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Recensione: Aurora Selene con Platiridio 5

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turin-pens:
Per molti collezionisti l'Aurora Selene ha sempre rappresentato una incognita in quanto dalla maggior parte dell'intelligenzia pennifera o pennaiola che dir si voglia ha riscosso sempre poche simpatie, troppo economica in origine, pennino in acciaio, troppo conservativa con quel suo un po' vetusto caricamento a pulsante, troppo anonima con quei colori un po' troppo demodè... Insomma sempre troppo poco, senza mai valutarne i punti di forza.



Quando venne presentata e per molti anni successivi, la Selene fu uno dei cavalli di battaglia di Aurora tanto da vantare numeri di produzione da capogiro, sia allora che per gli standard attuali, certamente agevolati da alcuni fattori tra cui un battage pubblicitario degno dei nostri "tempi moderni", un prezzo per gli standard dell'epoca assolutamente concorrenziale, una linea che già allora puntava forse anche indirettamente all'ergonomia e un insospettabile pennino dalle ottime qualità.

Ergonomia e dimensioni:

La Selene di questa recensione è una di quelle che normalmente viene riconosciuta come una IIa serie, anche se in verità questo termine non è poi molto corretto. Come dicevo l'ergonomia è ottima almeno per me, il corpo si presenta liscio, senza antiestetici e scomodi scalini ad angolo retto tipico delle penne realmente economiche dello stesso periodo e di moltissime penne moderne, quindi nessun fastidio anche quando la si utilizza per scrivere molte pagine consecutive. Anche il diametro è giusto, non eccede ne in difetto ne in eccesso senza provocare affaticamento di alcun genere.

Chiusa: 13,2cm "circa"

Corpo: 12,4cm "circa" pennino incluso

Cappuccio Calzato: 16,5cm "circa"

Cappuccio: 6,3cm "circa"

Diamatro: 13,0mm "circa"



Caricamento:

Il caricamento a pulsante sarà un po' antiquato ma sono dell'idea che ancora oggi sia tra i meglio riusciti e poi oggi giorno il vintage va di moda...

Pennino:

L'Aurora Platiridio Extra 5 è la vera arma segreta della Selene, è uno dei primi esempi di pennino in acciaio inossidabile realmente riuscito, basti pensare che altri pennini come il Permanio e lo Zanio rispettivamente di Omas e Ancora, i pochi giunti fino ai giorni nostri sono spesso in condizioni non molto buone. Il Platiridio 5 invece no, se ne sta li, molto spesso in condizioni ancora eccellenti. Tralasciando i miti e le leggende (non contiene ne platino ne iridio) il suo sporco dovere lo fa e anche bene e per dimostrarlo, ho accompagnato questa recensione con alcuni esempi realizzati dal Maestro Casciato che gentilmente ha messo le sue competenze a disposizione di Pennamania, provando proprio una Aurora Selene "orange discus"

Giuseppe Tubi:
Si può aggiungere che lo "scafo" della Selene si ritrova in moltissime altre penne, è non solo Le OLO e le AMICA, ma anche penne con marchi non direttamente riconducibili alla fabbrica torinese, quindi effettivamente in Aurora devano avere puntato molto su questa realizzazione i cui numeri debbono avere consentito prezzi davvero competitivi in rapporto alla qualità del prodotto.
Io però ad onor del vero qualche Platiridio fortemente corroso l'ho trovato...

turin-pens:

--- Citazione da: Giuseppe Tubi - Febbraio 13, 2017, 17:10:01 pm ---Si può aggiungere che lo "scafo" della Selene si ritrova in moltissime altre penne, è non solo Le OLO e le AMICA, ma anche penne con marchi non direttamente riconducibili alla fabbrica torinese, quindi effettivamente in Aurora devano avere puntato molto su questa realizzazione i cui numeri debbono avere consentito prezzi davvero competitivi in rapporto alla qualità del prodotto.
Io però ad onor del vero qualche Platiridio fortemente corroso l'ho trovato...

--- Termina citazione ---


Effettivamente il progetto Selene ha fatto da base per numerosi sviluppi in casa Aurora sia per modelli a marchi "minori" che linee anonime, pubblicitarie etc...
Per quanto riguarda i pennini Platiridio 5, credo che sia prima di tutto una questione di statistica e poi di qualità del materiale, certamente, anche a noi sono capitati dei Platiridio 5 messi piuttosto male ma hanno rappresentato una quantità minore rispetto ai Platiridio 5 ancora in buone se non ottime condizioni, percentuali decisamente superiori ad altri pennini in acciaio prodotti in Italia in quel periodo

turin-pens:
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Resvis71:
Complimenti Riccardo, e grazie.
Che penna, e che pennino...

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