Autore Topic: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà  (Letto 65219 volte)

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Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #90 il: Dicembre 02, 2011, 23:27:51 pm »
Ho solo una ulteriore richiesta: avete notato se le spirali delle vostre penne hanno tutte lo stesso andamento (destrorso/sinistrorso), a prescindere dal passo? Se sì, mi confermate che l'avvolgimento é quasi sempre sinistrorso?
Direi proprio di sì.

Offline vikingo60

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #91 il: Dicembre 03, 2011, 12:20:04 pm »



A me sembra piuttosto indicativo che questo fornitore parli espressamente di celluloide in tubi e bastoni.
Se dunque il materiale veniva proposto anche in tubi, non possiamo certo pensare che i suddetti potessero essere ottenuti forando le barre; dunque una linea di produzione alternativa ci doveva essere.

In cantina ho una barra lunga circa un metro che presenta in ogni estremità l'inizio di foratura per farla diventare un tubo, devo fotografarla poi la posto.
[/quote]
Una banale domanda:ma la celluloide non dovrebbe essere infiammabile?Nella pubblicità si dichiara il contrario!

Online turin-pens

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #92 il: Dicembre 03, 2011, 12:25:49 pm »
Citazione

Una banale domanda:ma la celluloide non dovrebbe essere infiammabile?Nella pubblicità si dichiara il contrario!


Dipende dal tipo di celluloide se è stato utilizzato il nitrato, il tricatato oppure il diacetato di cellulosa. Il nitrato è estremamente infiammabile, il triacetato e il diacetato bruciano ma non fanno la fiamma.
Come dice la pubblicità le barre e i tubi sono ininfiammabili.

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #93 il: Dicembre 03, 2011, 15:10:55 pm »
Sono ormai arrivato alla conclusione che il sistema per dipanare la matassa sia quello di "sacrificare" un rottame spiralato.
Un taglio netto del serbatoio dovrebbe permettere di vedere la sezione interna per trarne le conclusioni definitive.

Detto fatto. Ho tagliato la penna fotografata precedentemente, con il terminale per il pulsantino in colore azzurro.
Di conclusioni definitive non so se se ne trarranno; è giusto e democratico che ognuno tragga le sue. Io vi scrivo la mia interpretazione.
Ci sono diverse foto e vi chiedo scusa se occuperanno parecchio posto nella pagina, ma spero che ne valga la pena.
Dalla prima foto si possono osservare alcune cose:
- le screziature del colore panna che si vede sullo spessore tagliato sono ell'interno color bruno;
- le diverse scaglie colorate hanno assunto una sorta di rilievo le une rispetto alle altre, ben evidenziato dai riflessi;
- A parte la filettatura scavata nell'imboccatura, non c'è alcuna traccia di lavorazione all'interno della penna. Un qualsiasi utensile rotante avrebbe lasciato segni ben visibili; nonè neppure pensabile che   l'interno di una penna destinato ad ospitare un serbatoio di gomma possa essere stato sottoposto ad una levigatura.
La mia personalissima deduzione ed opinione è che l'interno abbia subito una sorta di "cottura", ma forse "caramellatura" esprime ancor meglio il concetto, per il contatto con un corpo caldo. Verosimilmente una barra metallica.
Nelle altre tre coppie di foto una mette in evidenza l'andamento della saldatura elicoidale, o spirale, come l'abbiamo sin qui chiamata. Si può notare come anch'essa sia evidenziata da un effetto "rilievo".  

Offline Macchia Nera

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #94 il: Dicembre 03, 2011, 18:18:30 pm »
Notevole Ignazio, grazie.

La "caramellatura" potrebbe essere anche dovuta al collante/solvente. La barra/anima interna potrebbe essere stata trattata con un agente distaccante.
Solo supposizioni ovviamente.

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #95 il: Dicembre 03, 2011, 18:59:31 pm »
Notevole Ignazio, grazie.

La "caramellatura" potrebbe essere anche dovuta al collante/solvente. La barra/anima interna potrebbe essere stata trattata con un agente distaccante.
Solo supposizioni ovviamente.
Tutto può essere.
Mi sentirei comunque di affermare che questo materiale è nato come tubo e non come barra piena.

Online turin-pens

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #96 il: Dicembre 03, 2011, 19:15:29 pm »
Collaboro inserendo questa immagini, fatta al tubo spiralato che ho menzionato. Nei prossimi giorni, provvederò ad inserirne altre ancora più dettagliate.

Prima però, vorrei far notare come nelle foto messe a disposizione da Ignazio, si vede chiaramente come in alcuni punti, la marmorizzazione della celluloide non prosegue per tutto lo spessore ma si interrompe prima di arrivare al centro.
Questo è ciò che dovrebbe essere ciò che si vede anche nell'Etiopia verde e nella Zemax di Gigi, dove la marmorizzazione non continuando, lascia spazio al dubbio che il fondello sia incollato, quando invece non dovrebbe esserlo.
Invece, nella penna che Ignazio ha gentilmente sacrificato, già nelle prime fotografie si vedeva chiaramente che esso era incollato e in queste nuove fotografie c'è la conferma.

La fotografia del tubo di cui ho parlato:

La prima cosa che possiamo notare e che il tubo, è scollato (non rotto) proprio in concomitanza della spirale, e che tale punto sia piatto (dal vivo è ancora più evidente).
Questa caratteristica, farebbe supporre che i due punti di contatto al momento dell'unione fossero perfettamente piano-paralleli, e che il materiale non ha subito stress come torsione, compressione, stiratura o estrusione.

Viene anche da pensare che se fosse un nastro continuo avvolto tipo la "pasta", la spirale sarebbe a filo continuo, invece grazie al distacco così netto, si può pensare che ogni giro completo indica la fine di una porzione.

Si può vedere anche come l'interno del tubi, per quanto rifinito e liscio, non sembrerebbero mostrare quell'effetto "carammellatura" che Ignazio ha descritto e documentato fotograficamente.



 :set2010094:

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #97 il: Dicembre 03, 2011, 19:30:10 pm »
Collaboro inserendo questa immagini, fatta al tubo spiralato che ho menzionato. Nei prossimi giorni, provvederò ad inserirne altre ancora più dettagliate.

Prima però, vorrei far notare come nelle foto messe a disposizione da Ignazio, si vede chiaramente come in alcuni punti, la marmorizzazione della celluloide non prosegue per tutto lo spessore ma si interrompe prima di arrivare al centro.
Questo è ciò che dovrebbe essere ciò che si vede anche nell'Etiopia verde e nella Zemax di Gigi, dove la marmorizzazione non continuando, lascia spazio al dubbio che il fondello sia incollato, quando invece non dovrebbe esserlo.
Invece, nella penna che Ignazio ha gentilmente sacrificato, già nelle prime fotografie si vedeva chiaramente che esso era incollato e in queste nuove fotografie c'è la conferma.

La fotografia del tubo di cui ho parlato:

La prima cosa che possiamo notare e che il tubo, è scollato (non rotto) proprio in concomitanza della spirale, e che tale punto sia piatto (dal vivo è ancora più evidente).
Questa caratteristica, farebbe supporre che i due punti di contatto al momento dell'unione fossero perfettamente piano-paralleli, e che il materiale non ha subito stress come torsione, compressione, stiratura o estrusione.

Viene anche da pensare che se fosse un nastro continuo avvolto tipo la "pasta", la spirale sarebbe a filo continuo, invece grazie al distacco così netto, si può pensare che ogni giro completo indica la fine di una porzione.

Si può vedere anche come l'interno del tubi, per quanto rifinito e liscio, non sembrerebbero mostrare quell'effetto "carammellatura" che Ignazio ha descritto e documentato fotograficamente.
Pare proprio che ci siano delle differenze tra la tua barra e la penna che ho sadicamente segato; per il poco che si vede nella barra il materiale non sembrerebbe avere subito una cottura, quantomeno non tale da alterarne la superficie. Che nel caso della mia penna il "cuoco" si sia distratto? O che si tratti di modalità di produzione differente?
Però non ho capito bene il tuo penultimo periodo, quando parli della spirale a filo continuo. Mi spiace che ora devo uscire; non vedo l'ora di riprendere quest'interessante ricerca d'indizi....

Offline mccagly

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #98 il: Dicembre 03, 2011, 19:30:55 pm »
Oltre ad essere il responsabile di questa maratona ora ho sulla coscienza anche questa "autopsia-vivisezione" a seconda che vogliamo dichiarare l'entità esplorata morta o viva ...... io la reputo viva in quanto ancora in grado di svolgere il suo compito ( dopo normale manutenzione), da cui un DOPPIO DISPIACERE.

Grazie a Ignazio che ha immolato sull'altare della scienza una sua penna, è risaputo che la scienza richiede sacrifici (ma molti si crogiolano beatamente nell'ignoranza), lo ringrazio sopratutto per averci coinvolto in questa animata analisi che ha visto interesse e partecipazione oltre ogni aspettativa.

Giusto chiamare l'interno della penna "caramellato" e plausibile l'ipotesi che sia dovuto a riscaldamento ( quasi fusione con raffreddamento immediato), mi riprometto domani di guardare più in dettaglio le foto ingrandite.

AVE e GRAZIE

 :set2010001:

Offline iltoda

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #99 il: Dicembre 03, 2011, 23:48:33 pm »
In questo thread si è abbondantemente superato CSI* e Dr. House messi assieme!!!

 :set2010035:

Marco

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #100 il: Dicembre 04, 2011, 00:09:24 am »
Oltre ad essere il responsabile di questa maratona ora ho sulla coscienza anche questa "autopsia-vivisezione" a seconda che vogliamo dichiarare l'entità esplorata morta o viva ...... io la reputo viva in quanto ancora in grado di svolgere il suo compito ( dopo normale manutenzione), da cui un DOPPIO DISPIACERE.

Grazie a Ignazio che ha immolato sull'altare della scienza una sua penna, è risaputo che la scienza richiede sacrifici (ma molti si crogiolano beatamente nell'ignoranza), lo ringrazio sopratutto per averci coinvolto in questa animata analisi che ha visto interesse e partecipazione oltre ogni aspettativa.

Giusto chiamare l'interno della penna "caramellato" e plausibile l'ipotesi che sia dovuto a riscaldamento ( quasi fusione con raffreddamento immediato), mi riprometto domani di guardare più in dettaglio le foto ingrandite.

AVE e GRAZIE

Nessun sacrificio; era un corpo incompleto e senza valore, destinato a fare da donatore di celluloide da sciogliere per riparazioni alla necessità; funzione che può benissimo assolvere anche da segato a metà.

Offline Wallygator

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #101 il: Dicembre 04, 2011, 00:39:39 am »
Spero non si tratti di rottame della stessa marca; il mio appartiene al cappuccio a pressione di un'Astura anni 50 (più o meno):


la parte inferiore (1,5 cm.) presenta evidenti segni di lavorazione al tornio al fine di rendere conica l'imboccatura, mentre la parte superiore ha l'aspetto di quanto presentato da Ignazio: liscio, leggermente vetroso e senza segni di lavorazioni ulteriori. Qui i segni dell'elicoide si intravedono appena e solo a certe angolazioni di illuminazione, ma al tatto sono evidenti.




Offline Wallygator

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #102 il: Dicembre 04, 2011, 11:49:12 am »
Proseguendo:




materiale: il corpo dell'Astura di cui sopra
attrezzatura; pentolino d'acqua al bollore, immersione del pezzo per 2/3 minuti; mattarello e tagliere da cucina per lo spianamento (grossolano, lo ammetto); reimmersione in acqua sempre calda ed arrotolamento sull'asse a 45 gradi (a mani nude in quanto la temperatura della celluloide diminiusce molto in fretta).

In definitiva ho fatto la pasta... :set2010054:

Suppongo che con un minimo di attrezzatura si possa fare di meglio...



p.s. dimenticavo.... una pinza per tenere immersa la celluloide nell'acqua in ebollizione( temerario sì, scemo no) :set2010002:

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #103 il: Dicembre 04, 2011, 12:12:01 pm »
Spero non si tratti di rottame della stessa marca; il mio appartiene al cappuccio a pressione di un'Astura anni 50 (più o meno)

la parte inferiore (1,5 cm.) presenta evidenti segni di lavorazione al tornio al fine di rendere conica l'imboccatura, mentre la parte superiore ha l'aspetto di quanto presentato da Ignazio: liscio, leggermente vetroso e senza segni di lavorazioni ulteriori. Qui i segni dell'elicoide si intravedono appena e solo a certe angolazioni di illuminazione, ma al tatto sono evidenti.

Moolto interessante.
Ricordo che ai primordi dell'interessamento alle penne, per pulirne una dall'inchiostro atavico, l'avevo immersa in acqua bollente e la celluloide si era opacizzata e sbiadita.
Comincio seriamente a credere che le tecniche per produrre i tubi fossero più d'una, anche escludendo da parte la trapanatura dal pieno.
Parrebbe anche a me che la tua Astura possa essere assimilabile al mio rottame Avorio-oro-nero. La barra di Riccardo però sembra effettivamente parlare un'altra lingua.
Che potesse essere che, magari anche in funzione della composizione del materiale, per renderlo malleabile ci fossero sia metodi a caldo che a freddo, con l'uso di solventi?
Solventi che peraltro debbono essere stati usati anche nella mia e nella tua penna per incollare le spire le une alle altre; il calore non credo che possa bastare, perché non mi risulta che la celluloide possa fondere per surriscaldamento.....
 

Offline Wallygator

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #104 il: Dicembre 04, 2011, 12:32:21 pm »
Spero non si tratti di rottame della stessa marca; il mio appartiene al cappuccio a pressione di un'Astura anni 50 (più o meno)

la parte inferiore (1,5 cm.) presenta evidenti segni di lavorazione al tornio al fine di rendere conica l'imboccatura, mentre la parte superiore ha l'aspetto di quanto presentato da Ignazio: liscio, leggermente vetroso e senza segni di lavorazioni ulteriori. Qui i segni dell'elicoide si intravedono appena e solo a certe angolazioni di illuminazione, ma al tatto sono evidenti.

Moolto interessante.
Ricordo che ai primordi dell'interessamento alle penne, per pulirne una dall'inchiostro atavico, l'avevo immersa in acqua bollente e la celluloide si era opacizzata e sbiadita.
Comincio seriamente a credere che le tecniche per produrre i tubi fossero più d'una, anche escludendo da parte la trapanatura dal pieno.
Parrebbe anche a me che la tua Astura possa essere assimilabile al mio rottame Avorio-oro-nero. La barra di Riccardo però sembra effettivamente parlare un'altra lingua.
Che potesse essere che, magari anche in funzione della composizione del materiale, per renderlo malleabile ci fossero sia metodi a caldo che a freddo, con l'uso di solventi?
Solventi che peraltro debbono essere stati usati anche nella mia e nella tua penna per incollare le spire le une alle altre; il calore non credo che possa bastare, perché non mi risulta che la celluloide possa fondere per surriscaldamento.....
 


Sono con te; indubbiamente qualche solvente per effettuare le giunzioni deve essere stato utilizzato (ho notato che all'interno le giunzioni formano come un solco). I metodi, poi, per la produzione di tubi possono essere, giustamente come tu dici, diversi; trapanatura, estrusione, arrotolamento e saldatura; continuando sull'argomento arrotolatura, mi punge la vaghezza di sacrificare un po' di pellicola fotografica (se la trovassi in acetato) per fare un multistrato....e vedere come si comporta... :set2010054:

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