Autore Topic: Minerva Ellittica tartaruga  (Letto 6507 volte)

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Offline Macchia Nera

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Minerva Ellittica tartaruga
« il: Febbraio 27, 2013, 15:23:53 pm »
Una penna che a me piace molto, soprattutto in questa celluloide.
La curiosità sta nel fatto che la penna non è assolutamente marchiata e monta un bel pennino Omega con condotta "ad albero di Natale", forse questi ultimi non originali...però la penna non ha marchi. Voi che ne pensate?








Online Giuseppe Tubi

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #1 il: Febbraio 27, 2013, 17:20:04 pm »
Direi che non è sorprendente che in questo modello di penna si riscontrino aspetti anomali, pur tenendo da perte la possibilità che nel tempo siano state sostituite parti.
Non ne conosco il motivo, ma pare che vi sia una certa diffusione di queste Ellittica con caratteristiche e marchi difformi; io stesso possiedo un modello del tutto analogo in celuloide blu lapis marchiato "Mengoni", dotato di pennino Minerva, ma col caricamento a pulsante di fondo anziché a leva laterale.
Il mio amico Emilio Dolcini (mi sa che con le penne "gliel'ha data un pò sù"), nella sua monografia sulla OMAS di questo modello mostra esemplari marchiati Ercolessi, Mengoni, Contessa e Medusa, ad una, due o tre vere. 

Offline Ambros

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #2 il: Febbraio 27, 2013, 17:41:33 pm »
Personalmente, sono dell'idea che queste produzioni venivano
approntate in quantità, e solo successivamente "brandizzate"
col marchio di questo o di quello, a seconda di chi le ordinava...

...e quindi oggi capita - con un minimo di frequenza - che se ne possano trovare
senza alcun marchio.

Online Giuseppe Tubi

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #3 il: Febbraio 27, 2013, 18:06:10 pm »
Personalmente, sono dell'idea che queste produzioni venivano
approntate in quantità, e solo successivamente "brandizzate"
col marchio di questo o di quello, a seconda di chi le ordinava...

...e quindi oggi capita - con un minimo di frequenza - che se ne possano trovare
senza alcun marchio.
Credo anch'io che questa sia la spiegazione.
Mi sentirei di dire che si tratti di una politica abbastanza analoga a quella attuata da Aurora con lo "scafo" della Selene, che si ritrova assai spesso con tantissimi marchi, alcuni molto frequenti, altri assai meno.
La piccola ma sostanziale differenza è che la clip, piuttosto particolare, della Selene restò una caratteristica esclusiva dell'originale, che la rendeva facilmente riconoscibile dall'altra produzione.

Online turin-pens

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R: Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #4 il: Febbraio 28, 2013, 00:24:38 am »
Anche per me la il modello ellittica piace molto e anzi la ritengo a livello di design una delle penne italiane del periodo stilisticamente più riuscite ed eleganti.
Una domanda ma secondo voi questo modello è del periodo Minerva pre Omas o durante Omas?

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Offline Parcival

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #5 il: Febbraio 28, 2013, 07:54:49 am »
 :set2010090:

Online Giuseppe Tubi

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Re:R: Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #6 il: Febbraio 28, 2013, 10:00:09 am »
Anche per me la il modello ellittica piace molto e anzi la ritengo a livello di design una delle penne italiane del periodo stilisticamente più riuscite ed eleganti.
Una domanda ma secondo voi questo modello è del periodo Minerva pre Omas o durante Omas?

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E' una bella domanda che s'inserisce in una questione tutt'altro che semplice e lineare, come quella dei rapporti tra OMAS e MINERVA.
Cercando di ragionare in modo oggettivo e non guidato solo da una fede integralista, ci sono delle valutazioni di fondo che vale la pena di tenere presenti.
Qualunque sia la verità è indubbio che il rapporto tra Omas e Minerva è totalmente diverso da quello, per esempio, tra Aurora ed Olo.
Nel secondo caso i modelli sono grossomodo i medesimi, differenziati solo da pochi particolari e da un livello di finitura che nelle Aurora è generalmente un pò superiore. Pur non essendo un esperto, mi sembra piuttosto calzante un parallelo con Rolex/Tudor nel campo degli orologi.
Tra le penne a marchio Omas e quelle Minerva invece le similitudini sono assai più sfumate, se si eccettuano alcuni casi comunque riferiti alla produzione più tarda; mi riferisco alle penne da scrivania, alla Minerva 60 ed alla Trasparente, che utilizzano la medesima meccanica delle coeve Omas a stantuffo.
Per il resto la produzione è decisamente distinta e le analogie limitate a particolari quali la leva di carica, la vera grecata, diffusori, ecc.. Ritengo quindi che se la proprietà dei marchi era la medesima, dovevano esserci linee di produzione parimenti distinte. Vero che è anche possibile si programmassero settaggi delle macchine differenti in funzione del marchio da produrre, ma questa ipotesi mi appare molto teorica, poiché già per un solo marchio la produzione doveva prevedere Più formati e modelli.
Dolcini, nel dare atto che le penne Minerva esistessero già 1917, ci riferisce nel suo libro che il marchio Minerva fu ufficialmente introdotto da Omas nel 1934 "per occupare una fascia di mercato più vasta di quella presidiata dalle splendide Omas Extra". E' pertanto da ritenere che esistano documenti attestanti tale affermazione.
Resta tuttavia aperta una questione grande come l'oceano: non è affatto detto che essere titolari di un marchio comporti necessariamente esserne anche i produttori.
Poiché grazie allo spirito d'osservazione ed alla competenza sulle lavorazioni meccaniche dei nostri Murrau si è cominciata a fare strada (nello sconcerto di molti*) l'ipotesi che la produzione Omas ante Lucens fosse stata affidata a terzi, non mi sembra troppo azzardato pensare che gli stessi "terzi" abbiano continuato a produrre la Minerva per conto di Omas sino a quando la casa bolognese non ha ritenuto di produrre in proprio anche tale marchio.
Forse andiamo nel campo della fantasia, ma perché non si può immaginare che i "terzi" producessero già le Minerva per i precedenti proprietari del marchio e che magari abbiano fatto anche da intermediari per l'acquisto del predetto da parte di Simoni?
Cielo, nello sproloquio dimenticavo di dare la mia risposta: pre produzione Omas, (forse) post acquisizione del marchio.

* Chissà poi perché una tale eventualità viene vissuta come una diminutio dell'inventiva e della genialità di Simoni; un oggetto nasce bello, elegante innovativo ecc, non solo per l'opera di chi l'ha realizzato, bensì soprattutto per le capacità di chi l'ha progettato.

Offline Macchia Nera

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #7 il: Febbraio 28, 2013, 12:43:54 pm »
Mah, nel mio piccolo mi accontenterei già di sapere se pennino e condotta Omega fossero stati montati in origine.

Per quel che ne so poi, Safis potrebbe aver prodotto Omas, come pure il contrario.

Online turin-pens

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R: Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #8 il: Febbraio 28, 2013, 15:17:14 pm »
Mah, nel mio piccolo mi accontenterei già di sapere se pennino e condotta Omega fossero stati montati in origine.

Per quel che ne so poi, Safis potrebbe aver prodotto Omas, come pure il contrario.

Molto difficile sapere se pennino e condotta siano corretti oppure no specialmente se la penna (corpo e cappuccio) non ha loghi o firme di nessun genere. In casi come questo un penna in bianco può essere tutto e il contrario di tutto tanto Omega quanto Warranted o qualsiasi altro marchio.
Per me a vederla così sembrerebbe più Columbus e quindi Omega in qualche modo calzerebbe ancor di più.

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Offline Macchia Nera

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Re:R: Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #9 il: Febbraio 28, 2013, 17:28:24 pm »
Molto difficile sapere se pennino e condotta siano corretti oppure no specialmente se la penna (corpo e cappuccio) non ha loghi o firme di nessun genere. In casi come questo un penna in bianco può essere tutto e il contrario di tutto tanto Omega quanto Warranted o qualsiasi altro marchio.
Per me a vederla così sembrerebbe più Columbus e quindi Omega in qualche modo calzerebbe ancor di più.

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E' vero, Columbus produsse modelli simili. Però questa è identica, misure incluse, alle Minerva Ellittica.

Offline alfredop

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #10 il: Febbraio 28, 2013, 17:31:07 pm »
Non me ne intendo moltissimo, ma quel pennino mi sembrerebbe più adatto ad una rientrante.

Alfredo

Online turin-pens

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R: Re:R: Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #11 il: Febbraio 28, 2013, 21:52:19 pm »
Molto difficile sapere se pennino e condotta siano corretti oppure no specialmente se la penna (corpo e cappuccio) non ha loghi o firme di nessun genere. In casi come questo un penna in bianco può essere tutto e il contrario di tutto tanto Omega quanto Warranted o qualsiasi altro marchio.
Per me a vederla così sembrerebbe più Columbus e quindi Omega in qualche modo calzerebbe ancor di più.

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E' vero, Columbus produsse modelli simili. Però questa è identica, misure incluse, alle Minerva Ellittica.

E quali prove ci sono che le Minerva ellittica siano state prodotte esclusivamente da Omas?

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Online turin-pens

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R: Re:R: Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #12 il: Febbraio 28, 2013, 22:15:17 pm »
Anche per me la il modello ellittica piace molto e anzi la ritengo a livello di design una delle penne italiane del periodo stilisticamente più riuscite ed eleganti.
Una domanda ma secondo voi questo modello è del periodo Minerva pre Omas o durante Omas?

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E' una bella domanda che s'inserisce in una questione tutt'altro che semplice e lineare, come quella dei rapporti tra OMAS e MINERVA.
Cercando di ragionare in modo oggettivo e non guidato solo da una fede integralista, ci sono delle valutazioni di fondo che vale la pena di tenere presenti.
Qualunque sia la verità è indubbio che il rapporto tra Omas e Minerva è totalmente diverso da quello, per esempio, tra Aurora ed Olo.
Nel secondo caso i modelli sono grossomodo i medesimi, differenziati solo da pochi particolari e da un livello di finitura che nelle Aurora è generalmente un pò superiore. Pur non essendo un esperto, mi sembra piuttosto calzante un parallelo con Rolex/Tudor nel campo degli orologi.
Tra le penne a marchio Omas e quelle Minerva invece le similitudini sono assai più sfumate, se si eccettuano alcuni casi comunque riferiti alla produzione più tarda; mi riferisco alle penne da scrivania, alla Minerva 60 ed alla Trasparente, che utilizzano la medesima meccanica delle coeve Omas a stantuffo.
Per il resto la produzione è decisamente distinta e le analogie limitate a particolari quali la leva di carica, la vera grecata, diffusori, ecc.. Ritengo quindi che se la proprietà dei marchi era la medesima, dovevano esserci linee di produzione parimenti distinte. Vero che è anche possibile si programmassero settaggi delle macchine differenti in funzione del marchio da produrre, ma questa ipotesi mi appare molto teorica, poiché già per un solo marchio la produzione doveva prevedere Più formati e modelli.
Dolcini, nel dare atto che le penne Minerva esistessero già 1917, ci riferisce nel suo libro che il marchio Minerva fu ufficialmente introdotto da Omas nel 1934 "per occupare una fascia di mercato più vasta di quella presidiata dalle splendide Omas Extra". E' pertanto da ritenere che esistano documenti attestanti tale affermazione.
Resta tuttavia aperta una questione grande come l'oceano: non è affatto detto che essere titolari di un marchio comporti necessariamente esserne anche i produttori.
Poiché grazie allo spirito d'osservazione ed alla competenza sulle lavorazioni meccaniche dei nostri Murrau si è cominciata a fare strada (nello sconcerto di molti*) l'ipotesi che la produzione Omas ante Lucens fosse stata affidata a terzi, non mi sembra troppo azzardato pensare che gli stessi "terzi" abbiano continuato a produrre la Minerva per conto di Omas sino a quando la casa bolognese non ha ritenuto di produrre in proprio anche tale marchio.
Forse andiamo nel campo della fantasia, ma perché non si può immaginare che i "terzi" producessero già le Minerva per i precedenti proprietari del marchio e che magari abbiano fatto anche da intermediari per l'acquisto del predetto da parte di Simoni?
Cielo, nello sproloquio dimenticavo di dare la mia risposta: pre produzione Omas, (forse) post acquisizione del marchio.

* Chissà poi perché una tale eventualità viene vissuta come una diminutio dell'inventiva e della genialità di Simoni; un oggetto nasce bello, elegante innovativo ecc, non solo per l'opera di chi l'ha realizzato, bensì soprattutto per le capacità di chi l'ha progettato.

Impossibile non essere d'accordo con quanto scritto dal nostro Tubi!

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #13 il: Marzo 01, 2013, 10:26:51 am »
Vorrei fare ancora una riflessione sull'argomento Minerva; un pò collaterale a quello trattato, ma nemmeno troppo.
Si tratta della Minerva Trasparente e della sua collocazione temporale. Purtroppo è una penna di cui non possiedo neppure un esemplare; me ne sono capitate alcune nere, ma francamente in quel colore mi ha suscitato davvero poche pulsioni...
Mi scuserà quindi il buon Gigi se per il ragionamento che vado a fare prendo in prestito una sua foto del forum. Ma veniamo al dunque.
Omas adotta il caricamento a stantuffo "classico" nella produzione posteriore a Lucens ed Extra Lucens, a quanto ci dicono i testi intorno al 1946. Sembrerebbe farlo con una serie di penne dalla forma classica, battezzate a seconda del formato 557, 556, 555, ma che portano inciso il solo marchio Omas Extra. Il meccanismo adottato ricorda molto quello della Pelikan 100N: l'intero gruppo può essere separato tramite una ghiera collocata tra fondello girevole e corpo.
Non se ne conosce, direi, il motivo, ma dopo un paio d'anni Omas cambia radicalmente il proprio caricamento a stantuffo, ed anche se esteriormente l'unica differenza visibile è la mancanza della ghiera che separa il corpo dal fondello, meccanicamente le differenze sono sostanziali: all'interno del corpo sono infatti ora ricavate le guide che impediscono la rotazione del pistone, ovvero la penna è parte integrante del sistema di carica.
Nelle foto si può vedere come sia la penna nera (556) con tre anelli al cappuccio, sia la penna da scrivania, sia la Minerva trasparente adottino uno stantuffo del primo tipo. La Milord grigia mostra invece il secondo tipo di meccanismo.
Verrebbe quindi da pensare che la "Trasparente" appartenga al periodo in cui la produzione a marchio Minerva da parte della proprietaria Omas avveniva "in house"; data la limitata durata dello stantuffo del primo tipo, viene altresì da ritenere che le penne riprodotte debbano essere più o meno coeve. Eppure anche i testi più recenti datano la Trasparente addirittura di una decina d'anni antecedente alle Omas, indicando per i primi modelli "di transizione" con il fondello zigrinato, la metà degli anni trenta come inizio produzione.
Anche volendo lecitamente immaginare che la casa bolognese abbia voluto utilizzare il marchio Minerva per testare le reazioni del mercato, lo scarto è decisamente eccessivo.
Personalmente sono dell'idea che, fatta salva la mancanza di prove certe, la datazione della Trasparente debba essere posticipata.
Il forum che ne pensa?
P.S. forse sarebbe da valutare l'opportunità di uno spostamento nel "brianstorming"
   

Offline Macchia Nera

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Re:Minerva Ellittica tartaruga
« Risposta #14 il: Marzo 01, 2013, 18:20:27 pm »
Non me ne intendo moltissimo, ma quel pennino mi sembrerebbe più adatto ad una rientrante.

Alfredo

Potrebbe anche essere. La spalla è abbastanza stretta. Dalle scritte potrebbe anche essere. Per quanto riguarda la numerazione non saprei.

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