l’azienda è giunta alla quinta generazione e continua a realizzare inchiostri e prodotti per litografia e ritocco. Nel frattempo la sede si è spostata verso sud-ovest, dalla Sassonia a Zella-Mehlis, nel cuore dei boschi della Turingia, Germania Centrale.
 L’azienda produce inchiostri di vario tipo e per diverse applicazioni: calligrafia, disegno, ritocco, belle arti e scrittura. Oltre agli inchiostri, per gli appassionati di calligrafia, ci sono le penne con il pennino in vetro. Alcuni inchiostri sono prodotti seguendo ricette tradizionali e le confezioni ricalcano anche nelle etichette e nell’estetica quelle di un secolo fa. La filosofia della casa è infatti tradizione abbinata a moderni metodi di produzione. Che la tradizione rappresenti uno dei capisaldi di questa azienda tedesca lo si capisce anche dal fatto che vende i propri inchiostri stilografici in calamai in vetro da 50 ml con tappo a vite in metallo, ma non in cartucce, nonostante la maggior parte delle penne stilografiche moderne siano pensate per questo tipo di caricamento. I colori disponibili sono 18. Alcuni di essi hanno nomi di suono italiano, cone “Verdura”, “Solferino” o “Cassia”. Esistono anche il Salix e lo Scabiosa, che sono due inchiostri con formulazione ferrogallica, e quindi destinati a diventare permanenti una volta che si è asciugato ed il fenomeno di ossidazione ha avuto luogo. E’ una gamma abbastanza ampia, anche se per i miei gusti sento la mancanza di un blu-nero non ferro gallico. Il blu medio, chiamato “Blau Permanent” anche se in realtà non è resistente all’acqua, è già stato da me recensito qualche tempo fa. L’ho trovato un bel blu medio che si è comportato bene in tutte le penne in cui ho avuto modo di provarlo, al punto che lo sto usando regolarmente. Proprio in virtù di questa esperienza, ho deciso di provare anche il Vergris, ovvero il verde-blu-nero. La scelta di questo colore non è stata casuale. In passato ho usato il Diamine Blue-Black che, a dispetto del nome, era appunto un verde-blu-nero, tonalità che a me piace tantissimo. Purtroppo questo inchiostro aveva il difetto di tendere ad intasare le penne se rimanevano inutilizzate per un certo periodo. Non so se per questa o altre ragioni, ma la casa ha deciso di riformularlo, cambiandone la tonalità, che ha perso molta della componente verde, spostandosi verso un blu molto scuro. Rimasto, per così dire “orfano” di un verde-blu-nero, grazie alla disponibilità di Marco, ho quindi deciso di provare il Verdgris.

Presentazione
Minimalista. L’inchiostro viene venduto in un calamaio di vetro marrone scuro da 50 ml, chiuso da un tappo a vite in alluminio dotato di guarnizione. Sembra un contenitore di quelli che si usavano una volta per le pillole contro l'insonnia. Manca del tutto la tradizionale scatoletta di cartone a proteggere l’inchiostro dalla luce. La casa consegna i boccettini ai negozi in anonime scatole di cartoncino da tre calamai, con una finestrella centrale che permette di vedere l’etichetta di uno dei tre flaconi. Tutto sommato un approccio che apprezzo, un imballo che non c’è non è destinato a diventare rifiuto e la protezione dalla luce può essere assicurata mantenendo il calamaio in un cassetto, come sto facendo io. Il flacone in vetro ha l’imboccatura molto larga, che permette di caricare senza problemi anche le penne più “cicciotte” e una splendida etichetta che ricalca quelle degli inchiostri del periodo tra le due guerre. Se mai il fondo piatto e la forma circolare potrebbero creare qualche problema quando il livello di inchiostro diventa basso e il pennino non pesca più bene. Il costo è più che ragionevole, circa 6 Euro per il calamaio da 50 ml, quindi solo leggermente più costoso di un Diamine. Si tratta dunque di un inchiostro adatto all’uso quotidiano, anche per uno studente.

Prestazioni
Avendo frequentato a lungo la zona di Lipsia per motivi di lavoro, sono personalmente affezionato a questa zona della Germania in cui conservo ancora molti amici, tant’è che una delle stazioni radio che ascolto più di frequente (via internet) è appunto di quelle parti. Nei confronti di questo inchiostro avevo quindi delle aspettative abbastanza elevate, nonostante il prezzo contenuto. Il Blau Permanent aveva soddisfatto in pieno le mie attese e mi aspettavo che il Verdgris facesse altrettanto. Non sono rimasto deluso, oltre a restituirmi la tonalità che andavo appunto cercando e che mancava nella mia rotazione di inchiostri, il Verdgris si è comportato benissimo in tutte le penne in cui lo ho provato. Al pari del fratello blu, alcune delle sue caratteristiche diverse cambiano significativamente a seconda della penna con la quale viene usato. Ma andiamo per ordine.

Flusso e lubrificazione
Se il flusso del Blau Permanent è di scuola tedesca, quindi medio, quello del Verdgris è più abbondante, pur senza essere esagerato. Questo ne restringe leggermente il campo di impiego verso l’alto (pennini più larghi della media e dal flusso abbondante, quelli che in gergo tecnico si chiamano “idranti”). Per contro lo allarga verso il basso perché, grazie anche alla maggiore saturazione, rispetto al Blau Permanent si presta molto di più ad essere impiegato su penne con il pennino fine ed il flusso non molto copioso. In pratica i due inchiostri hanno un campo di impiego ideale simile per dimensioni, ma quello del Verdgris è spostato leggermente verso il basso in termini di flusso. Non metterei il Verdgris in una Pelikan M1000 con il pennino M, ma l’ho usato senza problemi in una Schneider scolastica che ha un pennino medio ed un flusso medio-basso. La lubrificazione è sempre adeguata in tutte le condizioni, pur non essendo un toccasana per pennini che grattano, può essere usato con successo anche in quelli un po’ contrastati. In tutte le penne in cui l’ho usato non ho notato problemi di salti di tratto e mancate ripartenze, anche dopo qualche minuto di permanenza senza cappuccio. Infine la prova del mancato utilizzo per una settimana sulla Faber Castell Ondoro F è stata superata con successo. Nonostante questa sia la penna più critica tra quelle in mio possesso da questo punto di vista, è bastato mezzo ghirigoro su un pezzo di carta per rimetterla in condizioni di scrittura normale.

Aspetto cromatico
Wow! Ho ritrovato il verde-blu-nero che avevo abbandonato quando avevo smesso di usare il Diamine Blue-Black per via della sua tendenza ad intasare le penne. La tonalità è molto simile, una via di mezzo tra un verde ed un blu molto scuri, con la sfumatura blu che risalta su quella verde (o viceversa) a seconda del tratto e delle condizioni di luce. E’ un inchiostro molto saturo e quindi non ha una grandissima tendenza a sfumare, ma quando lo fa, il salto di tonalità è molto evidente, perché la componente verde risalta maggiormente nelle zone meno sature. Proprio per questo motivo ho avuto qualche problema nel fare la scansione e non sono del tutto sicuro di averne reso il colore. Se si prende una zona di densità media, allora il colore assomiglia molto a quello riportato sul calamaio, ma cambiando la densità si va a giocare sul bilanciamento tra la componente blu e quella verde ed il risultato è cromaticamente diverso. Il fabbricante lo ha chiamato Verdgris, che farebbe pensare ad un verde-grigio. Io preferisco chiamarlo verde-blu-nero. Le sue caratteristiche ricalcano quelle del Permanent Blue. Va bene in molte penne, ma se uno ha la pazienza di sperimentare, riesce a trovare la penna o le penne sulle quali esso si esprime al meglio. Nel mio caso si è trattato della Visconti Homo Sapiens. Grazie al pennino Dreamtouch in Palladio, che tende ad esaltare le sfumature, sono riuscito ad ottenere un tratto che oscilla dal verde-grigio al blu-nero a seconda della quantità di inchiostro. Certo, non siamo ai livelli di un Pilot Iroshizuku Moonlight, ma il risultato è comunque degno di nota. Consiglio quindi di provarlo su più di una penna, per vedere quale tra quelle che si posseggono ne esalti al meglio le caratteristiche e di aspettare qualche minuto per giudicarne il colore, perché asciugando tende a scurire un po’. Rispetto al Blau Permanent, il Verdgris sembra soffrire un po’ di più del fenomeno di ossidazione (anche se il termine ossidazione non è del tutto appropriato, entra in gioco anche l'evaporazione). Lasciando la penna senza cappuccio per qualche minuto o inutilizzata per qualche tempo, il tratto iniziale è un po’ più scuro e si schiarisce, stabilizzandosi, man mano che si va avanti a scrivere. Il fenomeno si mantiene comunque entro limiti più che accettabili e non è mai fastidioso. Siamo lontani anni luce da inchiostri come l’Herbin Bleu Nuit.

Feathering/Bleed Through

Non ho riscontrato particolari problemi. Direi che nonostante il flusso un po’ sopra la media, il bleed through è praticamente assente, mentre ci può essere un piccolo problema di feathering su alcuni tipi di carta. In ogni caso, perché questi due fenomeni diventino fastidiosi, bisogna andarseli a cercare, utilizzandolo su carta scadente con penne dal flusso elevato, ma in questa situazione il problema si manifesterebbe con qualsiasi inchiostro. E’ un inchiostro che si presta all’utilizzo su una ampia gamma di tipi di carta, con l’unica eccezione degli estremi. L’ho provato sia sulla classica carta Rhodia o Clairefontaine che uso per i miei appunti, sia sulla carta “modello carta da cucina” di tipo economico che uso per le annotazioni in ufficio e se l’è cavata egregiamente. L’unica avvertenza è stata adattare la penna al tipo di carta, utilizzando un pennino più sottile sulla carta più scadente. Al pari del Blau Permanent, dà il meglio di sé sulle carte poco assorbenti, che ne esaltano maggiormente le sfumature. Invece, a causa della saturazione superiore alla media, ci può essere qualche problema di see through scrivendo su carta molto sottile.

Asciugatura/Resistenza all’acqua
E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. E infatti non lo è per niente. Asciuga molto in fretta, più in fretta di tanti altri inchiostri che ho provato. Con la Visconti Homo Sapiens sulla carta Rhodia da 80 g/m^2, dalla superficie particolarmente vellutata e che quindi non facilita l’assorbimento dell’inchiostro ha dato un tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina o toccare il testo senza problemi, di soli 7 secondi, un vero record. Ho rifatto tre volte la prova perché non ero convinto. Su carte meno pregiate o con penne dal flusso meno abbondante i tempi si riducono ulteriormente. E’ un inchiostro ideale per prendere appunti, perché non si deve attendere molto tempo prima di girare la pagina e continuare a scrivere. Una volta che l’inchiostro si è asciugato, a meno di non avere una sudorazione alle mani particolarmente copiosa, l’inchiostro è abbastanza resistente al contatto accidentale con i polpastrelli. Si possono girare le pagine toccando il testo scritto con le dita senza paura di creare sbavature. Se invece parliamo di resistenza al contatto con acqua, allora le cose si mettono molto male. E’ vero che la carta Rhodia è particolarmente liscia e non assorbe molto l’inchiostro, ma il risultato della classica prova di “lavaggio” è stata la perdita completa del testo. E’ un aspetto del quale si deve tenere conto se la resistenza all’acqua è una caratteristica che si va cercando in un inchiostro. La scansione non rende bene questo aspetto, ma la prova di resistenza all’acqua ha mostrato come questo inchiostro sia il risultato di una combinazione di colori. Sarebbe interessante sottoporlo a cromatografia, per scomporlo nei suoi pigmenti base.
 Gli inchiostri stilografici Rohrer & Klingner godono della fama di inchiostri che non rovinano le penne e, per quella che è stata la mia esperienza sinora, posso confermare che l’affermazione vale tanto per il Verdgris come per il Blau Permanent, nonostante il primo sia molto più saturo. Ho provato questo inchiostro in più penne, alla ricerca di quella che ne esaltasse al meglio le caratteristiche, e in nessun caso ho avuto problemi nel disinchiostrare. E’ bastato il classico lavaggio con acqua fredda sotto il rubinetto per rimuoverne le tracce e rendere la penna immediatamente riutilizzabile con un altro inchiostro.

Utilizzo consigliato

Ambienti di lavoro

 Si, ma. Il colore è sufficientemente scuro da consentirne l’utilizzo in tutte situazioni di lavoro, ad eccezione di quelle estremamente formali, che impongono un blu o un nero classici. Non si rischia che qualcuno alzi un sopracciglio mentre legge la nostra nota. Può essere una valida alternativa ad un blu-nero classico o ad un blu molto scuro. La saturazione elevata è garanzia di ottima fotocopiabilità e mantiene il testo sempre molto leggibile. Il ma iniziale deriva dalla resistenza all’acqua quasi nulla, che potrebbe rappresentare un problema. Non è l’inchiostro che userei per firmare un documento importante, ma per la mia vita quotidiana in ufficio, quella che affronterei tranquillamente con un Pelikan 4001 Royal Blue, va più che bene.

Studenti
 Penso che sia un inchiostro ideale per chi vuole uscire dalle regole che impongono il blu o il nero, senza rischiare troppo. Va bene sia per le proprie annotazioni che per i compiti in classe e si comporta egregiamente su molti tipi di carta. E’ un inchiostro che va molto bene con le penne scolastiche, che normalmente hanno flusso medio o medio-basso. Il tratto corposo facilita la leggibilità e la saturazione elevata permette di fotocopiare gli appunti senza problemi. I tempi di asciugatura molto rapidi sono un plus non trascurabile e il costo contenuto è un vantaggio non da poco per gli studenti, notoriamente abbastanza squattrinati. Anche qui il problema principale è la resistenza all’acqua. Se ci si riesce a convivere, non vedo particolari controindicazioni.

Correzioni/Annotazioni

 Va abbastanza bene per correggere o fare annotazioni su pagine stampate in nero, situazione in cui non risalta molto rispetto al testo, ma si nota. Non va per niente bene se il testo è scritto con un altro inchiostro blu, dal momento che la sua tonalità è sì più scura, ma non abbastanza da farsi notare.

Personale
 E’ un inchiostro che si presta benissimo anche all’uso personale, sia per le sue caratteristiche comportamentali, che per il colore saturo e per la tonalità non troppo formale. Può essere usato, sempre fatta salva la resistenza all’acqua, per le proprie note personali, per un diario o per un biglietto di ringraziamento. Ovviamente non lo userei per inviare un messaggio in una bottiglia. Dal momento che alcune penne ne esaltano molto le sfumature, consiglio di investire un po’ del proprio tempo alla ricerca della penna migliore, dal momento che un tratto ricco di sfumature è una caratteristica molto gradita e ricercata nei propri diari e scritti personali.

Conclusioni
Se il Blau Permanent è stato una piacevole sorpresa, entrando di diritto tra i miei inchiostri di uso quotidiano in virtù del suo ottimo comportamento, il Verdgris è la conferma della qualità degli inchiostri Rohrer & Klingner. E’ un inchiostro che va a colmare il vuoto che aveva lasciato il Diamine Blue-Black vecchia formulazione e lo fa con tutte le caratteristiche che io chiedo ad un buon inchiostro, fatta salva (purtroppo per alcuni, per me non è così importante) la resistenza all’acqua. Rispetto al Blau Permanent, il Verdgris è più saturo e presenta un flusso leggermente più abbondante, caratteristiche di cui tenere conto nella scelta della penna a cui destinarlo. Caratteristiche di eccellenza unite ad un prezzo molto conveniente, solo di poco superiore a quello degli inchiostri più economici, ne fanno una ottima scelta per l’uso quotidiano, sempre che si apprezzi questa particolare tonalità, a metà strada tra il verde, il blu ed il nero.
 Rinnovo i ringraziamenti a Marco della “Casa della Stilografica”, per avermi messo a disposizione il calamaio utilizzato per questa recensione ed avermi saputo consigliare l’alternativa al Diamine Blue-Black che stavo cercando.




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