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Penne Stilografiche Italiane => Saratoga Webber => Topic aperto da: maxpen2012 - Maggio 17, 2013, 15:36:41 pm

Titolo: Saratoga medium size
Inserito da: maxpen2012 - Maggio 17, 2013, 15:36:41 pm
Ecco una Saratoga di misura media, la celluloide sembra tipicamente Omas ed
anche dal pennino si direbbe che ci abbia messo lo zampino il Sor Simoni...
Titolo: R: Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Maggio 18, 2013, 01:29:08 am
La penna è bella anzi bellissima, le Saratoga sono secondo me tra le penne più belle e qualitativamente migliori dell'intero panorama produttivo italiano.
Nutro però qualche dubbio sulla celluloide Omas e sul pennino...

La celluloide ad esempio non è mai stata prodotta da Omas ne tanto meno da altre aziende come Aurora, Columbus, Montblanc etc... La celluloide come qualsiasi altro materiale sintetico era ed è ancora oggi prodotto da industrie chimiche come Mazzucchelli, Bayer, Dupont, SIC e tante altre.
Le aziende come Omas, Aurora, Montblanc e via discorrendo acquistavano il materiale grezzo (barre, lastre, tubi) per poi stoccarlo e lavorarlo per realizzare i propri modelli di penne.
I colori poi difficilmente erano realizzati e venduti esclusivamente ad una marca anzi come potrai notare anche qui sul forum, un po' tutti i colori, venature e marmorizzazioni vennero utilizzate mediamente da tutti.

I pennini Omas invece erano realizzati dalla COMIT che realizzò anche dei pennini per Aurora oltre che per Nettuno, Ercolessi e molti altri.

Tutto questo però nulla toglie alla Saratoga che è e rimane un pezzo di grandissimo pregio sia estetico che tecnico oltre che economico.

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Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: fabbale - Maggio 18, 2013, 13:30:18 pm
Ecco una Saratoga di misura media, la celluloide sembra tipicamente Omas ed
anche dal pennino si direbbe che ci abbia messo lo zampino il Sor Simoni...

Bella Max...al riguardo delle produzioni o attribuzioni di penne all'Armandino, se ti vuoi divertire su questo forum ci sono diverse case-history...a me questo tipo di saratoga mi sono sempre sembrate "TABEGGIANTI"...
 :set2010021:
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: Parcival - Maggio 18, 2013, 17:27:07 pm
 :set2010001: :set2010090:
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: LetiziaJac - Maggio 18, 2013, 19:31:18 pm
Non so, potrei sicuramente sbagliarmi...ma leggendo le parole di Riccardo mi sono chiesta perché certe celluloidi si trovano solo in alcuni marchi e altre invece sono più diffuse... E' vero che l'esclusiva del colore non veniva concessa, e che quindi la stessa celluloide poteva essere utilizzata da vari produttori.Ma ci sarà un motivo per cui alcuni marchi tra cui Tabo,  Omas, Nettuno, e The King... e ci metto anche Tibaldi,  hanno utilizzato la stessa celluloide mentre non se ne trova traccia nelle produzioni di altri marchi e viceversa. Ecco, ho pensato che la discriminante potrebbe essere il prezzo. Sicuramente le celluloidi non avevano lo stesso costo, alcune erano più economiche, altre più costose ( meglio stagionate, lavorazioni più complesse?)e, altrettanto sicuramente, acquistando grossi quantitativi si potevano ottenere ottimi sconti... allora, allora.... Dato che l'Armando, Il Tantini e lo Zanini si conoscevano da quando erano ragazzi, ed anche L'Eugenio era della combriccola, direi, non è che magari qualche volta si possono essere messi d'accordo ed aver comperato una grossa partita di celluloide cara e preziosa spuntando un buon prezzo e se la sono poi divisa? Troppo azzardato? Sembra meno azzardato dire ad esempio che le penne le faceva tutte uno che poi le smistava nel gruppetto?  Da quel poco che ho potuto capire del mondo delle penne del passato, i rapporti personali, di conoscenza, amicizia e collaborazione sembravano andare ben oltre la concorrenza. Stiamo parlando di un tempo e di un mondo in cui ancora l'etica aveva una valenza e in cui tutti si conoscevano di persona e avevano sviluppato, chi prima, chi dopo, in un modo o nell'altro, rapporti di collaborazione commerciale...
Titolo: R: Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Maggio 18, 2013, 21:23:36 pm
Letizia sul fatto dei costi e delle possibili sinergie tra varie persone per massimizzare i costi ha fatto sicuramente centro. Io però oltre a queste considerazioni tenderei ad essere più pragmatico. È vero che quelle aziende hanno realizzato penne con la stessa celluloide ma è anche vero che erano le uniche ad avere in produzione penne trasparenti. È quindi lecito pensare che la celluloide trasparente fosse prodotta da un unica azienda specializzata e quindi obbligatoriamente tutti fossero costretti a seguire quell'unica strada.
Un esempio lampante è l'Aurora che finché non ha prodotto una penna trasparente (leggi Optima) non ha mai utilizzato quelle determinate cromie trasparenti ma nel momento in cui ha realizzato la sua penna trasparente ha fatto ricorso alle stesse celluloidi trasparenti utilizzate da tutte le altre incluse anche le celluloidi trasparenti a righe verticali utilizzate dalla Saratoga... Dunque cosa dovremmo pensare che Aurora ha prodotto le Saratoga o che Webber produsse l'Optima di Aurora? Oppure cos'altro?

Altro esempio, prendiamo la splendida celluloide platinum utilizzata tra le altre anche da Montblanc e Omas. Certamente era una celluloide molto costosa e oggi le penne platinum sono piuttosto difficili da trovare. Sappiamo anche la Montblanc è stata fondata prima della Omas dunque sarebbe lecito pensare (in senso ironico) che Montblanc realizzò le Omas platinum...

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Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: LetiziaJac - Maggio 19, 2013, 19:27:22 pm
Forse non mi sono spiegata bene. Mi è sembrato di capire che tu non fossi d'accordo sulla paternità Omas della Saratoga, perché quella celluloide trasparente NON E' Omas, ma solo una celluloide che ANCHE Omas ha usato per le proprie penne. Io intendevo dire che è possibile che si siano formati dei "gruppi di acquisto" che hanno permesso a vari imprenditori di approvvigionarsi di celluloide costosa a prezzi più bassi. Rimango dell'opinione che i rapporti di amicizia e collaborazione che comunque esistevano all'interno della combriccola Simoni/Tibaldi/Zanini/Tantini/Verga/Vecchietti e Webber possano aver dato luogo a "commistioni" di vario genere. Non solo concorrenza, quindi, ma anche collaborazioni, scambi, interazione. Giustappunto ciò che è diventato una sorta di rompicapo oggigiorno per noi. Le Saratoga, nella fattispecie, hanno delle caratteristiche così smaccatamente bolognesi che riesce difficile pensare ad un produttore ad esempio... piemontese. Quanti produttori si potevano permettere pennini bicolori che scrivevano da ambo i lati? La coincidenza delle celluloidi, la similarità dei pennini, il fatto che siano state proposte come penne di alta qualità, associate  ai calamai e portainchiostri e pubblicizzate con dispendio di mezzi (cataloghi a colori, ben fatti e graficamente di buon livello) fanno pensare ad una politica commerciale molto vicina a quella di Simoni...ma a fronte di prove che dimostrino il contrario, sono pronta ad accettare ipotesi diverse.
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: mccagly - Maggio 19, 2013, 20:08:15 pm
Molto bella la penna,
interessante l'analisi che si è sviluppata successivamente,
il profumo "Tabeggiante" di Fabio lo sento anch'io.

 :set2010021:
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: fabbale - Maggio 19, 2013, 21:03:54 pm
Non so, potrei sicuramente sbagliarmi...ma leggendo le parole di Riccardo mi sono chiesta perché certe celluloidi si trovano solo in alcuni marchi e altre invece sono più diffuse... E' vero che l'esclusiva del colore non veniva concessa, e che quindi la stessa celluloide poteva essere utilizzata da vari produttori.Ma ci sarà un motivo per cui alcuni marchi tra cui Tabo,  Omas, Nettuno, e The King... e ci metto anche Tibaldi,  hanno utilizzato la stessa celluloide mentre non se ne trova traccia nelle produzioni di altri marchi e viceversa. Ecco, ho pensato che la discriminante potrebbe essere il prezzo. Sicuramente le celluloidi non avevano lo stesso costo, alcune erano più economiche, altre più costose ( meglio stagionate, lavorazioni più complesse?)e, altrettanto sicuramente, acquistando grossi quantitativi si potevano ottenere ottimi sconti... allora, allora.... Dato che l'Armando, Il Tantini e lo Zanini si conoscevano da quando erano ragazzi, ed anche L'Eugenio era della combriccola, direi, non è che magari qualche volta si possono essere messi d'accordo ed aver comperato una grossa partita di celluloide cara e preziosa spuntando un buon prezzo e se la sono poi divisa? Troppo azzardato? Sembra meno azzardato dire ad esempio che le penne le faceva tutte uno che poi le smistava nel gruppetto?  Da quel poco che ho potuto capire del mondo delle penne del passato, i rapporti personali, di conoscenza, amicizia e collaborazione sembravano andare ben oltre la concorrenza. Stiamo parlando di un tempo e di un mondo in cui ancora l'etica aveva una valenza e in cui tutti si conoscevano di persona e avevano sviluppato, chi prima, chi dopo, in un modo o nell'altro, rapporti di collaborazione commerciale...

Sarò un "romantico"...ma anche a me piace pensarla cosi...il business2business in quelli anni doveva ancora venire...c'era rispetto...fratellanza...coesione.....cose che dopo la guerra ed il boom economico si sono perse fino ad arrivare all'individualismo spinto di oggi....
Forse moriremo ricchi...ma soli...
 :set2010027:

PS e poi non dite che non sono una persona seria e riflessiva ehhhhhh....
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Maggio 19, 2013, 21:14:22 pm
Forse non mi sono spiegata bene. Mi è sembrato di capire che tu non fossi d'accordo sulla paternità Omas della Saratoga, perché quella celluloide trasparente NON E' Omas, ma solo una celluloide che ANCHE Omas ha usato per le proprie penne. Io intendevo dire che è possibile che si siano formati dei "gruppi di acquisto" che hanno permesso a vari imprenditori di approvvigionarsi di celluloide costosa a prezzi più bassi. Rimango dell'opinione che i rapporti di amicizia e collaborazione che comunque esistevano all'interno della combriccola Simoni/Tibaldi/Zanini/Tantini/Verga/Vecchietti e Webber possano aver dato luogo a "commistioni" di vario genere. Non solo concorrenza, quindi, ma anche collaborazioni, scambi, interazione. Giustappunto ciò che è diventato una sorta di rompicapo oggigiorno per noi. Le Saratoga, nella fattispecie, hanno delle caratteristiche così smaccatamente bolognesi che riesce difficile pensare ad un produttore ad esempio... piemontese. Quanti produttori si potevano permettere pennini bicolori che scrivevano da ambo i lati? La coincidenza delle celluloidi, la similarità dei pennini, il fatto che siano state proposte come penne di alta qualità, associate  ai calamai e portainchiostri e pubblicizzate con dispendio di mezzi (cataloghi a colori, ben fatti e graficamente di buon livello) fanno pensare ad una politica commerciale molto vicina a quella di Simoni...ma a fronte di prove che dimostrino il contrario, sono pronta ad accettare ipotesi diverse.

No, intendo dire che attribuire la paternità di questa o quella marca dal colore di celluloide utilizzato è ingenuo poiché la celluloide non è mai stata prodotta dalle case produttrici di penne. C'è già il precedente delle penne The Scotland attribuite ad Omas esclusivamente perché belle; quando poi è stato ampiamente dimostrato che furono fatte dalla SAFIS già madre delle The King ma questa è ormai storia vecchia trita e ritrita.

I pennini Omas così come gli Ercolessi, i Nettuno e tanti tanti altri erano prodotti dalla Comit e questo è stato ampiamente dimostrato nelle pagine dei seguenti link.

http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=3534.msg33030#msg33030

Così com'è dimostrato che la Comit realizzò anche pennini per l'Aurora:

http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=3534.msg33455#msg33455

Ma la Comit realizzò anche i pennini per l'Itala, per la Saratoga etc...

I pennini che scrivono da ambo le parti non sono altro che pennini a cui non è stata rimodellata la punta d'iridio, come potrai notare osservando i pennini con un lentino, quindi è stata soltanto una scelta commerciale e non una particolare invenzione.
I pennini rimodellati e affinati a mano alla vista sono più belli. Anche oggi quasi tutte le penne hanno i pennini non rimodellati e quando sono in ordine scrivono da entrambi i lati.
Quando Aurora uscì con le Optima di Auroloide (quelle nuove) alcune colorazioni vennero riprese in contemporanea anche da Sheaffer.
L'Aurora infatti non aveva voluto l'esclusiva dei colori perché costava di più e questa è storia recente.

Che poi ci siano stati dei legami tra vari produttori si è possibile ma questi ci sono ancora oggi in qualsiasi settore incluso il mondo degli oggetti da scrittura.
Oggi quasi tutte utilizzano pennini Bock e materiale acrilico che ritroviamo costantemente su varie penne. Ad esempio l'Aurora sole e la Delta Dolce Vita utilizzano lo stesso materiale acrilico giallo, dunque dovremmo logicamente presumere che ci siano dei legami tra Aurora e Delta e sappiamo che non è così.
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: LetiziaJac - Maggio 19, 2013, 23:58:08 pm
I pennini che scrivono da ambo le parti non sono altro che pennini a cui non è stata rimodellata la punta d'iridio, come potrai notare osservando i pennini con un lentino, quindi è stata soltanto una scelta commerciale e non una particolare invenzione.   Non ho parlato di invenzione, ma solo di costi.
Com'è che allora non li hanno adottati anche altri, se non costavano di più? I pennini bicolori hanno un'estetica  accattivante, avrebbero potuto montarli su un sacco di modelli.... eppure non l'hanno fatto.
D'accordo sulla necessità di prove per le attribuzioni, ma vale anche il contrario. Personalmente non ho nessuna crociata da combattere pro o contro Omas, anzi sono stata tra coloro che hanno scremato il teorico palmares dei marchi di Simoni. Ciò non significa tuttavia che reputi lecito passare all'estremo opposto. A dire il vero mi importa anche poco se Simoni le penne se le fabbricava per intero o se assemblava della parti prodotte da terzi: avrebbe potuto anche limitarsi alla lucidatura e al confezionamento, per quanto mi riguarda. Resta il fatto, innegabile ed incontrovertibile, che l'immagine commerciale che ha costruito intorno al proprio marchio e la qualità delle scelte produttive/assemblative che ha fatto hanno reso le penne Omas famose ovunque e desiderabili per qualunque collezionista. Quelle penne, anche se fossero composte con pezzi prodotti da Safis, Ancora o  chi sa chi altro, con pennini prodotti dalla Comit o importati dall'Inghilterra, rimarrebbero sempre e comunque Omas. E se le Saratoga somigliano alle Tabo e le Tabo somigliano alle Omas e le Omas somigliano alle Nettuno e non era Simoni a produrle, vorrà dire che quello che le faceva, per chi sa quale motivo, faceva tutte le penne dell'area bolognese quasi uguali... A me pare piuttosto che tanta somiglianza e vicinanza implichi un'unica  progettualità. Però, ripeto, resto in attesa di prove.
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Maggio 20, 2013, 00:20:49 am
I pennini che scrivono da ambo le parti non sono altro che pennini a cui non è stata rimodellata la punta d'iridio, come potrai notare osservando i pennini con un lentino, quindi è stata soltanto una scelta commerciale e non una particolare invenzione.   Non ho parlato di invenzione, ma solo di costi.
Com'è che allora non li hanno adottati anche altri, se non costavano di più? I pennini bicolori hanno un'estetica  accattivante, avrebbero potuto montarli su un sacco di modelli.... eppure non l'hanno fatto.
D'accordo sulla necessità di prove per le attribuzioni, ma vale anche il contrario. Personalmente non ho nessuna crociata da combattere pro o contro Omas, anzi sono stata tra coloro che hanno scremato il teorico palmares dei marchi di Simoni. Ciò non significa tuttavia che reputi lecito passare all'estremo opposto. A dire il vero mi importa anche poco se Simoni le penne se le fabbricava per intero o se assemblava della parti prodotte da terzi: avrebbe potuto anche limitarsi alla lucidatura e al confezionamento, per quanto mi riguarda. Resta il fatto, innegabile ed incontrovertibile, che l'immagine commerciale che ha costruito intorno al proprio marchio e la qualità delle scelte produttive/assemblative che ha fatto hanno reso le penne Omas famose ovunque e desiderabili per qualunque collezionista. Quelle penne, anche se fossero composte con pezzi prodotti da Safis, Ancora o  chi sa chi altro, con pennini prodotti dalla Comit o importati dall'Inghilterra, rimarrebbero sempre e comunque Omas. E se le Saratoga somigliano alle Tabo e le Tabo somigliano alle Omas e le Omas somigliano alle Nettuno e non era Simoni a produrle, vorrà dire che quello che le faceva, per chi sa quale motivo, faceva tutte le penne dell'area bolognese quasi uguali... A me pare piuttosto che tanta somiglianza e vicinanza implichi un'unica  progettualità. Però, ripeto, resto in attesa di prove.

Pensa che Aurora per rimodellare le punte dispone di diverse persone che fanno soltanto quel lavoro eppure per risparmiare adesso non lo fa più. In quasi cento anni di storia non ha mai fatto un pennino bicolore, probabilmente non gli interessa perché dispone anche delle macchine che lo possono fare tranquillamente. Un unico pennino bicolore è stato fatto per una penna personale dell'Ing. Verona.
Il bicolore dei pennini è dato soltanto da una tampografia di mascheratura e poi rodiatura galvanica, effettivamente il costo è maggiore ma lasciando la pallina d'iridio integra il costo scende perché non si modella il pennino.
Poi le strategie commerciale delle varie case... che dire ognuno gioca come vuole, noi possiamo soltanto stare a guardare.

Parlando di Omas, ha tutti i meriti del mondo per le bellissime penne che ha fatto e non si discute almeno da parte mia. Però sai anche tu che una volta quando si incontrava una bella penna, solo perché era bella la si attribuiva a Omas, Dolcini Docet.
Poi magari ragionando ragionando chissà dove arriveremo, io spero che arriviamo a un quadro più chiaro ma soltanto per onor di cronaca.
Come si dice in gergo i figli sono di chi se li cresce e quindi a parer mio ogni marca è madre dei propri figli, anche se non li ha fatti.

Ora probabilmente non importa a nessuno o quasi se Omas si faceva le penne da se oppure no, però sta di fatto che fino a ieri se una penna bella non Omas attribuibile però a Omas raggiungeva quotazioni più interessanti.
Ora Omas è sempre ai vertici, e anche le altre penne grazie a informazioni più precise, oggi se già non le hanno raggiunte stanno raggiungendo le quotazioni che giustamente meritano pur non essendo più attribuibili a Omas.
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: LetiziaJac - Maggio 20, 2013, 09:38:40 am
Devo spezzare una lancia in favore di Dolcini: è vero che molte delle cose che ha scritto sono state successivamente confutate, smentite, chiarite, approfondite. Dubito tuttavia che il suo intento fosse quello di fare di tutta l'erba un fascio. Dolcini, come alcuni altri, del resto, ha raccolto i dati e le informazioni disponibili all'epoca, con i mezzi dell'epoca, ha confrontato penne, ha ascoltato racconti e ha formulato delle teorie. Gli articoli di Emilio li ho letti e riletti prima di sintetizzarli e inserire nell'enciclopedia il sunto di ciò che ritenevo affidabile. La causa di tanta confusione non è stato il lavoro di Emilio, che anzi, ribadisco, fa parte della seconda generazione di "divulgatori", quelli che, come me, un pizzico di dati in più li avevano scovati e potevano fare delle valutazioni un poco più articolate. I libri che hanno "segnato" la strada sono stati il libro di G.S. Germano ( ed. Calderini), il libro di Vannucchi ( ed. Be-Ma) e non ultimo, sul panorama internazionale, il grosso tomo di A. Lambrou: Fountain pens of the World. Aggiiungo che il capitolo sulla produzione Italiana della prima edizione del libro di A. Lambrou ( quello piccolo con la copertina bianca  e le foto in miniatura, per intendersi)lo scrisse Gianstefano Germano, quindi in esso si trovano le stesse informazioni che ci sono state poi ri-proposte nell'opera di Germano. la stessa storiella ripetuta due volte e divulgata a livello internazionale grazie all'enorme diffusione che ebbe il libro di Lambrou. Il contributo definitivo alla mistificazione è stato però dato dal Club Internazionale della Stilografica A. Simoni con la pubblicazione del volumetto riservato ai soci ( ora non mi ricordo il titolo, ma poi ve lo trovo),con la bella copertina amaranto, all'interno del quale è riportata la storia dell'Azienda e sono illustrate una serie di bellissime penne facenti parte della collezione Malaguti. E' QUI che fu detto in maniera ufficiale, che le Nettuno, le TABO, le The King etc. etc. venivano prodotte da Omas. Il volumetto fu pubblicato mi pare nel 1992/93. Il libro di Emilio è uscito molti anni dopo.  Falso e tendenzioso quanto volete, ha avuto sicuramente il merito di far imbufalire un sacco di gente, tra cui me e la cara Marina Vecchietti, ed di aver aperto la strada ad una ricerca più approfondita e attenta.  Sicuramente è anche vero che coloro cha hanno scritto libri celebrativi delle proprie collezioni ( vedi Dolcini e De Ponti) avevano in animo anche una valorizzazione dei propri possessi, ciò non significa che siano criticabili a tutto tondo o che abbiano necessariamente modellato i fatti a proprio uso e consumo.
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: Ambros - Maggio 20, 2013, 20:23:59 pm
Letizia,
che bello riaverti qui con noi, e poter leggere le tue riflessioni! :set2010042:
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: LetiziaJac - Maggio 20, 2013, 21:47:19 pm
... così mi commuovo :set2010037:
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Maggio 21, 2013, 00:22:50 am
Devo spezzare una lancia in favore di Dolcini: è vero che molte delle cose che ha scritto sono state successivamente confutate, smentite, chiarite, approfondite. Dubito tuttavia che il suo intento fosse quello di fare di tutta l'erba un fascio. Dolcini, come alcuni altri, del resto, ha raccolto i dati e le informazioni disponibili all'epoca, con i mezzi dell'epoca, ha confrontato penne, ha ascoltato racconti e ha formulato delle teorie. Gli articoli di Emilio li ho letti e riletti prima di sintetizzarli e inserire nell'enciclopedia il sunto di ciò che ritenevo affidabile. La causa di tanta confusione non è stato il lavoro di Emilio, che anzi, ribadisco, fa parte della seconda generazione di "divulgatori", quelli che, come me, un pizzico di dati in più li avevano scovati e potevano fare delle valutazioni un poco più articolate. I libri che hanno "segnato" la strada sono stati il libro di G.S. Germano ( ed. Calderini), il libro di Vannucchi ( ed. Be-Ma) e non ultimo, sul panorama internazionale, il grosso tomo di A. Lambrou: Fountain pens of the World. Aggiiungo che il capitolo sulla produzione Italiana della prima edizione del libro di A. Lambrou ( quello piccolo con la copertina bianca  e le foto in miniatura, per intendersi)lo scrisse Gianstefano Germano, quindi in esso si trovano le stesse informazioni che ci sono state poi ri-proposte nell'opera di Germano. la stessa storiella ripetuta due volte e divulgata a livello internazionale grazie all'enorme diffusione che ebbe il libro di Lambrou. Il contributo definitivo alla mistificazione è stato però dato dal Club Internazionale della Stilografica A. Simoni con la pubblicazione del volumetto riservato ai soci ( ora non mi ricordo il titolo, ma poi ve lo trovo),con la bella copertina amaranto, all'interno del quale è riportata la storia dell'Azienda e sono illustrate una serie di bellissime penne facenti parte della collezione Malaguti. E' QUI che fu detto in maniera ufficiale, che le Nettuno, le TABO, le The King etc. etc. venivano prodotte da Omas. Il volumetto fu pubblicato mi pare nel 1992/93. Il libro di Emilio è uscito molti anni dopo.  Falso e tendenzioso quanto volete, ha avuto sicuramente il merito di far imbufalire un sacco di gente, tra cui me e la cara Marina Vecchietti, ed di aver aperto la strada ad una ricerca più approfondita e attenta.  Sicuramente è anche vero che coloro cha hanno scritto libri celebrativi delle proprie collezioni ( vedi Dolcini e De Ponti) avevano in animo anche una valorizzazione dei propri possessi, ciò non significa che siano criticabili a tutto tondo o che abbiano necessariamente modellato i fatti a proprio uso e consumo.

Personalmente non sono completamente d'accordo con quanto scrivi.Condivido quanto dici sull'importanza dell'opera di Dolcini e delle altre inclusa la tua enciclopedia (complimenti e riconoscimenti spesi da me molte volte su questo forum) ma sono anche dell'idea e anche questo l'ho già detto molte volte non si può pensare che ciò che venne scritto venti e passa anni fa sia oggi completamente attendibile. Sappiamo tutti che molte cose sono cambiate, nuove informazioni sono disponibili. Quello che non bisogna fare è arroccarsi a difendere ad oltranza quello che palesemente non è più difendibile.

Non condivido nemmeno la storia dello stile bolognese per vari motivi come ad esempio aver infilato in questo enorme calderone penne che col presunto stile bolognese non ci azzeccano nulla (vedi nuovamente The King e The Scotland ma non solo).
Oltretutto se osservo le Saratoga e le Tabo, non mi viene in mente Omas ma Williamson poiché sia Saratoga che Tabo, esteticamente sono molto più simili alla produzione Williamson che alla produzione Omas.
Anche qualitativamente entrambi, sono molto distanti da Omas nel senso che nella maggior parte dei casi, le Saratoga e le Tabo prodotte a cavallo tra gli anni '30 e gli anni '40 hanno rifiniture superiori a quelle Omas. Clip, anellini e decori delle estremità (testine e fondelli) sono molto migliori di quelli Omas ed è strano visto che secondo la teoria dello stile bolognese dovrebbero essere state prodotte dalla stessa mano.
Anche il modello presentato in questo topic ha rifiniture superiori a quelle delle Omas dello stesso periodo.

Se seguissimo il ragionamento del così detto stile bolognese, allora dovremmo anche affermare che tutte le penne di stile Duofold furono fatte dalla Parker... Avrebbe senso?
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: LetiziaJac - Maggio 21, 2013, 15:25:07 pm
Non cercare di farmi dire cose che non ho detto.
Io non mi arrocco su posizioni pre-concette; non me ne viene nulla e non mi interessa e non sono tanto ottusa da pretendere che la gente prenda per vero quello che è scritto nei miei libri solo perché l'ho scritto io. Sul fatto che sono passati tanti anni dai tempi dei miei libri e da quelli di Emilio, non ci piove. Oggi affrontiamo l'argomento con conoscenze diverse e strumenti più sofisticati, ma la sostanza della ricerca rimane immutata: diviene vero ciò che è dimostrabile in concreto. Errori se ne fanno a iosa, basti saperli riconoscere.  Sono pronta a sposare l'ipotesi che Williamson abbia prodotto le Tabo e le Saratoga e quanti altri marchi vogliamo, ma vorrei delle prove. Basta poco, a volta un foglietto istruzioni dove appaia il riferimento all'azienda produttrice, un copia commissioni, una pubblicità dove piccolo piccolo ci sia scritto un riferimento...non credo di doverti insegnare il mestiere... Se tu queste prove le hai, allora benvengano le correzioni. Altrimenti rimaniamo nel campo delle ipotesi e opinioni, dove la tua, la mia, valgono tanto quanto quelle di chiunque altro...
La diatriba sulla paternità senza prove mi pare che alla fine risulti sterile e rischi di trasformarsi in una sorta di campanilismo inutile tra bolognesi e non bolognesi.
Il lavoro che a suo tempo feci fu di collegare un marchio al nome del suo produttore, vale dire che le Tabo stavano con Tantini, le Nettuno stavano con Vecchietti, le Columbus stavano con Verga, basandomi sulle prove e le testimonianze che fui in grado di raccogliere all'epoca
Sull'assimilazione The King/Omas, io non c'entro nulla e non l'ho messo nel calderone. Casomai in tempi antichi ho proposto delle supposizioni di collegamento tra Columbus/Littoria e The King, senza essere in grado però di stabilire chi facesse cosa e per conto di chi.
Se poi i pezzi con cui venivano costruite le Columbus/Tabo/Saratoga etc... venivano prodotti da Williamson o da qualcun altro, io non sono stata in grado di capirlo/scoprirlo/provarlo.
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: Giuseppe Tubi - Maggio 21, 2013, 16:14:17 pm
Non vorrei che cadeste in pericolose incomprensioni; per quanto ho inteso io Riccardo non intendeva mettere nessuno degli autori sul banco degli imputati, ma piuttosto alcuni collezionisti dall'approccio "integralista" che fanno fatica, per esempio, ad accettare che non tutte le penne di pregio siano nate a Bologna.
Su quanto poi da lui scritto in merito alla Saratoga, direi che il senso era quello che, trovandosi allo stato attuale a formulare ipotesi senza il supporto di prove,  la tipologia costruttiva porta ad assimilare la penna più alle produzioni di Williamson e Tabo che non a quella Omas.
Titolo: R: Re:Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Maggio 21, 2013, 17:04:28 pm
Non vorrei che cadeste in pericolose incomprensioni; per quanto ho inteso io Riccardo non intendeva metere nessuno degli autori sul banco degli imputati, ma piuttosto alcuni collezionisti dall'approccio "integralista" che fanno fatica, per esempio, ad accettare che non tutte le penne di pregio siano nate a Bologna.
Su quanto poi da lui scritto in merito alla Saratoga, direi che il senso era quello che, trovandosi allo stato attuale a formulare ipotesi senza il supporto di prove,  la tipologia costruttiva porta ad assimilare la penna più alle produzioni di Williamson e Tabo che non a quella Omas.

Esattamente!

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Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: pedewall - Giugno 21, 2013, 19:12:45 pm

Solo adesso ho avuto la possibilità di leggere questo topic e riporto alcune considerazioni.

Ritengo che tutte le ipotesi siano valide e condivisibili sino a prova contraria se suffragate da fatti, ma per poter fare ipotesi, bisogna innanzitutto inquadrare il periodo temporale a cui fare riferimento.
Non possiamo attribuire ad Omas una penna datata 1918 (dovrebbe aver avviato la produzione nella metà degli anni 20) oppure altra datata 1948 alla Fendograph che ha chiuso i battenti nel 43, si finisce in questi casi solo a creare confusione senza apportare fatti nuovi.
Ritengo, ma è un mio modo di procedere condivisibile o meno, che si debba cercare innanzitutto di avere almeno una idea di massima degli anni in cui la stilo “de quo” è stata realizzata, poi fare ipotesi.

Arriviamo a questa Saratoga.
Trascurando i vari contendere tra gli eredi del marchio Saratoga, (preciso con orgoglio che Ing Edoardo Webber è nato a Tempio Pausania in provincia di Sassari) questo fermaglio è stato brevettato da Virginio Mengoni nel 1941, ergo parliamo di una penna prodotta dopo tale anno, o meglio nel periodo in cui tale marchio è stato gestito dal Mengoni (41-45) che dopo tale periodo utilizzerà il marchio Saratoga’s.

Temporalmente inquadrata la stilo, si potrà procedere con le supposizioni.
Mengoni lavorava a Milano, ma che penne producevano Omas, Tabo etc negli anni precedenti alla guerra? Con quali colorazioni?
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: Giuseppe Tubi - Giugno 21, 2013, 19:51:27 pm
Il ragionamento non fa una grinza.
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Luglio 02, 2013, 00:46:50 am
Giusto quanto detto da Paolo ma se mi è permesso aggiungerei alcune cose.

Sono dell'idea che sarebbe anche corretto nutrire eventualmente qualche dubbio su quanto si è (diciamo così) tramandato e visto che qui parliamo di Saratoga è giusto dire che, le prove fino ad ora a sostegno della paternità Omas sono decisamente scarse e come nel caso The King / The Scotland, piuttosto fantasiose tanto da farmi pensare se e cosa scrivere come risposta.

Ad esempio se prendiamo la sezione Saratoga  dell'enciclopedia di Letizia (che è un ottimo punto di partenza) possiamo leggere a pag. 191 del vol. II

<<...l'Ing. Webber si associò con il Dr. Mengoni (vedi anche alle voci: Megoni - Vol. I e Saratoga's -Vol. II), titolare di una famosa cartoleria di Milano, per dare vita ad una produzione di stilografiche interamente italiane. L'impresa venne realizzata in collaborazione con l'azienda Omas di Bologna, alla quale venne commissionata la produzione della serie di stilografiche denominate "Saratoga"...>>

Sempre a pag. 191 del vol. II poche righe più sotto possiamo leggere <<...Realizzati utilizzando
i materiali di alta qualità messi a disposizione da Omas...
>>

Mentre a pag. 193 ad un certo punto possiamo leggere <<...la produzione delle Saratoga da parte di Omas ebbe termine, probabilmente in conseguenza della scarsezza di celluloide pregiata...>>

Se devo essere onesto, a me personalmente queste poche righe non bastano per poter attribuire la produzione Saratoga alla Omas.
Altrettanto onestamente, per quanto apprezzi e stimi il libro scritto da Emilio Dolcini, non posso basarmi su quel libro per due motivi. Il primo perché quello non è un libro sulla Omas e la sua produzione ma è un libro sulla collezione di Dolcini e quindi risulta essere un libro fortemente polarizzato.
Il secondo motivo molto più spicciolo e che pur essendo il sig. Dolcini una persona squisita, vedeva Omas ovunque... e questo fa tornare il discorso al periodo in cui valeva il concetto "è bello quindi è Omas"

Dunque le prove tangibili della produzione Omas dove stanno? nelle celluloidi che non produceva Omas?, nei pennini che non produceva Omas? nello stile? Omas ha copiato da Dunn e dalla Doric, Saratoga dalla Vacumatic etc...

In definitiva esattamente di che cosa si parla quando si afferma che la penna X era fatta da Omas?
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: alfredop - Luglio 02, 2013, 22:30:08 pm

Temporalmente inquadrata la stilo, si potrà procedere con le supposizioni.
Mengoni lavorava a Milano, ma che penne producevano Omas, Tabo etc negli anni precedenti alla guerra? Con quali colorazioni?

Come metodo mi sembra assolutamente ragionevole, potresti allora completare il ragionamento (purtroppo le mie lacune penstoriche non mi consentono di rispondere alla domanda finale).

Ciao
Alfredo
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Luglio 06, 2013, 17:01:44 pm

Temporalmente inquadrata la stilo, si potrà procedere con le supposizioni.
Mengoni lavorava a Milano, ma che penne producevano Omas, Tabo etc negli anni precedenti alla guerra? Con quali colorazioni?

Come metodo mi sembra assolutamente ragionevole, potresti allora completare il ragionamento (purtroppo le mie lacune penstoriche non mi consentono di rispondere alla domanda finale).

Ciao
Alfredo

Se posso esserti utile, provo a dare se non altro una traccia tentando di mettere un po' d'ordine nella datazione.

Ad esempio queste penne Saratoga non possono essere state prodotte prima del 1936, se non addirittura prima del 1938. Il motivo risiede nel fatto che la Saratoga è fortemente ispirata alla Vacumatic e Parker non l'ha prodotta prima del 1933.

Diamo almeno 12 mesi prima che il fenomeno Vacumatic esploda completamente negli States e che la Parker stessa decida di esportarla anche in Europa.

Aggiungiamo, un altro anno prima che la Vacumatic diventi un successo anche nel vecchio continente inclusa l'Italia e arriviamo al 1935.

Sempre nel 1935 la Società delle Nazioni impone all'Italia Fascista delle sanzioni non soltanto economiche  facendo esplodere il "fenomeno" dell'autarchia con tutti i problemi che questo comporta e che tutti noi conosciamo.
Sempre a causa dell'autarchia iniziano a comparire penne ad esempio le Montblanc, Pelikan etc... con scritte in italiano come Capolavoro, Fabbricato in Italia etc... Stessa cosa come sappiamo avvenne per le Parker.

Possiamo supporre con una discreta certezza che la storia delle penne estere con scritte italiane imposte dell'autarchia sia durata un paio di anni e arriviamo al 1937.

Successivamente come sappiamo a Webber (che a quel tempo era il distributore ufficiale per l'Italia dei prodotti Parker) venne tolta in modo coatto dal regime fascista la distribuzione delle penne americane.
Ammettiamo che Webber in un modo o nell'altro sia riuscito a mantenere o meglio garantire la distribuzione dei prodotti Parker fino al 1939 sono dell'idea che oltre non si possa andare anche perché nel 1939 ufficialmente scoppia la seconda guerra mondiale e molto probabilmente in Italia fino al 1946 prodotti americani non se ne vedranno praticamente più (se non di contrabbando e a carissimo prezzo).

A questo punto dobbiamo iniziare a inquadrare l'inizio dell'attività del Sig. Webber nella realizzazione delle Saratoga nel periodo compreso tra 1938/1939 e/o il 1945/1946.

Difficile pensare che Webber abbia dato il via alle Saratoga a ridosso della seconda guerra mondiale trovando più logico supporre che le Saratoga siano nate successivamente alla fine della seconda guerra mondiale o giù di li.
Il 1945 non è molto dissimile e lontano dal 1941 menzionato dal nostro Paolo, data che tra l'altro indica la deposizione del brevetto, non l'inizio della produzione di queste penne o di quel modello di clip.

Detto questo, apro una piccola sotto parentesi sulla presunta produzione delle penne Saratoga da parte di Omas.
Come sappiamo, Omas inizia a produrre le sue Lucens ed Extra Lucens nel 1936. Se come si legge nei libri e come molti discepoli Omas raccontano, le Saratoga vennero prodotte da Omas nei primi anni '30 allora vorrebbe dire che Omas realizzò queste penne prima delle sue Lucens ed Extra Lucens e quindi tutta la storia delle celluloidi date in concessione da Simoni a Webber per la produzione si smonterebbe da sola all'istante.

 :set2010059:
Titolo: Re:Saratoga medium size
Inserito da: LetiziaJac - Luglio 17, 2013, 10:18:35 am
I dati sulla storia delle Saratoga vennero raccolti basandosi su testimonianze varie e su quel poco di cartaceo che fu possibile trovare all'epoca. Enrico Bettazzi scrisse un bell'articolo su Stilomania utilizzando l'unico listino disponibile all'epoca ( parte del quale è riprodotto nell'Enciclopedia) e alcune fatture che aveva rinvenuto a supporto delle "ipotesi" elaborate. Il listino a cui mi riferisco faceva parte della Biblioteca dell'Accademia e molti di voi probabilmente ce l'hanno ancora. La copertina illustrava una stilografica Saratoga di fronte ad un pianeta terra dietro al quale appare una scritta a mò di sole nascente "Saratoga". In basso c'era peraltro una dicitura che diceva "Una nuova meravigliosa stilografica Italianissima". Siamo in clima di esterofobia, eppure le penne illustrate nel listino hanno tutte finiture laminate oro e pennini in oro. Autarchia dichiarata e latente ma non ancora effettiva? 1939? 1940/1941?
Per favore, però, che non vi venga in mente di dire che l'iconografia scelta ricorda chiaramente un sole nascente e che quindi ci sarebbe un chiaro collegamento con Aurora! Oppure, se così vi vien da pensare, cacciate fuori le prove! :set2010054:
Titolo: R: Saratoga medium size
Inserito da: turin-pens - Luglio 19, 2013, 01:25:58 am
Pur essendo un aurorista o aurorinomane di seconda generazione non mi metto a gridare che le Saratoga furono fatte dalla casa torinese. Così come non veddo produzioni Aurora dietro ogni angolo. Ma se un giorno dovesse saltare fuori che fu Aurora a realizzare le Saratoga, non griderò di certo allo scandalo, ne avrò atteggiamenti di lesa maestà.

Per le prove e la loro interpretazione si potrebbe aprire un discorso piuttosto lungo e complesso (almeno secondo me) poiché ci sono delle cose che da molto tempo mi lasciano perplesso. Ad esempio se trovo una fattura Columbus dove c'è scritto che è un negozio e non una fabbrica dovrei pensare che tutto quello scritto fino ad oggi su di essa è sbagliato o no?

Ad esempio, perché se nella famosa fattura del Sig.re Merighi la sigla Omas o il nome di Armando Simoni non compaiono mai, la si etichetta come prova che le penne The Scotland vennero fatte dalla Omas, quando in realtà basta osservarle per capire che con Omas non ci azzeccano nulla?

Oppure perché si da per certo e scontato che Omas abbia prodotto di tutto e di più quando come sappiamo, è tutto basato sul si dice?

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