PENNAMANIA - Regolamento Forum - Codice Deontologico - Turin Penshow - ASSOCIAZIONE > Codice Deontologico e chiaccherate sul mondo della stilografica

LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI

(1/9) > >>

turin-pens:
Torno su un discorso trattato più volte ma questa volta spero di riuscire a spingere anche i nuovi iscritti ad una partecipazione attiva e non soltanto passiva.
Negli ultimi anni tutti i pen-show italiani a cui ho partecipato si sono dimostrati di dimensioni molto ridotte e con un numero di espositori sostanzialmente ridicolo, fanno eccezione gli eventi del 2007 e del 2008, svolti rispettivamente a Roma e Firenze e ai quali molte persone provenienti anche dall'estero hanno partecipato con discreta trepidazione.

L’ideale sarebbe riuscire a organizzare di nuovo un evento rilevante qui in Italia. Le premesse ci sarebbero tutte, anche per una buona partecipazione internazionale, l’Italia infatti è stato ed è tutt’oggi uno dei più rilevanti paesi produttori di stilografiche ed ha una storia invidiabile con marchi di rilevanza internazionale.

Riusciremo un giorno a mettere da parte le smanie di protagonismo di molti per poter collaborare tutti insieme alla costruzione di un evento che non rimanga unico ma che sia replicabile di anno in anno?
Com'è possibile che un paese come l'Italia che ha una grande tradizione nella produzione, costruzione e realizzazione di penne stilografiche non riesca poi a partorire un evento degno di nota?

fabbale:
Uhhhhhhhhh..... bello questo argomento che più volte ho provato ad intavolare anche il altri forum.

Il discorso sarebbe veramente lungo; partiamo magari per gradi con una domanda provocatoria: CONTINUIAMO A CHIAMARLI PEN SHOW, OPPURE LI BATTEZZIAMO ALL'ITALIANA "MERCATINI DI VENDITA E SCAMBIO PENNE"?

A seconda di come li intendiamo, sarà più facile poi declinare le peculiarità di ognuna delle due formule.

PS: possiamo anche intenderli come forma mista.

 :set2010002:

roberto v:
Quello che sono i pen show italiani, lo sappiamo e lo abbiamo visto, purtroppo.

Personalmente, però, non ho ancora mai partecipato ad uno estero.

Mi piacerebbe leggere qui, da chi invece li ha frequentati, quali siano le cose da "importare" per migliorarli... e vediamo se riusciamo a far qualcosa!

Pupa:
Manca l'informazione..

tralasciando le persone come me che non possono materialmente
volare a piacimento per via dei costi e crisi del lavoro,
la verità è che tutta la produzione italiana di stilografiche è ormai
una nicchia di estremo lusso,
non sono più penne giornaliere e ormai raramente si regalano,
come un tempo, per cresime, promozioni, lauree ect.
Oltre a questo,
giornali, radio e tv non parlano mai delle stilografiche e degli eventi
che ruotano attorno a loro,
non esiste pubblicità e informazione legata a questo mondo

Wallygator:
La domanda, a mio parere, ha purtroppo un'unica risposta: la pecunia.
Infatti, la passione per le penne -soprattutto le antiche-  visti i prezzi che girano in Internet (non ho esperienza di pen-show), se non supportata da un adeguato portafogli, alla fine si smorza, salvo non fare del trading.

Qualcuno di voi avrà provato a fare un budget dei costi da affrontare per ogni pen-show:
1) spese di locomozione;
2) alloggio;
3) vitto;
4) iscrizione ed allestimento stand;
5) varie ed eventuali.

Cercando di contenere i costi al massimo, ritengo che per ogni evento occorra mettere in conto non meno di 500 Euro per persona (quanti ci vanno da soli?). Il tutto viene poi moltiplicato per il numero di eventi in un anno.
Quindi, se voglio  partecipare attivamente ad un pen-show dovrò tener conto di questi costi fissi, oltre alle eventuali spese per acquisti di penne; quanti sono  i comuni collezionisti disposti a ciò, che non ipotizzino un ritorno economico che ripaghi dei costi?
 
Ovviamente, se è andata male una volta, si potrà ripetere l'esperienza una seconda o una terza volta, ma alla fine….di qui il numero via via sempre più ristretto di coloro che si iscrivono.

Altro problema: la pubblicità.
Da quel che ho visto finora, non si può certo parlare di una comunicazione efficace; gli eventi sono pubblicizzati quasi esclusivamente attraverso i vari club od associazioni (oggi anche attraverso i forum), ma comunque la comunicazione è sempre indirizzata ad una cerchia ristretta di persone.
Inoltre, gli eventi sono quasi sempre a sé stanti e non inseriti in manifestazioni collaterali che comportino un'adeguata affluenza di pubblico; come si fa a fare proselitismo se poi si rivedono sempre le stesse persone?

Soluzioni:
a) ridurre il numero di eventi l'anno;
b) inserire gli eventi in manifestazioni che abbiano un richiamo di pubblico anche non direttamente interessato al pen-show.

Probabilmente i costi da affrontare potranno essere più elevati, ma di minore ripetitività; e poiché comunque lo si voglia vedere, a mio parere il pen-show é più che altro dedicato al trading, un maggior afflusso di pubblico anche non direttamente appassionato può comportare maggiori occasioni di business.

 

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

Vai alla versione completa