Pennamania by I.F.P.A. - Il network Italiano della Penna Stilografica

Miscellanea & Co. => BRAINSTORMING => Topic aperto da: maxpen2012 - Maggio 14, 2014, 11:50:54 am

Titolo: Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: maxpen2012 - Maggio 14, 2014, 11:50:54 am
Non sapevo dove mettere questo topic, la penna di cui voglio parlare non è su Ebay,
ho pensato di segnalare qui questa penna, per mostrare di cosa sono capaci ormai, anche
grazie ai nuovi macchinari a controllo elettronico, gli artigiani restauratori (e ricostruttori)
nel campo delle stilografiche antiche e di pregio.
In questo caso si tratta di una persona ben nota nel settore, e assolutamente corretta, che
ha fedelmente dichiarato nei minimi particolari le modalità del suo intervento...
Purtroppo altri personaggi non sono altrettanto onesti, e questo fa sì che ormai il mercato
delle penne d'epoca sia inquinato ed infestato da una quantitá di falsi tale, e oltretutto
di qualitá impeccabile, da impensierire seriamente  noi collezionisti di penne vintage...
Infatti chi di noi sarebbe stato in grado di distinguere questa splendida (e costosa) penna
da una originale dell'epoca?     Ve lo dico io,  nessuno...   Meditate, gente, meditate...
La penna è una Montblanc 146 green, e sta qui: www.penboard.de/shop/whatsnew     item40293

Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Giuseppe Tubi - Maggio 14, 2014, 12:00:27 pm
Applausi a Tom.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Massimo - Maggio 14, 2014, 12:07:14 pm
Oramai siamo in balia dei falsari, come giustamente ha detto Max non è più possibile riconoscere l'originale, si deve solo andare a fiducia e sapere chi te la vende.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: maxpen2012 - Maggio 14, 2014, 12:15:44 pm
Oramai siamo in balia dei falsari, come giustamente ha detto Max non è più possibile riconoscere l'originale, si deve solo andare a fiducia e sapere chi te la vende.

Va però detto che questi interventi non sono poi alla portata di tutti ( in questo caso non
si tratta di Tom, Tubi,  ma di un suo sodale altrettanto valente ) e che comunque sono
economicamente convenienti solo per penne di un certo livello...
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Giuseppe Tubi - Maggio 14, 2014, 12:23:15 pm
Oramai siamo in balia dei falsari, come giustamente ha detto Max non è più possibile riconoscere l'originale, si deve solo andare a fiducia e sapere chi te la vende.

Va però detto che questi interventi non sono poi alla portata di tutti ( in questo caso non
si tratta di Tom, Tubi,  ma di un suo sodale altrettanto valente ) e che comunque sono
economicamente convenienti solo per penne di un certo livello...
Allora applausi al sodale.
Ma anche a Tom, che li merita a prescindere.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Massimo - Maggio 14, 2014, 12:26:38 pm
Purtroppo non conosco Tom, spero ad Ottobre a Torino di avere il piacere ed insieme a lui altri amici del forum.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: turin-pens - Maggio 14, 2014, 17:42:10 pm
Personalmente, a livello teorico non ci trovo nulla di strano, a livello pratico mmmmmm sono dubbioso non tanto perché è stato fatto e chi lo ha fatto ma perché è assolutamente impossibile dare una valutazione corretta sulla qualità del lavoro, specialmente con immagini di quella qualità che seppur buone, non sono tali da poter osservare tutti quei micro dettagli utili per capire se la ricostruzione è tale da poter essere valutata come una eccellente ricostruzione o falso.

Anche sulla parola falso, come ho accennato in passato, avrei qualche perplessità nell'utilizzarla. Per me falso è ciò che avendo delle differenze più o meno sostanziali dall'originale, viene spacciato per tale. In questo caso è tutto dichiarato, quindi non si tratta di falso ma di ricostruzione più o meno spinta dell'oggetto.

Oggetto che come scritto anche nel codice deontologico è un prodotto industriale realizzato in serie e fatto per essere riparato e sostituito in ogni sua parte, quindi anche un oggetto originale del periodo giunto fino a noi non ci da nessuna garanzia che sia originale al 100%, infatti non potremmo mai sapere se la penna xyz che ritroviamo ha oppure no ancora lo stesso pennino con cui uscì di fabbrica e così via discorrendo.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Wallygator - Maggio 14, 2014, 18:20:54 pm
In questo caso direi che più che un restauro é una ricostruzione ex novo; complimenti a chi l'ha eseguita e a chi la sta commerciando, poichè dichiara chiaramente tutti gli interventi effettuati....
Ci sarei caduto come un pollo, anche se non l'avrei acquistata in quanto non alla mia portata finanziaria... ...
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: maxpen2012 - Maggio 14, 2014, 19:32:57 pm
Personalmente, a livello teorico non ci trovo nulla di strano, a livello pratico mmmmmm sono dubbioso non tanto perché è stato fatto e chi lo ha fatto ma perché è assolutamente impossibile dare una valutazione corretta sulla qualità del lavoro, specialmente con immagini di quella qualità che seppur buone, non sono tali da poter osservare tutti quei micro dettagli utili per capire se la ricostruzione è tale da poter essere valutata come una eccellente ricostruzione o falso.

Anche sulla parola falso, come ho accennato in passato, avrei qualche perplessità nell'utilizzarla. Per me falso è ciò che avendo delle differenze più o meno sostanziali dall'originale, viene spacciato per tale. In questo caso è tutto dichiarato, quindi non si tratta di falso ma di ricostruzione più o meno spinta dell'oggetto.

Oggetto che come scritto anche nel codice deontologico è un prodotto industriale realizzato in serie e fatto per essere riparato e sostituito in ogni sua parte, quindi anche un oggetto originale del periodo giunto fino a noi non ci da nessuna garanzia che sia originale al 100%, infatti non potremmo mai sapere se la penna xyz che ritroviamo ha oppure no ancora lo stesso pennino con cui uscì di fabbrica e così via discorrendo.

Quel che volevo esprimere segnalando questo splendido ed insolito lavoro non è tanto lo
stupore e l'ammirazione per tanta capacità tecnica, ma piuttosto la mia preoccupazione
come collezionista di penne antiche per il futuro di questa nostra passione...
Mi spiego, se siamo arrivati, grazie anche alle attrezzature odierne ad un tale livello
di perfezione nella riproducibilitá tecnica, questo significa che qualsiasi stilografica,
anche la più rara e preziosa può essere ricreata ex novo, avendone le capacitá e
disponendo dei materiali adatti, come ebanite e celluloidi d'epoca...
Certo non è impresa da tutti, ma se il gioco valesse la candela qualcuno prima o poi
fatalmente finirá per farlo, e questo non è un pensiero consolante per noi collezionisti...
Comunque ho giá visto parti di penne importanti rifatte,e non dichiarate, come cappucci,corpi
e anche "stelle" Montblanc in caseina perfettamente riprodotte, anche con materiali
antichi, e se si può rifare una parte certo si può rifare anche il tutto, e prima o poi
qualcuno, per ora magari tra quelli che non conosciamo, cederá alla tentazione ( se non è giá
successo, e secondo me sta giá succedendo, ho buone ragioni per pensarlo, purtroppo...)
Ora non vorrei però farla tanto tragica, il fenomeno è sicuramente ancora raro e limitato
a penne eccezionali, e comunque la maggior parte di coloro che sono capaci di simili
exploits tecnici sono anche persone perbene, e appassionati collezionisti, che non farebbero
mai cose simili...          ::) ::)  ;) ;D


Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: roberto v - Maggio 14, 2014, 21:09:40 pm
Max,

temo che le tue preoccupazioni siano ben fondate.

Secondo me il fenomeno è ben più esteso di quanto non si creda e soprattutto non credere che ci si arrivi adesso con le macchine a controllo numerico….

I bravi artigiani dalle mani d'oro sono sempre esistiti  :set2010036:
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Giuseppe Tubi - Maggio 14, 2014, 23:07:38 pm
Secondo me la questione è una di quelle sulla quale vale la pena di spendere qualche parola, con la necessaria premessa che c'è una grande soggettività sul come intendere le cose.
In primo sono personalmente convinto che produrre un falso partendo da zero, sia un'impresa tutt'altro che facile e che comporti "spese d'impianto" tutt'altro che irrilevanti. Non dico che il gioco non varrebbe la candela, ma se ne dovrebbero vendere veramente grosse quantità. Alcuni problemi poi non so proprio come potrebbero essere affrontati, emblematico quello del pennino, di simile entità quello del fermaglio.
Esistono è vero casi che semplificano molto i problemi: se qualcuno intendesse a fabbricare delle Duofold mandarine dovrebbe in buona sostanza produrre dolo corpo e cappuccio, potendo contare sull'approvvigionamento delle restanti parti, originali, a prezzi decisamente contenuti.
In pratica, trovato il materiale, risolto il problema del marchio basterebbe disporre dell'attrezzatura e dell'abilità necessaria per portare a termine la missione.
Credo pero che quello della Duofold sia un caso abbastanza unico: difficile trovarne altri dove il colore è una discriminante di così grande rilievo.
Credo che i casi più frequenti di falso siano riconducibili alla tipologia nella quale si è imbattuto Max con l'acquisto di una sedicente Omas stile Duofold jade green che per la presenza della vecchia scritta non completamente asportata si è rilevata essere... proprio una Duofold jade green!
Nella circostanza il lavoro è stato enormemente semplificato dal poter disporre di una penna di partenza del tutto analoga a quella obiettivo.
Si apre poi l'infido capitolo di penne "false" che hanno come base la stessa penna "vera".
Prendiamo in esame il caso della penna che ha fornito lo spunto per questo post: sgombrato il campo sul fine truffaldino, stante la correttezza del venditore che ha dichiarato senza mezzi termini la storia della penna proposta, è opportuno porsi qualche domanda ipotizzando differenti casi:
- ipotesi 1: la penna era originariamente nera e le è stato confezionato un nuovo vestito. In questo caso personalmente mi sentirei di parlare di "falsificazione";
- ipotesi 2: la penna era originariamente così, ma cappuccio o corpo oppure entrambi avevano danni irreparabili e sono stati rifatti.
E qui ci s'ingarbuglia nella classica lana caprina perché il confine tra falso e restauro si fa sfumato ed anche soggettivo nell'intendersi.
Domanda: se in un comò stile impero una colonnina ed un paio di cassetti devastati dai tarli fossero stati rifatti perfettamente, utilizzando un legno identico e le stesse tecniche costruttive, in modo che le parti sostituite risultano totalmente indistinguibili dal resto. Appendendo la cosa, lo considerereste falso? Rinuncereste sdegnati all'acquisto?
Personalmente direi di no. E sono anche un po' in dubbio se vorrei saperlo o meno.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: roberto v - Maggio 14, 2014, 23:17:48 pm
Si ma pensa per esempio alle Aurora Etiopia.

Ora, partendo da una barra di celluloide di colore opportuno, non è difficile che un artigiano la "replichi", magari di celluloide colorata. Basta poi trovare un pennino 2 1/2, la clip e la banda grecata e sei già a buon punto. La cosa un po' più difficile è riprodurre l'aquila, ma se pensi alle cifre di migliaia di Euro che penne simili possono spuntare, ecco che l'investimento nella realizzazione di una matrice risulta remunerativo.

Poi magari di penne ne fai quattro o cinque, le smerci con oculatezza a clienti che vogliono la penna "unica" e ti sei sistemato!

Se lo fanno con i Rolex, ti pare non lo facciano con le penne, che tecnicamente sono ben più semplici da realizzare?

E riguardo al cassettone: sì che lo vorrei sapere, e certo lo vorrei pagare meno che uno con tutti i cassetti originali, ti pare?


Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Wallygator - Maggio 14, 2014, 23:35:26 pm
Il problema, dal mio punto di vista, é limitato alle penne di gran carisma e quotazione; altrimenti ore di lavoro al tornio (anche se non necessariamente a controllo numerico) lucidatura, finiture ecc.. come potrebbero essere ripagate e restituire poi un tornaconto economico? Nel caso di specie le cose possono essere state semplificate dall'utilizzo di pezzi originali, ma anche questi hanno un costo....quindi un'operazione del genere dovrebbe essere antieconomica per penne della quotazione fino a  5/600 Euro e magari anche oltre... altra fattispecie può essere quella che l'oggetto in questione venga anche/soprattutto usato come veicolo pubblicitario per un buon artigiano del settore, che in questo caso pur lavorando con utili risicati sul pezzo in questione, si crea un mercato per interventi più modesti, ma sufficientemente remunerativi.... il mondo della moda insegna
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Giuseppe Tubi - Maggio 14, 2014, 23:36:47 pm
Si ma pensa per esempio alle Aurora Etiopia.

Ora, partendo da una barra di celluloide di colore opportuno, non è difficile che un artigiano la "replichi", magari di celluloide colorata. Basta poi trovare un pennino 2 1/2, la clip e la banda grecata e sei già a buon punto. La cosa un po' più difficile è riprodurre l'aquila, ma se pensi alle cifre di migliaia di Euro che penne simili possono spuntare, ecco che l'investimento nella realizzazione di una matrice risulta remunerativo.

Poi magari di penne ne fai quattro o cinque, le smerci con oculatezza a clienti che vogliono la penna "unica" e ti sei sistemato!

Se lo fanno con i Rolex, ti pare non lo facciano con le penne, che tecnicamente sono ben più semplici da realizzare?

E riguardo al cassettone: sì che lo vorrei sapere, e certo lo vorrei pagare meno che uno con tutti i cassetti originali, ti pare?
Quello dell'Etiopia è forse uno dei casi più favorevoli. Anche se non poi così semplici.
Pensa al puntale, col marchio "Aurora Torino" nell'elissoide impresso su una superficie curva.... Mica facile.
La falsificazione (sempre più raffinata) dei Rolex dimostra che farlo è possibile; ma il fatto che siano prodotti essenzialmente in Cina, dove la mano d'opera ha un costo bassissimo, e che ne facciano milioni di pezzi ha pure un suo significato nel farci comprendere le condizioni necessarie affinché la cosa diventi remunerativa.
Sul cassettone non sono molto convinto: se il restauratore per fare un lavoro a regola d'arte ha dovuto procurarsi l'essenza giusta, d'epoca perché fosse identica a quella d'origine aggiungendo poi metterci dosi massicce di professionalità e mano d'opera, il prezzo non può essere molto più basso rispetto ad uno etichettabile come "originale" a tutti gli effetti.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Massimo - Maggio 15, 2014, 08:41:47 am
Come ha detto Riccardo e Tubi  una penna che ha avuto  lavoro del genere, fino a che punto è un falso, poi non so fino a che punto conviene economicamente.
Finchè non faranno i falsi d'epoca in Cina su larga scala  ricreando  per prima cosa  i materiali originali possiamo stare tranquilli.................o no?
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: turin-pens - Maggio 15, 2014, 10:42:02 am
Rileggendo questa discussione, sono dell'idea che essa rappresenti il proseguimento del discorso sul codice deontologico e pertanto sarei dell'idea di spostare questo argomento in quel topic ma aspetto vostri pareri per prendere la decisione finale.

Detto questo, per mia personalissima opinione, sono dell'idea che sia stata messa troppa carne sul fuoco e troppe cose che anche se indirettamente potrebbero calzare in questo discorso, nella realtà non centrano niente.

Prima di tutto dovremmo arrivare alla definizione condivisa di cosa è falso e cosa non lo è, cos'è una ricostruzione e cosa invece è un restauro. Se non si definiscono per bene queste parole, il campo sarà sempre inquinato da opinioni personali che non faranno altro che distorcere e/o polarizzare il discorso verso dei punti morti, prese di posizione o concetti radicalmente errati.

Faccio un esempio che apparentemente potrebbe calzare come i cavoli a merenda ma che in realtà dovrebbe essere assolutamente sensato.

Qualsiasi corpo umano mediamente sostituisce tutte le cellule del proprio corpo in sette anni, quindi vuol dire che tutti noi ogni giorno siamo in percentuale delle repliche e che parti del nostro corpo sono state sostituite con altre simili e/o identiche. Questo vuol dire che ad esempio da quando sono nato ad oggi, sono stato sostituito per intero almeno 5 volte. Questo con le dovute proporzioni e calcoli percentuali vale per ognuno di voi.

Questo cosa significa? che forse io sono meno originale di me stesso? e voi? e tutte quelle persone che magari hanno un cuore nuovo, un polmone nuovo, un fegato nuovo oppure impianti dentali, protesi d'anca o di ginocchio o che hanno perso tutti i capelli, sono meno originali?

Il famoso tocco di Dio e Adamo della cappella sistina è stato rifatto e quello che si vede non è quello che venne dipinto da Michelangelo, dunque è meno originale? e la Pietà che venne sfigurata in volto e danneggiata in altre parti, dopo il restauro e ricostruzione, è meno originale?

La penna, esattamente come il nostro corpo, la cappella sistina gli orologi e quant'altro, può essere riparata, restaurata e dove necessario sostituita senza che questo ne alteri in alcun modo il valore, la bellezza o ne pregiudichi il funzionamento, tutto questo ovviamente quando e se tali interventi sono fatti a regola d'arte.

Di fatto, la dove il collezionismo viene effettuato su oggetti di concezione industriale e/o artificiale, viene da se che ogni parte può essere sostituita, replicata, ricostruita e così via senza che vi siano apparenti differenze tra il prima e il dopo. Ovviamente anche in questo caso parliamo sempre di lavori eseguiti a regola d'arte.
Ne consegue che se il tutto è eseguito nel migliore dei modi, il pezzo replicato, sarà del tutto indistinguibile da quello che noi erroneamente definiamo originale. 

Ergo, un oggetto è falso soltanto quanto è dichiarato oppure lo è quando differisce da ciò che definiamo originale in modo palese.
Potremmo estendere il concetto che le corna sono tali o se vengono scoperte o se vengono dichiarate, oppure ancora più semplicemente col detto occhio non vede cuore non duole.

Questo ovviamente se diamo per acclarato che l'intervento di sostituzione/replica/ricostruzione è stato eseguito in maniera ineccepibile.

A questo punto entriamo nell'esempio dell'Etiopia che anche se apparentemente coerente col discorso nella realtà dei fatti non centra nulla.
Infatti è cosa risaputa e lo abbiamo visto anche qui su Pennamania che Etiopia false ne sono state fatte varie e in vari coloro e che anche un occhio non tanto esperto è in grado (senza tanti problemi) di riconoscerle e ad oggi, non vi è stato ancora nessuno in grado di replicare un'Etiopia (aquila inclusa) in modo perfetto.
Se ciò un giorno dovesse avvenire allora la replica sarebbe del tutto indistinguibile dall'originale e quindi non potrebbe essere definita falsa.

Errato anche il concetto che la penna necessiti di precisione minore rispetto alla realizzazione di un orologio. Da sempre, molte parti delle penne stilografiche necessitano di precisioni al decimo, al centesimo e al millesimo di millimetro. L'Hastil laccata differisce dall'Hastil ecosteel per lo spessore centesimale della laccatura che deve avere tolleranze ben definite e che hanno richiesto la realizzazione di un progetto nuovo, quindi chi pensa ad esempio che l'Hastil laccata sia soltanto una Hastil ecosteel con del colore sopra è in errore. Altro esempio potrebbe essere la Thesi con inserti in lacca versione che richiedeva una precisione di lavorazione al millesimo di millimetro.

I pennini di qualsiasi penna, richiedono da sempre precisioni di lavorazione al millesimo, questo in parte spiega anche il perché ancora oggi pochissime aziende realizzano i pennini in sede e la maggior parte Omas inclusa da sempre si appoggia a fabbriche esterne e specializzate per realizzarli.

E qui si aprirebbe un altro capitolo, ovvero dato che almeno il 95% delle aziende (Montblanc inclusa) si fece realizzare pennini esternamente, dovremmo considerare originali soltanto quelli che vengono realizzati all'interno delle aziende?
Ergo una Omas che si fa fare i pennini dalla stessa fabbrica che li fa per Visconti, Stipula, Delta, Montblanc, Pelikan etc... e da considerarsi originale? e le altre sono da considerarsi originali?

Se il Pennino della marca X è identico a quello della marca Z e tra di loro differisono soltanto per il nome che ci è impresso sopra sono da considerarsi originali?

Il discorso potrebbe essere pressoché infinito e come accennato sopra finché non si delineano i reali significati di parole come falso, restauro riparazione etc... qualunque cosa si scriverà sarà errato.

Tornando alla penna principe che ha scaturito questo interessante argomento, ci pone davanti ad alcune considerazioni. Se prendiamo per buono quanto scritto nella descrizione, dobbiamo prendere atto che le parti più complesse vedi la minuteria metallica, il pennino, la condotta il sistema di caricamento etc... non sono stati ricostruiti ma sono originali. Questo ci dice già che la reale preparazione tecnica di chi ha ricostruito determinate parti della penna è meno alta del previsto. Una buona condotta di alta qualità ha capillari centesimali e quelle Montblanc d'epoca sia per questo dettagli che per la particolare forma che hanno, sono praticamente impossibili da replicare. Idem la veretta con scritto Maisterstuck etc... oggi si potrebbe pensare di rifarla al laser ma il laser non lavora nello stesso modo del sistema usato in origine e la differenza si vede perché il risultato è diverso.

Dunque l'eventuale scandalo dove sarebbe? perché alcune parti come corpo, cappuccio fondelli etc... sarebbero stati ricostruiti? mmm troppo poco per gridare allo "scandalo" e se chi propone la penna scrive che determinate parti sono state rifatte è perché e consapevole che tra le parti ricostruite e le originali vi è una tale differenza che se non dichiarata, sarebbe palesemente visibile e quindi si potrebbe "gridare" lecitamente al falso? dichiarandolo invece si dice ok è stata rifatta e se lo dico vuol dire che si vede e quindi dichiaro che è ricostruita e quindi non è falsa ma è ricostruita.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: quasimodo - Maggio 15, 2014, 12:17:16 pm
A questo punto entriamo nell'esempio dell'Etiopia che anche se apparentemente coerente col discorso nella realtà dei fatti non centra nulla.
Infatti è cosa risaputa e lo abbiamo visto anche qui su Pennamania che Etiopia false ne sono state fatte varie e in vari coloro e che anche un occhio non tanto esperto è in grado (senza tanti problemi) di riconoscerle e ad oggi, non vi è stato ancora nessuno in grado di replicare un'Etiopia (aquila inclusa) in modo perfetto.
Se ciò un giorno dovesse avvenire allora la replica sarebbe del tutto indistinguibile dall'originale e quindi non potrebbe essere definita falsa.


Mi dispiace ma qui non sono d'accordo.

Supponendo che un artigiano sia in grado di replicare le scritte di una Etiopia in modo anche perfetto da trarre in inganno il collezionista e gli realizzasse un esemplare in celluloide marmorizzata... viola, per dire, e gliela vendesse per originale, per me la penna è falsa, in quanto non uscita dalla fabbrica Aurora negli anni trenta, ma dalla bottega del tornitore di.... Forlì il mese scorso. E questo vale anche se il tornitore avesse una barra di materiale originale bianco da cui ricavarla.

La Montblanc 139 che TW ha realizzato con alcune parti originali (pennino, clip, verette, pistone) e tutto il resto in ebanite fiammata è sì un omaggio, una interpretazione, ma rimane nondimeno un falso "storico" a tutti gli effetti. Ovvio che fintanto che è venduta per tale, va benissimo e anzi tanto di cappello (a me piace più dell'originale), ma se il possessore la volesse rivendere come esemplare unico originale, per me sarebbe solo un truffatore.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: alfredop - Maggio 15, 2014, 12:32:52 pm
A questo punto entriamo nell'esempio dell'Etiopia che anche se apparentemente coerente col discorso nella realtà dei fatti non centra nulla.
Infatti è cosa risaputa e lo abbiamo visto anche qui su Pennamania che Etiopia false ne sono state fatte varie e in vari coloro e che anche un occhio non tanto esperto è in grado (senza tanti problemi) di riconoscerle e ad oggi, non vi è stato ancora nessuno in grado di replicare un'Etiopia (aquila inclusa) in modo perfetto.
Se ciò un giorno dovesse avvenire allora la replica sarebbe del tutto indistinguibile dall'originale e quindi non potrebbe essere definita falsa.


Mi dispiace ma qui non sono d'accordo.

Supponendo che un artigiano sia in grado di replicare le scritte di una Etiopia in modo anche perfetto da trarre in inganno il collezionista e gli realizzasse un esemplare in celluloide marmorizzata... viola, per dire, e gliela vendesse per originale, per me la penna è falsa, in quanto non uscita dalla fabbrica Aurora negli anni trenta, ma dalla bottega del tornitore di.... Forlì il mese scorso. E questo vale anche se il tornitore avesse una barra di materiale originale bianco da cui ricavarla.

La Montblanc 139 che TW ha realizzato con alcune parti originali (pennino, clip, verette, pistone) e tutto il resto in ebanite fiammata è sì un omaggio, una interpretazione, ma rimane nondimeno un falso "storico" a tutti gli effetti. Ovvio che fintanto che è venduta per tale, va benissimo e anzi tanto di cappello (a me piace più dell'originale), ma se il possessore la volesse rivendere come esemplare unico originale, per me sarebbe solo un truffatore.

Concordo con Scipione, premesso che tra una 146 vintage e la 146 proposta in questo thread, probabilmente sceglierei quest'ultima per avere maggiori garanzie di funzionamento (ovvero è sicuro che non serve un altro restauro e che la penna durerà per anni), per me quando si acquista un oggetto è importante conoscere la provenienza di quell'oggetto. Se fossi realmente interessata ad una Etiopia potrei accontentarmi anche di una sua replica, ma ne vorrei essere consapevole e la vorrei pagare anche molto meno (e se il costo di produzione è elevato, per me si può anche non produrre).

Alfredo
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: turin-pens - Maggio 15, 2014, 13:48:01 pm
A questo punto entriamo nell'esempio dell'Etiopia che anche se apparentemente coerente col discorso nella realtà dei fatti non centra nulla.
Infatti è cosa risaputa e lo abbiamo visto anche qui su Pennamania che Etiopia false ne sono state fatte varie e in vari coloro e che anche un occhio non tanto esperto è in grado (senza tanti problemi) di riconoscerle e ad oggi, non vi è stato ancora nessuno in grado di replicare un'Etiopia (aquila inclusa) in modo perfetto.
Se ciò un giorno dovesse avvenire allora la replica sarebbe del tutto indistinguibile dall'originale e quindi non potrebbe essere definita falsa.


Mi dispiace ma qui non sono d'accordo.

Supponendo che un artigiano sia in grado di replicare le scritte di una Etiopia in modo anche perfetto da trarre in inganno il collezionista e gli realizzasse un esemplare in celluloide marmorizzata... viola, per dire, e gliela vendesse per originale, per me la penna è falsa, in quanto non uscita dalla fabbrica Aurora negli anni trenta, ma dalla bottega del tornitore di.... Forlì il mese scorso. E questo vale anche se il tornitore avesse una barra di materiale originale bianco da cui ricavarla.

La Montblanc 139 che TW ha realizzato con alcune parti originali (pennino, clip, verette, pistone) e tutto il resto in ebanite fiammata è sì un omaggio, una interpretazione, ma rimane nondimeno un falso "storico" a tutti gli effetti. Ovvio che fintanto che è venduta per tale, va benissimo e anzi tanto di cappello (a me piace più dell'originale), ma se il possessore la volesse rivendere come esemplare unico originale, per me sarebbe solo un truffatore.

Non è mia intenzione convincere a tutti i costi ma quanto descritto da te contiene alcune dissonanze come ad esempio l'opinione personale quindi soggettiva e non oggettiva (che invece dovrebbe essere il filo conduttore) e poi il concetto di trarre in inganno.
Se così fosse, allora si appaleserebbe il fatto che tale creazione sarebbe simile ma non uguale all'originale, quindi distinguibile da essa.
Non uguaglianza che se non comunicata dal presunto realizzatore, classificherebbe l'oggetto del contendere come falsa, se invece tale non uguaglianza è comunita allora l'oggetto in questione non è identificabile come falso ma come ricostruzione.

Parafrasando quanto scritto da te allora ad esempio i pennini Visconti pur essendo firmati Visconti non sono originali in quanto esattamente come l'Etiopia del tuo caso, non usciti dalla casa Visconti. Ergo pur avendo il marchio Visconti tali pennini non sono originali Visconti ma eventualmente sarebbero da ritenere esclusivame te originali Bock e quindi le penne Visconti almeno in parte non sarebbero originali in quanto i pennini non sono nati in casa propria.
E questo esempio sarebbe replicabile ad almeno il 90% delle fabbriche passate, presenti certamente, future non so perché non sono un indovino.

Compito nostro in quanto collezionisti è separare la soggettività dall'oggettività e di conseguenza scegliere poi la o le parole corrette come simile o uguale che racchiudono in se significati molto diversi.

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Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Massimo - Maggio 15, 2014, 13:57:16 pm
Leggendo i vostri messaggi di persone estremamente competenti, sono giunto ad una mia conclusione:
Credo che le penne d'epoca salvo casi più che rari unici, sono state restaurate.
Se il lavoro fatto è dichiarato ed il risultato non è distinguibile è originale ed anche se è dichiarato un restauro generico, l'importante è che non ci sia la benchè minima discrepanza con l'originale.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: roberto v - Maggio 15, 2014, 19:57:46 pm



Parafrasando quanto scritto da te allora ad esempio i pennini Visconti pur essendo firmati Visconti non sono originali in quanto esattamente come l'Etiopia del tuo caso, non usciti dalla casa Visconti. Ergo pur avendo il marchio Visconti tali pennini non sono originali Visconti ma eventualmente sarebbero da ritenere esclusivame te originali Bock e quindi le penne Visconti almeno in parte non sarebbero originali in quanto i pennini non sono nati in casa propria.
E questo esempio sarebbe replicabile ad almeno il 90% delle fabbriche passate, presenti certamente, future non so perché non sono un indovino.

Compito nostro in quanto collezionisti è separare la soggettività dall'oggettività e di conseguenza scegliere poi la o le parole corrette come simile o uguale che racchiudono in se significati molto diversi.

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Non mi pare fosse questo il discorso. Se la Visconti monta un pennino Bock marcato Visconti, essendo nata così, è originale con quella. Se tu prendi un pennino cinese e ci fai sopra le stampigliature Visconti, sì che è un falso.

La discriminante, mi pare, sia l'originalità del pezzo. Se ho due penne Duofold dello stesso anno e dello stesso colore di cui una ha buono il cappuccio e l'altra il corpo e ne di due ne faccio una, la penna non è un falso, ma se ne ho una nera e una rossa e le mischio facendole bicolori, sono sì dei falsi, e se le vendo come fossero pezzi unici sono anche un truffatore (e l'acquirente è un fesso, vabbè).

Mi sembra semplicemente un discorso di etica professionale del venditore/restauratore, bella chiara, non di arzigogolati discorsi filosofici
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: turin-pens - Maggio 16, 2014, 22:44:16 pm



Parafrasando quanto scritto da te allora ad esempio i pennini Visconti pur essendo firmati Visconti non sono originali in quanto esattamente come l'Etiopia del tuo caso, non usciti dalla casa Visconti. Ergo pur avendo il marchio Visconti tali pennini non sono originali Visconti ma eventualmente sarebbero da ritenere esclusivame te originali Bock e quindi le penne Visconti almeno in parte non sarebbero originali in quanto i pennini non sono nati in casa propria.
E questo esempio sarebbe replicabile ad almeno il 90% delle fabbriche passate, presenti certamente, future non so perché non sono un indovino.

Compito nostro in quanto collezionisti è separare la soggettività dall'oggettività e di conseguenza scegliere poi la o le parole corrette come simile o uguale che racchiudono in se significati molto diversi.

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Non mi pare fosse questo il discorso. Se la Visconti monta un pennino Bock marcato Visconti, essendo nata così, è originale con quella. Se tu prendi un pennino cinese e ci fai sopra le stampigliature Visconti, sì che è un falso.

La discriminante, mi pare, sia l'originalità del pezzo. Se ho due penne Duofold dello stesso anno e dello stesso colore di cui una ha buono il cappuccio e l'altra il corpo e ne di due ne faccio una, la penna non è un falso, ma se ne ho una nera e una rossa e le mischio facendole bicolori, sono sì dei falsi, e se le vendo come fossero pezzi unici sono anche un truffatore (e l'acquirente è un fesso, vabbè).

Mi sembra semplicemente un discorso di etica professionale del venditore/restauratore, bella chiara, non di arzigogolati discorsi filosofici

In realtà non è esattamente come scrivi. Il problema di fondo è che estrapolando soltanto una parte del discorso da uno di più ampio respiro si rischia di avere una comprensione soltanto parziale di ciò che si intende. Quel che ho scritto, era in risposta a quanto affermato da quasimodo a sua volta riferito ad un altra porzione di testo nuovamente estrapolata da una mia precedente risposta.

Il tutto legato al fatto che l'originalità intesa da quasimodo è data dal luogo di origine dell'oggetto che se realizzato "fuori sede" allora perde lo status di originale.
Ebbene se dovessimo applicare questo metro di giudizio allora viene da se che un pennino o qualsiasi altra parte/componente non "nata in sede" non è originale.

Qui non vi nulla di filosofico ma semplicemente la constatazione che se un tale sistema di giudizio fosse applicato, porterebbe oggettivamente a questo risultato, ovvero ciò che non nasce in sede non è originale.

Riguardo all'etica professionale del venditore/restauratore, è tutto molto discutibile e anche in questo caso, siamo di fronte ad alcuni interrogati ad esempio si da per scontato che il venditore che si ha davanti sia al corrente dei lavori di restauro che sono stati fatti ma può tranquillamente non essere così per tutta una serie di motivi (ignoranza, incapacità di comprende realmente ciò che il restauratore ha fatto etc...).

A questo punto poi si potrebbe nuovamente prendere spunto dalle produzioni moderne, infatti come nessun marchio direbbe o scriverebbe penna realizzata in sede e pennino no, quasi nessun venditore anche se al corrente degli interventi svolti sulla penna direbbe ad esempio penna originale e corpo ricostruito, questo specialmente se il corpo ricostruito non avesse alcuna differenza con "l'originale".
Il discorso o meglio l'atteggiamento del venditore certamente cambierebbe se la parte ricostruita, seppur bella e ottimamente realizzata presentasse delle differenze più o meno palesi rispetto la medesima "originale" e quindi forse passibile di qualche tormento post vendita.

Poi ovviamente ognuno la pensa come vuole ma secondo me è un discorso che senza delle basi condivise è impossibile portare a termine o far crescere in modo costruttivo.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: pedewall - Maggio 18, 2014, 23:57:41 pm

Provo, seppur a distanza, a rimestare questa discussione che mi ero perso.

Forse avete ragione un poco tutti, ma è sinora venuto meno, o meglio, come diceva un vecchio agricoltore parafrasando termini e  lingua, bisogna conoscere il “quibbusdam”: perché tale lavoro viene fatto.
Per diletto?
Dileggio?
Ricostruire parti non altrimenti ritrovabili?
Sperimentare nuovi materiali?
Ripristinare un qualcosa a cui tengo?
Far vedere ad altri quanto sono bravo?
Lucro?
Forse è questo ultimo, sovente la molla che spinge qualcuno a fare qualcosa pensando:
“Vedrai che questa massa di collezionisti pieni di soldi che guardano solo il nome, la forma ed il colore di quello che raccolgono, sono talmente pazzi da essere disposti a spendere una cifra irragionevole per una copia di un qualcosa che non è mai esistito e mai sarebbe potuto esistere, appagando così il loro desiderio di avere un pezzo unico. Io ci provo tanto anticipo solo il lavoro e per giunta mi diverto. Se anche ne vendo una sola è un affare”.

Forse sbaglio tutto, ma se così fosse perché fanno la copia di una penna Montblanc molto di moda e non di una seppur splendida ed innovativa stilografica di una marca semisconosciuta?

Tutti gli altri tecnici contorsionismi sui pennini o altre parti originali o no, assumono poca importanza se manca il fine.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Massimo - Maggio 19, 2014, 08:46:32 am
Non voglio contraddire il grande Paolo, ma non sono d'accordo.

La discussione secondo me non è il perchè od il fine, ma solo stabilire se una penna ricostruita in parte con un lavoro di restauro può dirsi originale o meno.

Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: moskitta75 - Maggio 19, 2014, 09:01:04 am
Va a finire che vi farete fare la datazione al C14.
Il problema è la filosofia, la nostra testa in parole povere il problema è la stessa persona che fa il collezionista di pezzi d'epoca.

Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: pedewall - Maggio 19, 2014, 09:34:59 am

Massimo, se vuoi dare una risposta all'argomento che ha dato origine alla discussione, la conosci: non lo è.

Se vuoi sapere quale è il limite di sostituzione che sei disposto a tollerare, solo tu lo conosci.

Se desideri quell'oggetto, ma hai dubbi che non sia una Montblanc, torniamo alla prima riga.
Chiediti perché la vorresti avere, se così è.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: alfredop - Maggio 19, 2014, 09:52:29 am
Provo ad aggiungere qualcosa al discorso (ma forse introdurrò solo nuovi interrogativi).

Stiamo parlando di prodotti industriali, e stiamo parlando di originalità di una penna. Ora come ogni prodotto industriale ogni penna, sarà caratterizzato da un progetto che prevede un elenco di parti, ed un elenco di fornitori per le varie parti (vedi i pennini). Le parti sono caratterizzate da un disegno con le specifiche e le tolleranze. Nel suo insieme quando una penna esce dalla fabbrica e senz'altro originale e rispetta le specifiche del progetto (con le dovute eccezioni dipendenti dal processo di qualità che determina gli scarti di produzione).
Insieme alla penna la fabbrica produce (o si rifornisce dai fornitori) di un certo numero di pezzi di ricambio per le eventuali riparazioni, se qualcosa si rompe e si impiegano questi pezzi  (anche prendendoli da rottami della stessa serie) la penna a mio modo di vedere rimane originale.

Nel mio ragionamento potete notare che non è assolutamente importante che la ditta che ha prodotto la penna si faccia i pennini in casa, se la Omas attuale ordina i pennini alla Bock, la Bock le fornirà i pennini richiesti con su la scritta Omas e ubbidienti a certe specifiche. Se domani sostituisco ad una Omas attuale, il pennino con un pennino Bock di una Visconti, la penna non sarà più originale, perché pur se prodotti dalla stessa ditta, i peninni Bock per Omas, sono potenzialmente diversi dai pennini Bock per Visconti (e saranno comunque punzonati in maniera diversa).

Il problema che si pone e che succede quando questi pezzi di ricambio non sono più disponibili?
In questo caso al di là di tanti discorsi che si possono fare, la penna riparata  perde (secondo me) parte della sua originalità (come nell'esempio di questa Montblanc). Ciò non comporta una perdita di valore (collezionistico, lasciamo stare il valore economico)  o di desiderabilità (a me la 146 citata da Max piace e la prenderei anche se secondo il mio criterio non è originale), ma è bene che chi esegue la riparazione generi un elenco delle parti che ha sostituito, mettendo in evidenza quello che (a sua conoscenza) è rimasto originale.

Resta il problema di come poi verificare se una penna è originale oppure no, tenendo conto che al di là della buona fede di chi vende una penna, è possibile che la documentazione di un eventuale restauro vada perso con gli anni. Qui c'è poco da fare, solo una conoscenza approfondita del modello che si sta acquistando può venire in aiuto, si possono guardare le dimensioni, il materiale, pezzi come il conduttore ed il pennino, ma alla fine uno deve decidere con le informazioni che ha disposizione senza mai avere una garanzia assoluta.



Alfredo

Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: alfredop - Maggio 19, 2014, 09:55:02 am
Provo ad aggiungere qualcosa al discorso (ma forse introdurrò solo nuovi interrogativi).

Stiamo parlando di prodotti industriali, e stiamo parlando di originalità di una penna. Ora come ogni prodotto industriale ogni penna, sarà caratterizzato da un progetto che prevede un elenco di parti, ed un elenco di fornitori per le varie parti (vedi i pennini). Le parti sono caratterizzate da un disegno con le specifiche e le tolleranze. Nel suo insieme quando una penna esce dalla fabbrica e senz'altro originale e rispetta le specifiche del progetto (con le dovute eccezioni dipendenti dal processo di qualità che determina gli scarti di produzione).
Insieme alla penna la fabbrica produce (o si rifornisce dai fornitori) di un certo numero di pezzi di ricambio per le eventuali riparazioni, se qualcosa si rompe e si impiegano questi pezzi  (anche prendendoli da rottami della stessa serie) la penna a mio modo di vedere rimane originale.

Nel mio ragionamento potete notare che non è assolutamente importante che la ditta che ha prodotto la penna si faccia i pennini in casa, se la Omas attuale ordina i pennini alla Bock, la Bock le fornirà i pennini richiesti con su la scritta Omas e ubbidienti a certe specifiche. Se domani sostituisco ad una Omas attuale, il pennino con un pennino Bock di una Visconti, la penna non sarà più originale, perché pur se prodotti dalla stessa ditta, i peninni Bock per Omas, sono potenzialmente diversi dai pennini Bock per Visconti (e saranno comunque punzonati in maniera diversa).

Il problema che si pone e che succede quando questi pezzi di ricambio non sono più disponibili?
In questo caso al di là di tanti discorsi che si possono fare, la penna riparata  perde (secondo me) parte della sua originalità (come nell'esempio di questa Montblanc). Ciò non comporta una perdita di valore (collezionistico, lasciamo stare il valore economico)  o di desiderabilità (a me la 146 citata da Max piace e la prenderei anche se secondo il mio criterio non è originale), ma è bene che chi esegue la riparazione generi un elenco delle parti che ha sostituito, mettendo in evidenza quello che (a sua conoscenza) è rimasto originale.

Resta il problema di come poi verificare se una penna è originale oppure no, tenendo conto che al di là della buona fede di chi vende una penna, è possibile che la documentazione di un eventuale restauro vada perso con gli anni. Qui c'è poco da fare, solo una conoscenza approfondita del modello che si sta acquistando può venire in aiuto, si possono guardare le dimensioni, il materiale, pezzi come il conduttore ed il pennino, ma alla fine uno deve decidere con le informazioni che ha a disposizione senza mai poter avere una garanzia assoluta.



Alfredo
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Massimo - Maggio 19, 2014, 12:09:41 pm

Massimo, se vuoi dare una risposta all'argomento che ha dato origine alla discussione, la conosci: non lo è.

Se vuoi sapere quale è il limite di sostituzione che sei disposto a tollerare, solo tu lo conosci.

Se desideri quell'oggetto, ma hai dubbi che non sia una Montblanc, torniamo alla prima riga.
Chiediti perché la vorresti avere, se così è.
Probabilmente mi sono espresso male e sono uscito un po' dall'argomento principale, chiedevo in generale se una penna d'epoca restaurata, chiaramente con un lavoro perfetto è da considerarsi originale o no.
Secondo me, si.
Un restauro perfetto ed indistinguibile da una penna perfetta non restaurata si considera un falso?
Su quali basi se non si vede neanche che è stata restaurata.
Se si vede è stata restaurata male è una penna riparata, non falsa, questo se le parti sostituite sono dell'epoca e prelevati da rottami dello stesso modello di penna.
Una penna a cui è stato messo un anello sul cappuccio, o un fondello, o un alimentatore ecc... si può dire non originale?
Se il lavoro è visibile, si, non è originale.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: turin-pens - Maggio 19, 2014, 14:56:45 pm
Provo ad aggiungere qualcosa al discorso (ma forse introdurrò solo nuovi interrogativi).

Stiamo parlando di prodotti industriali, e stiamo parlando di originalità di una penna. Ora come ogni prodotto industriale ogni penna, sarà caratterizzato da un progetto che prevede un elenco di parti, ed un elenco di fornitori per le varie parti (vedi i pennini). Le parti sono caratterizzate da un disegno con le specifiche e le tolleranze. Nel suo insieme quando una penna esce dalla fabbrica e senz'altro originale e rispetta le specifiche del progetto (con le dovute eccezioni dipendenti dal processo di qualità che determina gli scarti di produzione).
Insieme alla penna la fabbrica produce (o si rifornisce dai fornitori) di un certo numero di pezzi di ricambio per le eventuali riparazioni, se qualcosa si rompe e si impiegano questi pezzi  (anche prendendoli da rottami della stessa serie) la penna a mio modo di vedere rimane originale.

Nel mio ragionamento potete notare che non è assolutamente importante che la ditta che ha prodotto la penna si faccia i pennini in casa, se la Omas attuale ordina i pennini alla Bock, la Bock le fornirà i pennini richiesti con su la scritta Omas e ubbidienti a certe specifiche. Se domani sostituisco ad una Omas attuale, il pennino con un pennino Bock di una Visconti, la penna non sarà più originale, perché pur se prodotti dalla stessa ditta, i peninni Bock per Omas, sono potenzialmente diversi dai pennini Bock per Visconti (e saranno comunque punzonati in maniera diversa).

Il problema che si pone e che succede quando questi pezzi di ricambio non sono più disponibili?
In questo caso al di là di tanti discorsi che si possono fare, la penna riparata  perde (secondo me) parte della sua originalità (come nell'esempio di questa Montblanc). Ciò non comporta una perdita di valore (collezionistico, lasciamo stare il valore economico)  o di desiderabilità (a me la 146 citata da Max piace e la prenderei anche se secondo il mio criterio non è originale), ma è bene che chi esegue la riparazione generi un elenco delle parti che ha sostituito, mettendo in evidenza quello che (a sua conoscenza) è rimasto originale.

Resta il problema di come poi verificare se una penna è originale oppure no, tenendo conto che al di là della buona fede di chi vende una penna, è possibile che la documentazione di un eventuale restauro vada perso con gli anni. Qui c'è poco da fare, solo una conoscenza approfondita del modello che si sta acquistando può venire in aiuto, si possono guardare le dimensioni, il materiale, pezzi come il conduttore ed il pennino, ma alla fine uno deve decidere con le informazioni che ha disposizione senza mai avere una garanzia assoluta.



Alfredo

Alfredo penso che quello che scrivi può essere in parte condivisibile, credo però che alcune cose che ho scritto sui penni possa verti tratto in errore e se questo fosse me ne dispiaccio. Non era mia intenzione intendere che i pennini prodotti esternamente non siano originali ma semplicemente che quanto affermato da quasimodo è inapplicabile. Nello specifico, mi riferisco al fatto che l'originalità dipenda esclusivamente dal luogo di origine delle parti. Ebbene se utilizzassimo quel metro di ragionamento e lo applicassimo in modo nemmeno tanto lineare allora i pennini ed altre parti nate esternamente non potrebbero essere considerate originali.

È ovvio però che pur essendo nate esternamente e non in casa, quelle parti sono di fatto originali e dunque è palese definire il concetto di originalità o non originalità esclusivamente considerando il luogo di origine delle parti è inapplicabile.

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Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: alfredop - Maggio 19, 2014, 15:06:09 pm
Provo ad aggiungere qualcosa al discorso (ma forse introdurrò solo nuovi interrogativi).

Stiamo parlando di prodotti industriali, e stiamo parlando di originalità di una penna. Ora come ogni prodotto industriale ogni penna, sarà caratterizzato da un progetto che prevede un elenco di parti, ed un elenco di fornitori per le varie parti (vedi i pennini). Le parti sono caratterizzate da un disegno con le specifiche e le tolleranze. Nel suo insieme quando una penna esce dalla fabbrica e senz'altro originale e rispetta le specifiche del progetto (con le dovute eccezioni dipendenti dal processo di qualità che determina gli scarti di produzione).
Insieme alla penna la fabbrica produce (o si rifornisce dai fornitori) di un certo numero di pezzi di ricambio per le eventuali riparazioni, se qualcosa si rompe e si impiegano questi pezzi  (anche prendendoli da rottami della stessa serie) la penna a mio modo di vedere rimane originale.

Nel mio ragionamento potete notare che non è assolutamente importante che la ditta che ha prodotto la penna si faccia i pennini in casa, se la Omas attuale ordina i pennini alla Bock, la Bock le fornirà i pennini richiesti con su la scritta Omas e ubbidienti a certe specifiche. Se domani sostituisco ad una Omas attuale, il pennino con un pennino Bock di una Visconti, la penna non sarà più originale, perché pur se prodotti dalla stessa ditta, i peninni Bock per Omas, sono potenzialmente diversi dai pennini Bock per Visconti (e saranno comunque punzonati in maniera diversa).

Il problema che si pone e che succede quando questi pezzi di ricambio non sono più disponibili?
In questo caso al di là di tanti discorsi che si possono fare, la penna riparata  perde (secondo me) parte della sua originalità (come nell'esempio di questa Montblanc). Ciò non comporta una perdita di valore (collezionistico, lasciamo stare il valore economico)  o di desiderabilità (a me la 146 citata da Max piace e la prenderei anche se secondo il mio criterio non è originale), ma è bene che chi esegue la riparazione generi un elenco delle parti che ha sostituito, mettendo in evidenza quello che (a sua conoscenza) è rimasto originale.

Resta il problema di come poi verificare se una penna è originale oppure no, tenendo conto che al di là della buona fede di chi vende una penna, è possibile che la documentazione di un eventuale restauro vada perso con gli anni. Qui c'è poco da fare, solo una conoscenza approfondita del modello che si sta acquistando può venire in aiuto, si possono guardare le dimensioni, il materiale, pezzi come il conduttore ed il pennino, ma alla fine uno deve decidere con le informazioni che ha disposizione senza mai avere una garanzia assoluta.



Alfredo

Alfredo penso che quello che scrivi può essere in parte condivisibile, credo però che alcune cose che ho scritto sui penni possa verti tratto in errore e se questo fosse me ne dispiaccio. Non era mia intenzione intendere che i pennini prodotti esternamente non siano originali ma semplicemente che quanto affermato da quasimodo è inapplicabile. Nello specifico, mi riferisco al fatto che l'originalità dipenda esclusivamente dal luogo di origine delle parti. Ebbene se utilizzassimo quel metro di ragionamento e lo applicassimo in modo nemmeno tanto lineare allora i pennini ed altre parti nate esternamente non potrebbero essere considerate originali.

È ovvio però che pur essendo nate esternamente e non in casa, quelle parti sono di fatto originali e dunque è palese definire il concetto di originalità o non originalità esclusivamente considerando il luogo di origine delle parti è inapplicabile.

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ok.

Alfredo
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: turin-pens - Maggio 23, 2014, 16:41:15 pm

Un restauro perfetto ed indistinguibile da una penna perfetta non restaurata si considera un falso?
Su quali basi se non si vede neanche che è stata restaurata.
Se si vede è stata restaurata male è una penna riparata, non falsa, questo se le parti sostituite sono dell'epoca e prelevati da rottami dello stesso modello di penna.
Una penna a cui è stato messo un anello sul cappuccio, o un fondello, o un alimentatore ecc... si può dire non originale?
Se il lavoro è visibile, si, non è originale.


Molto condivisibile, complimenti per la sintesi cristallina.
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: Massimo - Maggio 23, 2014, 16:47:47 pm
Grazie
Titolo: Re:Montblanc 146 "ricostruita"
Inserito da: turin-pens - Maggio 23, 2014, 16:52:42 pm
Grazie

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