Beh, vediamo di chiarire un pò di punti.
Per quanto riguarda Penna, la possibilià di intervenire sul piano editoriale é concreta. La rivista ha puntato e punta molto sul nuovo per due motivi: si mantiene con la pubblicità ( e quindi deve lasciare il debito spazio agli inserzionisti), per scrivere articoli sulle penne contemporanee bastano i redazionali confezionati dalle case produttrici e, quindi, anche in assenza di collaborazioni esterne,la rivista esce comunque.
Uno dei vantaggi potrebbe essere proprio questo: l'editore ha interesse a riempire la rivista con articoli interessanti/sezione collezionismo che ri-allargherebbero il bacino di utenza. Avere una rivista migliore e più interessante non comporta un grande costo aggiuntivo, da ciò la sua disponibilità/ interesse alla collaborazione con il mondo dei collezionisti.
Rispetto ad una rivista ex novo, Penna sarebbe un veicolo a costo zero, con una rete distributiva già esistente. In più, dettaglio forse "micragnoso", ma non irrilevante, l'editore per gli articoli paga pure. Paga poco, paga una miseria, ma paga. Inoltre, la traduzione in Inglese é gratis, dato che la rivista esce comunque in due lingue.
Affronto l'argomento degli articoli a pagamento perché a suo tempo questo fu uno dei motivi per cui alcuni assidui collaboratori di Penna abbandonarono le povere pagine in bianco e nero della cara Stilomania. Pare una questione da beghini,ma di fatto non lo è.
Io non amo nascondermi dietro ad un dito e dico le cose come stanno. I soldi, pochi o tanti che siano, non fanno schifo a nessuno, soprattutto se si associano al piacere/soddisfazione di vedere i propri articoli pubblicati su una bella rivista patinata! E i bei rapporti di amicizia, collaborazione, cortesia etc. vanno spesso in malora perché siamo tutti ( e dico tutti!) assetati di fama, notorietà, soddisfazioni, gratificazioni etc... Per quanto mi riguarda, i guadagni che ho avuto con Penna mi hanno fatto comodo, mi ci sono ripagata parte del materiale che ho comperato per scrivere, anche se ho dovuto pedalare il doppio per continuare a riempire anche le pagine di Stilomania. Ma anche a me piaceva vedermi pubblicata a colori, tradotta Inglese ( che mi risparmiava un sacco di fatica)e compensata con un piccolo, gradevolissimo assegno.
In ogni caso, tra scrivere/fare ricerca ed essere pagati ( anche poco) e scrivere/fare ricerca e rischiare di non riuscire a far quadrare i conti di una pubblicazione, c'è una quache differenza .
A meno che qualcuno non intenda mettersi a fare l'editore ( anch'io ci ho pensato, a suo tempo, non ho saputo trovare una risposta alla domanda dove potessero essere trovati i soldi per mantenere in piedi tutto l'ambaradan, lasciamo stare guadagnarci...)
Quindi tutto sommato, con un buon piano editoriale di interesse collezionistico, una buona organizzazione, potremmo anche provare a cavalcare questo vecchio cavallo già in pista, magari per un anno. Tanto per vedere come va. Nessuno ci rimette niente, anzi rischiamo di tranrne tutti dei vantaggi. Se poi non funziona, non ci piace, costa troppa fatica, non dà i risultati sperati, bah, possiamo sempre scendere e ritornare esattamente dove eravamo.