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I giovani non sanno più scrivere

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Fenice:
http://www.stilografica.it/approfondimenti/la-nazione-allarme-usa-i-giovani-non-sanno-pi%C3%B9-scrivere-230.htm




Riportiamo la notizia di oggi 22.01.2016 riportata sul quotidiano LA NAZIONE di Firenze a firma di LORENZO GUADAGNUCCI

Firenze, 22 gennaio 2016 -
IL DIRITTO  di imparare a scrivere a mano: è la missione della “Campagna per il corsivo” (www.campaignforcursive.com) in corso negli Stati Uniti, dove le linee guida federali prevedono l’obbligo di insegnamento della scrittura a mano solo fino alla prima elementare. Sheila Lowe, scrittrice e grafologa professionale, è la portavoce.

Sheila Lowe, che succede negli Stati Uniti?
«Succede che la direttiva federale è stata adottata da molti stati. Poi una parte di questi, di fronte alle difficoltà create dal mancato insegnamento del corsivo, hanno fatto marcia indietro. Noi siamo impegnati a incoraggiarli».

Perché tante scuole hanno scelto l’abbandono di carta e penna?
«Perché non hanno capito gli effetti negativi sui bambini. Alcuni si lamentano per il tempo dedicato a un’attività che gli insegnanti più giovani reputano obsoleta. Ma molti di questi insegnanti, a loro volta, hanno difficoltà con la scrittura in corsivo, perciò si rifiutano di imparare a insegnarla».

Quali sono i rischi che si corrono abbandonando carta e penna?
«Negli ultimi anni c’è stato un enorme aumento dei disturbi di apprendimento nei bambini. Nelle scuole private è diverso: lì si insegna ancora il corsivo. Quindi chi frequenta le scuole pubbliche è svantaggiato, si torna all’epoca in cui la scrittura era riservata alle élite. Poi c’è da considerare che chi non sa scrivere in corsivo, nemmeno riesce a leggerlo. Ciò significa che avremo persone incapaci di leggere documenti antichi e fondativi della loro cultura. E non sapranno leggere nemmeno una lettera dei loro nonni. Che tristezza».

Esistono prove scientifiche che la scrittura a mano favorisce lo sviluppo mentale e l’apprendimento?
«Posso citare gli studi di Virginia Berninger e Karin James, che hanno messo in risalto l’importanza della formazione al corsivo nei ragazzi. Hanno dimostrato che il cervello “si illumina” in più aree durante la scrittura in corsivo, al contrario di quel che avviene scrivendo alla tastiera. Chi scrive e mano tende anche ad avere una maggiore capacità di memorizzazione».

Lei pensa che dietro l’abbandono del corsivo nelle scuole ci sia lo zampino dell’industria informatica?
«Mi risulta che Bill Gates abbia fatto pressione sul sistema educativo per spingerlo a utilizzare maggiormente i computer».

Molti adulti utilizzano supporti elettronici senza scrivere mai a mano. È sbagliato?
«Noi diciamo che c’è un posto per i dispositivi elettronici e un posto per la scrittura a mano. Ho appena incontrato i rappresentanti di un’azienda che produce un tablet utilizzabile con una stilo elettronica, come fossero carta e penna. Sono rimasta sorpresa dalla qualità della scrittura in corsivo che questo apparecchio rende possibile. A questa azienda, che si chiama Boogie Board, piace dire che sta “reiventando la scrittura a mano”».

E lei, Sheila, scrive a mano o usa il computer?
«A dire la verità uso maggiormente il computer, ma ho sempre con me penna e bloc notes e li uso spesso. Sono anche autrice di gialli e mi porto sempre dietro qualcosa per scrivere perché trovo che sia più facile essere creativi scrivendo prima su carta».

di LORENZO GUADAGNUCCI





Già Bill Gates mi stava su "quello che non ho" perché i suoi sistemi operativi facevano acqua da tutte le parti, ora ho una ragione in più per rivolgergli i miei migliori insulti coniati negli anni durante l'apparizione delle finestre "Windows ha smesso di funzionare!"


Scrivere con la tastiera mi fa risparmiare un sacco di tempo, perché sono abituata a scrivere con la tastiera cieca e ho una discreta velocità di battitura, ma "l'illuminazione" di scrivere a mano mi è venuta dopo aver letto il libro "Esami no problem" di Gianluigi Ballarani - Bruno Editore.

Avevo già capito che:
- se scrivo con la tastiera le mie mani, ormai, vanno in automatico, per cui non ho neppure bisogno di capire ciò che scrivo
- se prendo solo appunti a margine dei libri, dopo la lettura di 3 righe entro in semi-coma per la pallosità dell'argomento
- se scrivo tutti gli appunti a mano diventa impossibile scrivere e dormire nello stesso tempo per cui, anche se tale sistema di studio si rivela lungo, è quello che dà maggiori frutti come preparazione.

Nel libro che avevo citato sopra, Esami no problem, ho trovato la seguente informazione:
"Nel tuo ambiente ogni oggetto riveste la sua importanza. Utilizza ciò che ti da una particolare sensazione, che ti piace anche a livello estetico. Ad esempio usa un quaderno con il design che ti intriga di più, con i fogli lisci come piacciono a te, usa la penna che scorre bene e con la quale ami scrivere. Scrivere con la tua penna preferita è molto diverso dal farlo con la prima penna che trovi nel cassetto e che hai appurato che funzioni! Ad esempio, nel mio ambiente di studio, utilizzo sempre la mia penna stilografica preferita!"


Non credo sia un caso che si parli di PENNA STILOGRAFICA visto che nel periodo precedente ha suggerito di usare LA PENNA CHE SCORRE BENE.


Ora torno a studiare ... anche se sto seriamente pensando di cambiare materia perché economia politica mi fa schifo e non la capisco (ma quelli della facoltà di economia, per capire quella materia, che droghe assumono?).

viavillecinque:
ma che cosa inquietante! mi nascondo sotto il letto   come idue   porcellini
   mi conforta che non ti piaccia troppo windows.   ma questi mac nuovi...  non sono unpo' tristi, globalizzati?   che ne pensi?

Fenice:

--- Citazione da: viavillecinque - Aprile 27, 2016, 02:06:34 am ---ma che cosa inquietante! mi nascondo sotto il letto   come idue   porcellini
   mi conforta che non ti piaccia troppo windows.   ma questi mac nuovi...  non sono unpo' tristi, globalizzati?   che ne pensi?

--- Termina citazione ---

Il passaggio da Windows a Mac è stato meno traumatico di quello che pensavo, però il "salto" vero e proprio non è stato facile, nel senso che venivo da anni di Windows, venivo da una preparazione in ambito Microsoft tale che mi ha permesso di insegnare il pacchetto Office nelle scuole, posseggo un Master (Microsoft Office User Specialist) che fa impallidire l'ECDL (la patente europea del computer) e per me ... lasciare il noto per l'ignoto è stato un vero e proprio salto nel buio.

A distanza di 6 anni non mi pento. Se avessi acquistato un PC e non un Mac, 6 anni fa, a quest'ora avrei già cambiato 3 PC perché:
- prende facilmente i virus
- si appesantisce ad ogni aggiornamento
- si impalla.

Cambiare per me ha significato buttare nella tazza del water anni di studio (dell'ambiente Office) ma non mi sono mai pentita della scelta che ho fatto.

viavillecinque:
confronto la mia esperienza con la tua.   interessante.
  ti racconto   il mio primo computer è stato un mac mini  prima edizione, sistema 4.11...befana di dieci anni fa, un regalo del figlio
 per le circostanze sono rimasta sola con   lui,il mini, qualche telefonata di soccorso ogni tanto, maestri diretti i ragazzini della porta accanto, windows medioevale.   ma ho imparato prestissimo  tutto ciò che con windows mi rimaneva oscuro.  poi venne il compromesso storico il processore intel, inteso il professore.
nel 2008 il figlio portò il suo nuovo Imac intel, sistema 5  era un computer bellissimo agile divertene   l'anno scorso, per l'anno secolare, mi hanno regalato questo nuovo Imac, retina 16giga,  eppure non ha la vivacità di quello   sarò solo io che l'ho persa?   ho deciso, quello vecchio di tenerlo così, per certi vecchi programmi che amavo,  il vecchio blender, per esempio. ha una grafica 100 volte migliore, un bel finder allegra.   qui, su giuseppina yosemite tutto è piatto e pallido.   ho nostalgia del vecchio mac.   che ne pensi?

Fenice:
Dico che tu sei un po' come me ... ci si affeziona a ciò che ci accompagna per tanto tempo e non siamo disposti a lasciarlo andare.

Il mio primo MacBook l'ho acquistato 6 anni fa.
Lo sto usando ora.
Ha avuto un problema (si è "svampata" la batteria) ma io ho voluto a tutti i costi ripararlo.
"Non le conviene" dicevano i ragazzi della Apple, ed io: "Non mi interessa. Lui ha iniziato con me l'università e mi starà accanto finché non la finirò".
Ho un Iphone 4s, l'ultimo presentato da Steve Jobs.
Ho comperato l'Iphone 6 (veramente lo sto ancora pagando ... a rate), per me che ho una vista "da talpa" era davvero perfetto ma ... non mi trovavo ... non era il mio 4s.
L'ho dato al Fenomeno (mio figlio).

Certe scelte non hanno spiegazioni. Si segue il cuore.


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