Autore Topic: Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande  (Letto 2056 volte)

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Online turin-pens

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Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande
« il: Gennaio 11, 2013, 11:53:18 am »
Quasi certamente la maggior parte di noi non ha mai sentito parlare della Società Nebiolo e devo ammettere che se non fosse stato per un caro amico di famiglia, nemmeno io avrei mai saputo della sua esistenza.

Eppure la società Nebiolo fu come molte altre aziende nate a Torino, una grande industria famosa in tutto il mondo capace di produrre delle cose incredibili che ancora oggi fanno impallidire le più moderne tecnologie.

Partiamo dall'inizio e raccontiamo rapidamente un paio di notizie. La Nebiolo nasce a Torino all'incirca nel 1852 come fonderia di caratteri arrivando ad avere oltre 250 dipendenti e rimarrà operativa fino al 1993 quando dichiarerà fallimento cessando ogni genere di attività.

Vorrei però, al di la di ogni cenno storico, portare all'attenzione il grado di specializzazione e qualità che questa società raggiunse nel corso del tempo.
Come ho accennato, se non fosse stato per un caro amico di famiglia, anche io sarei rimasto all'oscuro delle vicende di questa fabbrica almeno fino a quando non mi venne donato un piccolissimo pezzettino di metallo imbustato.
Avete presente le bustine con cui si conservano le monete? ecco una bustina del genere con all'interno una piccolissima barretta di mettallo che misura all'incirca 25,5mm x 3,6mm 2,5mm. Insieme alla barretta di mettallo c'è un piccolo foglietto di carta con scritto Società Nebiolo Torino.
Apparentemente nulla di particolare, tra l'altro nel foglietto, c'è anche scritto l'Ave Maria ed io tra me e me ho pensato sarà qualcosa di religioso...

Questo sarebbe anche vero se non fosse che sempre nel foglietto c'è un piccolo riquadro bianco bordato di verde con una linea che mette in relazione l'Ave Maria con quanto contenuto nel riquadro.

Incuriosito chiedo all'ora che cos'è esattamente e mi viene spiegato che quello è un carattere tipografico o meglio un dimostratore tecnologico di quello che la Nebiolo era in grado di fare. Infatti l'ave maria riportato sul foglietto e nel riquadro, altro non è che quanto c'è sulla barretta di metallo ma non sul lato lungo ma ad una sua estremità larga esattamente 2,33mm x 3,38mm.

All'interno di un'area così piccola, riuscirono a mettere non soltanto il testo ma anche i margini e i bordi e il tutto perfettamente utilizzabile e leggibile.

La cosa incredibile e che oggi pur utilizzando scanner ad altissima risoluzione o macchine fotografiche digitali ad elevata densità di pixel, la riproduzione risulta impastata e priva di dettaglio quando invece nella realtà pur essendo di dimensioni infinitesimali, è nitidissimo e leggibilissimo.

Ecco il primo raffronto. L'immagine a sinistra è il foglietto originale scannerizzato a 300dpi, mentre a destra c'è il testo nel riquadro bianco bordato di verde scannerizzato a 9600dpi ottici non interpolati.



Prossimamente fotograferò in dettaglio la barretta di metallo con testo annesso.



Online Giuseppe Tubi

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Re:Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande
« Risposta #1 il: Gennaio 11, 2013, 19:31:17 pm »
Interessante.... ed anche un pò stupefacente.

Online turin-pens

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R: Re:Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande
« Risposta #2 il: Gennaio 12, 2013, 22:18:25 pm »
Interessante.... ed anche un pò stupefacente.

Assolutamente stupefacente. Oggi armato di tutta la mia buona volontà e di un set fotografico da far invidia alla serie CSI ho provato a forografare in dettaglio il punzone ma zero, nemmeno con tre tubi di prolunga sono riuscito ad ottenere una immagine degna di nota e non nego che la cosa mi causi anche un certo giramento di pxxxx!

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Offline Marlowe

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Re:Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande
« Risposta #3 il: Gennaio 13, 2013, 01:10:43 am »
Riprendendo  quanto scritto in altro topic, lo si può assimilare ad un wafer di silicio ante litteram?

Online turin-pens

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Re:Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande
« Risposta #4 il: Gennaio 13, 2013, 12:22:54 pm »
Riprendendo  quanto scritto in altro topic, lo si può assimilare ad un wafer di silicio ante litteram?

No è proprio un carattere tipografico fatto da barretta di metallo. Però a differenza dei caratteri tipografici standard che contengono per l'appunto un solo carattere, questo contiene tutta l'Ave Maria.

Però ha qualcosa in comune con il silicio, ovvero il fatto che nel mondo dell'informatica non è raro che sui wafer di silicio e sui microchip vengano impresse con tecnologie di incisione laser alcune immagini, scritte o quant'altro come se fossero delle microscopiche targhette di riconoscimento.

Ecco in questo forse è assimilabile ad un wafer di silicio.

Online Giuseppe Tubi

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Re:R: Re:Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande
« Risposta #5 il: Gennaio 13, 2013, 16:44:17 pm »
Interessante.... ed anche un pò stupefacente.

Assolutamente stupefacente. Oggi armato di tutta la mia buona volontà e di un set fotografico da far invidia alla serie CSI ho provato a forografare in dettaglio il punzone ma zero, nemmeno con tre tubi di prolunga sono riuscito ad ottenere una immagine degna di nota e non nego che la cosa mi causi anche un certo giramento di pxxxx!

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Da qualche giorno sto usando per le macro, con la D5100 di mia moglie, un nuovissimo Nikkor DX Micro 40mm f/2,8G. La capacità d'ingrandimento (senza alcun accessorio aggiunto) la si può vedere nella foto dei punzoni della Wat a leva laminata.
Con un amico abbiamo fatto un cambio con un Leica ELMAR-C 90mm f/4 (quello del corredo della simpatica Leica CL, fatta dalla Minolta), che avevo doppio.
Anche lui si è arreso ed è passato dalla Nikon D7000 (mi pare) alla Fuji X-Pro 1, alla quale il 90 Leica di cui sopra, con l'apposita flangia, si abbina perfettamente essendo piccolissimo e di ottima qualità.
E' molto contento della Fuji, non tanto per le prestazioni quanto per il feeling che questa macchina (forse la sola) sa dare: ti senti "a casa" i comandi sono facili; i più utili sono addirittura diretti, come la sovra e sottoesposizione impostabili con un'apposita rotellina. Un altro amico che fotografa per professione è passato dalla Canon alla X-Pro 1 perché stanco di portarsi dietro svariati chili tra macchina ed obiettivi zoom. Sinceramente devo dar loro ragione; tutte le volte che uso la macchina di mia moglie divento idrofobo vuoi per escludere il flash, vuoi per compensare una luce. Le reflex funzionano Nikon, Canon etc. egregiamente; ma se le usi saltuariamente, da una volta all'altra ti sei dimenticato tutto. Inoltre la Fuji con i tre classici obiettivi grandangolare, normale e tele, se vuoi te li porti dietro nelle tasche di un giubbotto.

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Re:R: Re:Società Nebiolo - Un nome scoparso ma che fun grande
« Risposta #6 il: Gennaio 13, 2013, 20:47:01 pm »
Interessante.... ed anche un pò stupefacente.

Assolutamente stupefacente. Oggi armato di tutta la mia buona volontà e di un set fotografico da far invidia alla serie CSI ho provato a forografare in dettaglio il punzone ma zero, nemmeno con tre tubi di prolunga sono riuscito ad ottenere una immagine degna di nota e non nego che la cosa mi causi anche un certo giramento di pxxxx!

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Da qualche giorno sto usando per le macro, con la D5100 di mia moglie, un nuovissimo Nikkor DX Micro 40mm f/2,8G. La capacità d'ingrandimento (senza alcun accessorio aggiunto) la si può vedere nella foto dei punzoni della Wat a leva laminata.
Con un amico abbiamo fatto un cambio con un Leica ELMAR-C 90mm f/4 (quello del corredo della simpatica Leica CL, fatta dalla Minolta), che avevo doppio.
Anche lui si è arreso ed è passato dalla Nikon D7000 (mi pare) alla Fuji X-Pro 1, alla quale il 90 Leica di cui sopra, con l'apposita flangia, si abbina perfettamente essendo piccolissimo e di ottima qualità.
E' molto contento della Fuji, non tanto per le prestazioni quanto per il feeling che questa macchina (forse la sola) sa dare: ti senti "a casa" i comandi sono facili; i più utili sono addirittura diretti, come la sovra e sottoesposizione impostabili con un'apposita rotellina. Un altro amico che fotografa per professione è passato dalla Canon alla X-Pro 1 perché stanco di portarsi dietro svariati chili tra macchina ed obiettivi zoom. Sinceramente devo dar loro ragione; tutte le volte che uso la macchina di mia moglie divento idrofobo vuoi per escludere il flash, vuoi per compensare una luce. Le reflex funzionano Nikon, Canon etc. egregiamente; ma se le usi saltuariamente, da una volta all'altra ti sei dimenticato tutto. Inoltre la Fuji con i tre classici obiettivi grandangolare, normale e tele, se vuoi te li porti dietro nelle tasche di un giubbotto.

Gran bella macchina la Fuji X-Pro 1 e gran bell'obiettivo il micro 40mm Dx che su formato ridotto è un 60mm equivalente. Non lo possiedo direttamente ma l'ho utilizzato varie volte e ne sono sempre stato favorevolmente colpito.
Io personalmente utilizzo il 105micro e l'85 micro tilt/shift due obiettivi che mi hanno sempre divertito molto e che mi hanno date parecchie soddisfazioni.
Non nego però anzi non l'ho mai nascosto che la X-Pro 1 solletica parecchio il mio palato in quanto la ritengo oltre che valida ed esteticamente molto bella anche utilizzabile con soddisfazione e apprezzamento, specialmente per quel meraviglioso sensore privo di filtro anti-alising il che permette fotografie di assoluta pulizia e ricche di tonalità con una notevole latitudine di posa.

Mi rimetto al lavoro per tirare fuori qualche fotografia valida del punzone Nebiolo.

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