Autore Topic: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI  (Letto 9867 volte)

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Online Giuseppe Tubi

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #30 il: Aprile 28, 2011, 20:00:21 pm »

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
[/quote]
Complimenti....analisi perfetta !!!
Forse siamo noi Italiani che abbiamo questa....particolarità;
anche quando andiamo all'estero, i tedeschi prima di entrare in un ristorante, ne guardano 10, leggono i menù con i prezzi, e solo dopo scelgono!!
Noi. siccome siamo in ferie, ci importa una...seppia (come dicono in Toscana)
stefano
[/quote]

Grazie Stefano, mi fa molto piacere che tu condivida il mio pensiero, forse un pò brutale, forse scomodo, ma sincero.
Boja de'! (come dicono a Livorno)

Online fabbale

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #31 il: Aprile 30, 2011, 11:44:00 am »

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
Complimenti....analisi perfetta !!!
Forse siamo noi Italiani che abbiamo questa....particolarità;
anche quando andiamo all'estero, i tedeschi prima di entrare in un ristorante, ne guardano 10, leggono i menù con i prezzi, e solo dopo scelgono!!
Noi. siccome siamo in ferie, ci importa una...seppia (come dicono in Toscana)
stefano
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Grazie Stefano, mi fa molto piacere che tu condivida il mio pensiero, forse un pò brutale, forse scomodo, ma sincero.
Boja de'! (come dicono a Livorno)

[/quote]

Veramente, per la precisione e a tutela dell'Accademia della Crusca si dice:

AMME, M'IMPORTA 'NA BELLA SEGA!!!

Per il veranacolo livornese siamo sulla buona strada, mi sempri un BER BUODIULO, bravo

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Online Giuseppe Tubi

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #32 il: Aprile 30, 2011, 13:12:49 pm »

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
Complimenti....analisi perfetta !!!
Forse siamo noi Italiani che abbiamo questa....particolarità;
anche quando andiamo all'estero, i tedeschi prima di entrare in un ristorante, ne guardano 10, leggono i menù con i prezzi, e solo dopo scelgono!!
Noi. siccome siamo in ferie, ci importa una...seppia (come dicono in Toscana)
stefano

Grazie Stefano, mi fa molto piacere che tu condivida il mio pensiero, forse un pò brutale, forse scomodo, ma sincero.
Boja de'! (come dicono a Livorno)

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Veramente, per la precisione e a tutela dell'Accademia della Crusca si dice:

AMME, M'IMPORTA 'NA BELLA SEGA!!!

Per il veranacolo livornese siamo sulla buona strada, mi sempri un BER BUODIULO, bravo

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No, scusa, "M'importa 'na bella.... ecc." sarebbe stato offensivo; io volevo esprimere a Stefano la mia simpatia per avere condiviso il mio pensiero.
Se avessi con lui la confidenza necessaria, più adeguato sarebbe stato: "Bel mi' palle! E dici proprio bene, natodancane!" 

Offline f.hawks

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #33 il: Aprile 30, 2011, 13:19:39 pm »
Ignazio, cortesemente avrei bisogno del tuo atto di nascita per far partire le pratiche per la naturalizzazione....

potta, budiulo e ponci.......ovvai giù

 :set2010050: :set2010050:


Online Giuseppe Tubi

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #34 il: Aprile 30, 2011, 13:54:33 pm »
Ignazio, cortesemente avrei bisogno del tuo atto di nascita per far partire le pratiche per la naturalizzazione....

potta, budiulo e ponci.......ovvai giù

 :set2010050: :set2010050:


In effetti la cittadinanza labronica ad honorem, la potrei pure meritare: A) per origini; B) per aver assiduamente seguito "Il Vernacoliere" negli anni ruggenti, a mio parere terminati con la perdita del Borzacchini....

Online fabbale

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #35 il: Aprile 30, 2011, 14:01:55 pm »
Ignazio, cortesemente avrei bisogno del tuo atto di nascita per far partire le pratiche per la naturalizzazione....

potta, budiulo e ponci.......ovvai giù

 :set2010050: :set2010050:



potta, budiulo e ponci....... E VEDI 'OME TI 'ONCI
 :set2010083:

Offline rembrandt54

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #36 il: Maggio 01, 2011, 22:51:57 pm »
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano

Online Giuseppe Tubi

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #37 il: Maggio 02, 2011, 14:25:13 pm »
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano
Gentilissimo.
Naturalmente sei ricambiato.

Offline Ambros

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #38 il: Maggio 02, 2011, 17:52:12 pm »
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano
Gentilissimo.
Naturalmente sei ricambiato.

Va beh, ragazzi,
baciatevi pure senza ritegno,
fate finta che noialtri non esistiamo........ :set2010080:

Online Giuseppe Tubi

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #39 il: Maggio 02, 2011, 20:43:04 pm »
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano
Gentilissimo.
Naturalmente sei ricambiato.

Va beh, ragazzi,
baciatevi pure senza ritegno,
fate finta che noialtri non esistiamo........ :set2010080:
Oh! Bimbi, andiamoci di molto, ma di molto pianino: un richiamo a tornare sull'argomento del topic, lo accetto e lo condivido pure: a me giusto mi garba il topic.
E chi vole intende, intenda


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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #40 il: Maggio 02, 2011, 21:07:43 pm »
Si sarebbe meglio tornare in linea con il discorso originario del topic.

 :set2010001:

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