Autore Topic: Recensione: Rohrer & Klingner - Blau Permanent  (Letto 1546 volte)

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Offline Phormula

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Recensione: Rohrer & Klingner - Blau Permanent
« il: Novembre 07, 2016, 18:39:06 pm »
Rohrer & Klingner – Blau Permanent
Ecco la recensione di questo inchiostro, per la quale desidero ringraziare Marco della “Casa della Stilografica”, che ha messo a disposizione il calamaio utilizzato per questa prova.

Premessa
La maggior parte delle persone associano la città di Lipsia al suo passato musicale, oltre ad avere dato i natali a Richard Wagner, questa città della Sassonia è stata la dimora di Johan Sebastian Bach per oltre vent’anni. Oltre alla musica, o forse grazie anche a questa, Lipsia vanta una ampia produzione letteraria ed è sede di una importante fiera del libro. Tipici di Lipsia sono i libri in miniatura, ovvero libri delle dimensioni di pochi centimetri, al punto da stare sul palmo di una mano. Una città importante per le arti grafiche non poteva essere la casa di un produttore di inchiostri. Rohrer & Klingner è stata fondata a Lipsia nel 1907 da Adolf Rohrer e Felix Arthur Klingner come produttore di inchiostri ed articoli per litografia. Passata relativamente indenne attraverso il quarantennio di governo comunista della Germania dell’Est, l’azienda è giunta alla quinta generazione e continua a realizzare inchiostri e prodotti per litografia e ritocco. Nel frattempo la sede si è spostata verso sud-ovest, dalla Sassonia a Zella-Mehlis, nel cuore dei boschi della Turingia, Germania Centrale, anche se sui prodotti resta menzionata la città di Lipsia.
 L’azienda produce inchiostri di vario tipo e per diverse applicazioni: calligrafia, disegno, ritocco, belle arti e scrittura. Alcuni inchiostri sono prodotti seguendo ricette tradizionali e le confezioni ricalcano anche nelle etichette e nell’estetica quelle di un secolo fa. La filosofia della casa è infatti tradizione abbinata a moderni metodi di produzione. Che la tradizione rappresenti uno dei capisaldi di questa azienda tedesca lo si capisce anche dal fatto che vende i propri inchiostri stilografici in calamai in vetro da 50 ml con tappo a vite in metallo, ma non in cartucce, nonostante la maggior parte delle penne stilografiche moderne siano pensate per questo tipo di caricamento. I colori disponibili sono 18. Alcuni di essi hanno nomi di suono italiano, cone “Verdura”, “Solferino” o “Cassia”. Esistono anche il Salix e lo Scabiosa, che sono inchiostri con formulazione ferrogallica, e quindi un tipo di inchiostro destinato a diventare permanente una volta che si è asciugato ed il fenomeno di ossidazione ha avuto luogo. E’ una gamma abbastanza ampia, anche se per i miei gusti sento la mancanza di un blu-nero non ferro gallico. Per la mia recensione ho scelto un blu medio, chiamato “Blau Permanent” (Blu Permanente), anche se in realtà non si tratta di un inchiostro con le caratteristiche di resistenza che il nome lascerebbe intendere.

Presentazione
Minimalista. L’inchiostro viene venduto in un calamaio di vetro marrone scuro da 50 ml, chiuso da un tappo a vite in alluminio dotato di guarnizione. Manca del tutto la tradizionale scatoletta di cartone a proteggere l’inchiostro dalla luce. Più che in un negozio di penne, la boccetta sembrerebbe arrivare dallo scaffale di una vecchia farmacia. La casa consegna i boccettini ai negozi in anonime scatole di cartoncino da tre calamai, con una finestrella centrale che permette di vedere l’etichetta di uno dei tre flaconi. Tutto sommato un approccio che apprezzo, un imballo che non c’è non è destinato a diventare rifiuto e la protezione dalla luce può essere assicurata mantenendo il calamaio in un cassetto, come sto facendo io. Il flacone in vetro ha l’imboccatura molto larga, che permette di caricare senza problemi anche le penne più “cicciotte” e una splendida etichetta che ricalca quelle degli inchiostri del periodo tra le due guerre. Se mai, dato il fondo piatto e la forma circolare, ci potrebbe essere qualche problema quando il livello di inchiostro diventa basso e il pennino non pesca più bene. Il costo è più che ragionevole, circa 6 Euro per il calamaio da 50 ml, quindi solo leggermente più costoso di un Diamine. Si tratta dunque di un inchiostro adatto all’uso quotidiano, anche per uno studente.

Prestazioni
Avendo frequentato a lungo la zona di Lipsia per motivi di lavoro, sono personalmente affezionato a questa zona della Germania in cui conservo ancora molti amici, tant’è che una delle stazioni radio che ascolto più di frequente (via internet) è appunto di quelle parti. Nei confronti di questo inchiostro avevo quindi delle aspettative abbastanza elevate, nonostante il prezzo contenuto. Aspettative che non sono andate deluse, ho provato il Blau Permanent in diverse penne e in tutte si è comportato bene, anche se alcune delle sue caratteristiche diverse cambiano significativamente a seconda della penna con la quale viene usato. Ma andiamo per ordine.

Flusso e lubrificazione
Il flusso è di scuola tedesca, quindi medio. E’ un inchiostro che si presta molto bene ad essere abbinato alle penne tedesche (non scolastiche) che in genere sono caratterizzate da pennini più larghi della media e dal flusso abbondante. Infatti si è sposato molto bene con la Faber Castell e-motion (M) e con la Pelikan 1005 (F), ma va benissimo anche con la Delta Dolce Vita (M). Su questi pennini il flusso medio sembra fatto apposta per esaltare le sfumature. Diventa un po’ problematico sui pennini fini e sulle penne dal flusso magro. Non tanto perché compaiano salti di tratto o mancate partenze, ma perché al diminuire del flusso cambiano saturazione e tonalità. Per certi versi si comporta come il Pelikan 4001 Royal Blue, che tende a diventare slavato se impiegato in penne dal flusso magro, pur non creando problemi. Su penne dal flusso medio o medio-alto non ho riscontrato nessun problema di salti di tratto o mancate ripartenze. Per sperimentare una mancata ripartenza è necessario lasciare la penna senza cappuccio per qualche minuto e comunque, insistendo, il tratto torna subito pieno. Se si cercano inchiostri più fluidi, restando in casa Rohrer & Klingner, ho notato che il Verdgris è più performante da questo punto di vista. Nonostante il flusso nella media, la lubrificazione è sempre adeguata in tutte le condizioni. Non è l’inchiostro da usare per tentare di rimediare ad un pennino che gratta, ma va benissimo sulla carta liscia, che invece diventa problematica con inchiostri fluidi e pennini molto scorrevoli. Per concludere non ho riscontrato particolari problemi nel “rimettere in moto” una penna lasciata inutilizzata per una settimana.

Aspetto cromatico
E’ un bel blu medio, con una leggera sfumatura turchese e una saturazione nella media. E’ molto simile al Diamine Kensington Blue o al Waterman Blue-Black (oggi Mysterious Blue). Rispetto a quest’ultimo è forse un pochino più chiaro. Il colore riportato sul flacone non è molto attendibile, l’inchiostro reale è più chiaro e meno saturo. In realtà il colore cambia molto a seconda del tipo di penna. La componente turchese diventa più evidente al diminuire della saturazione, al punto che può apparire slavato su una penna dal flusso magro. Infatti, se impiegato su una penna adeguata, presenta sfumature molto evidenti, con cambi di colore e di saturazione a seconda della quantità di inchiostro nel tratto. Non sembra soffrire molto di fenomeni di ossidazione, lasciando la penna senza cappuccio per un po’ e ricominciando a scrivere, il fenomeno di cambiamento di tonalità nella prima riga è molto meno evidente che con altri inchiostri di saturazione analoga. E’ un vero inchiostro stilografico e riflette la competenza ed il bagaglio tecnico della casa. Personalmente è un colore che apprezzo molto in condizioni di saturazione medio-alta, al punto che ho deciso di dedicarlo ad una penna dal flusso almeno medio e dal pennino relativamente flessibile, situazione con cui esso sembra sposarsi al meglio. La situazione opposta (pennino rigido e flusso magro) per qualcuno potrebbe essere una delusione. Consiglio, come ho fatto io, di provarlo su più di una penna, per vedere quale tra quelle che si posseggono ne esalti al meglio le caratteristiche. Non che sulle altre vada male, ma è come mangiare un toast al formaggio accompagnato da un calice di vino pregiato, le due cose non si sposano molto tra loro. Inoltre consiglio di valutare il colore dopo che l’inchiostro si è asciugato, la componente turchese è molto più evidente in fase di scrittura, al punto che all’inizio mi aveva lasciato un po’ perplesso, e scompare in gran parte durante l’asciugatura, sopraffatta da quella blu media. La corrispondenza tra il nome e la tonalità mi lascia un po’ perplesso. Se il termine “permanente” non si riferisce alla sua resistenza, non saprei spiegare come possa in qualche modo riferirsi alla tonalità.

Feathering/Bleed Through
Complici il flusso e la saturazione nella media, sono praticamente assenti, a meno di non volerli proprio andare a cercare, utilizzandolo su carta scadente con penne dal flusso elevato, ma in questa situazione il problema si manifesterebbe con qualsiasi inchiostro. E’ un inchiostro che si presta all’utilizzo su una ampia gamma di tipi di carta, con l’unica eccezione degli estremi. L’ho provato sia sulla classica carta Rhodia o Clairefontaine che uso per i miei appunti, sia sulla carta “modello carta da cucina” di tipo economico che uso per le annotazioni in ufficio e se l’è cavata egregiamente. L’unica avvertenza è stata adattare la penna al tipo di carta, utilizzando un pennino più sottile sulla carta più scadente. Dà il meglio di sé sulle carte poco assorbenti, che ne esaltano maggiormente le sfumature.

Asciugatura/Resistenza all’acqua
E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. O meglio lo è solo nel nome. Il tempo di asciugatura è stato una piacevole sorpresa, perché è inferiore alla media degli inchiostri che ho provato, il che me ne semplifica l’uso con le penne dal flusso abbondante. La prova limite, con la Delta Dolce Vita sulla carta Clairefontaine da 90 g/m^2, dalla superficie particolarmente vellutata e che quindi non facilita l’assorbimento dell’inchiostro ha dato un tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina o toccare il testo senza problemi, di circa 12 secondi, che ho visto ridursi a 5-6 utilizzando una penna dal flusso meno abbondante o una carta meno vellutata. Si tratta di una caratteristica che lo ha fatto entrare di diritto tra i miei inchiostri di uso quotidiano.
 La resistenza all’acqua è appunto la caratteristica sulla quale l’inchiostro non tiene fede al proprio nome. Come si può vedere dall’immagine, il Blau Permanent è tutt’altro che permanente, anche se ad onor del vero e a differenza di tanti altri inchiostri, il testo mantiene comunque una certa leggibilità anche sulla carta Clairefontaine, che non è particolarmente assorbente. Una volta che l’inchiostro si è asciugato, a meno di non avere una sudorazione alle mani particolarmente copiosa, l’inchiostro è abbastanza resistente al contatto accidentale con i polpastrelli. Si possono girare le pagine toccando il testo scritto con le dita senza paura di creare sbavature. Direi che da questo punto di vista il Blau Permanent se la cava un po’ meglio rispetto alla media, ma non raggiunge certo le prestazioni di un inchiostro ferrogallico, che comunque è presente nella gamma Rohrer & Klingner in due tonalità (Salix e Scabiosa).
 Gli inchiostri stilografici Rohrer & Klingner godono della fama di inchiostri che non rovinano le penne e, per quella che è stata la mia esperienza sinora, posso confermare. Ho provato questo inchiostro in più penne, alla ricerca di quella che ne esaltasse al meglio le caratteristiche, e in nessun caso ho avuto problemi nel disinchiostrare. E’ bastato il classico lavaggio con acqua fredda sotto il rubinetto per rimuoverne le tracce e rendere la penna immediatamente riutilizzabile con un altro inchiostro.

Utilizzo consigliato

Ambienti di lavoro.
 Abbastanza. O meglio: dipende dalla penna. Va bene in quasi tutte le occasioni con l’eccezione delle più formali, a patto che lo si usi su una penna dal flusso almeno medio, che lo trasforma in un blu medio e ne annulla in gran parte la sfumatura turchese, che invece potrebbe essere fuori luogo in alcune occasioni e porre qualche problema di fotocopiabilità. E’ il blu ideale per chi cerca un blu medio con un minimo di brio, ma senza esagerare per non assistere a qualche alzata di sopracciglio mentre il capo legge la nostra nota. Se invece si è alla ricerca di un maggior livello di understatement, allora è meglio puntare su un nero o su un blu-nero. Non essendo un inchiostro permanente, non è da prendersi in considerazione per tutte le situazioni in cui questa caratteristica è richiesta.

Studenti.
 Penso che sia un inchiostro ideale, non troppo serio ma nemmeno troppo vivace. Va bene sia per le proprie annotazioni che per i compiti in classe e si comporta egregiamente su molti tipi di carta. I tempi di asciugatura molto rapidi e la resistenza all’acqua superiore alla media sono vantaggi aggiuntivi per uno studente. Potrebbe presentare qualche limite su penne scolastiche dal flusso particolarmente magro, che lo rendono poco saturo e ne esaltano la componente turchese, a meno che non si vada espressamente in cerca di questa caratteristica. Su una penna dal flusso medio rappresenta una ottima alternativa al Royal Blue, anche se rispetto a molti Royal Blue, non è cancellabile con l’apposito sradicatore.

Correzioni/Annotazioni.
 Va abbastanza bene per correggere o fare annotazioni su pagine stampate in nero, situazione in cui risalta rispetto al testo. Non va per niente bene se il testo è scritto con un altro inchiostro blu, dal momento che la sua tonalità non si discosta sufficientemente da quella di un blu standard.

 Personale.

 E’ un inchiostro che si presta benissimo anche all’uso personale, sia per le sue caratteristiche comportamentali, che per il colore, un giusto equilibrio tra serietà e brio. Dal momento che alcune penne ne esaltano molto le sfumature, consiglio di investire un po’ del proprio tempo alla ricerca della penna migliore, dal momento che un tratto ricco di sfumature è una caratteristica molto gradita e ricercata nei propri diari e scritti personali.

Conclusioni
Tutto sommato devo ammettere che le mie aspettative non sono andate deluse, ho trovato un inchiostro con una tonalità che mi piace e con un comportamento che lo rende utilizzabile con soddisfazione in molte delle mie penne. Alcune sue caratteristiche, come i tempi di asciugatura e la resistenza all’acqua, me lo hanno fatto apprezzare. Insieme al prezzo contenuto, mi hanno spinto ad inserirlo tra gli inchiostri di uso quotidiano, come blu medio in calamaio. Fosse disponibile anche in cartucce, penso che lo userei anche sulle penne che porto con me in viaggio, ma la casa a quanto pare ha deciso di non commercializzare i propri inchiostri in cartuccia. Devo però sottolineare che non sono particolarmente amante dei blu vivaci, dei tratti fini e delle penne con flusso molto magro, situazioni in cui (secondo me) il Rohrer & Klingner Blau Permanent presenta alcuni limiti. Ripeto ancora una volta che questo inchiostro dà il meglio di sé in penne dal flusso almeno medio e con un pennino che esalta le sfumature, per cui suggerisco qualche prova per trovare l’abbinamento migliore. In caso contrario si rischia di restare delusi. In questo momento ho inchiostrata la Delta Dolce Vita Pistone con pennino M, ma in futuro potrei dedicarlo permanentementemente alla Pelikan M600.

Infine, rinnovo i ringraziamenti a Marco della “Casa della Stilografica”, per avermi messo a disposizione il calamaio utilizzato per questa recensione.

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