Autore Topic: Recensione J.Herbin - CAROUBE DE CHYPRE  (Letto 2289 volte)

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Recensione J.Herbin - CAROUBE DE CHYPRE
« il: Maggio 19, 2018, 08:00:12 am »
J. HERBIN - 1670 - CAROUBE DE CHYPRE


Partendo dal fatto che non sono particolarmente simpatizzante delle produzioni francesi e che ho imparato la data della presa della Bastiglia solo grazie al cartone animato Lady Oscar, mi accingo a recensire l'inchiostro prodotto da HERBIN e meglio indicato nel titolo.
Ho volutamente evitato di definire il nome in quanto non vi è tale specificazione né sulla boccetta della linea "1670" né tantomeno sulla relativa confezione.
L'unico elemento riconducibile al colore è la scritta di riempimento del numero "1670" posizionato al centro della facciata frontale della confezione e lo sfondo su scritta bianca "J.Herbin" localizzato in calce alla parete anteriore della stessa.
La boccetta, estremamente "chic", ha tappo e sigillo in similceralacca del colore dell'inchiostro.
Il nome facevano fatica a metterlo!
In sede di ordine on line si scopre che invece tali inchiostri i nomi li hanno, anche se non vengono scritti da nessuna parte! Tuttavia risultano pressochè impronunciabili, tant'è che mi limito a identificarlo con "il marrone del 1670" oppure "il verde del 1670".
Quando ordino il viola, devo ricordarmi di cambiare numero ... 1798.

La linea 1670 si caratterizza per la componente di polvere d'oro all'interno dell'inchiostro e si compone di 5 tonalità cromatiche:
- 1670 - Rouge Hematite
- 1670 - Blue Ocean
- 1670 - Emeraude de Chivor
- 1670 - Stormy Grey
- 1670 - Cyprus Carob
Mentre l'unico prodotto con "data" 1798 risulta essere Amethyste de l'Oural composto invece da polvere d'argento.
Stiamo parlando di
- € 15,50 x 50 ml. - per la linea 1670
- € 19,90 x 50 ml. - per l'unico esemplare della linea 1798.

Francamente, che tale linea sia dedicata "all'intraprendente marinaio francese J. Herbin" e ai suoi viaggi, risulta irrilevante mentre appare più curiosa la circostanza che tale produzione sia uscita sul mercato quasi in contemporanea con gli Shimmering della Diamine ossia inchiostri che contengono le medesime particelle d'oro/d'argento.

Ho provato entrambe le marche.
Diamine si è dimostrata più "rognosa" in quanto la polvere di metallo contenuta nell'inchiostro rendeva le penne inutilizzabili a causa di gravi intasamenti.
Herbin si presenta più lubrificato ma il suo impiego non è esente da imprecazioni.

"Spoileriamo" i risultati:

L'unica penna moderna che è in grado di gestire questo tipo di inchiostro senza battere ciglio è la PILOT CAPLESS con pennino M.
Può essere benissimo che vi siano altre penne che riescano a tollerare tale inchiostro ma non ho avuto modo di sperimentarlo in quanto la mia piccola collezione non prevede stilografiche con flusso generoso.

Le vintage, a parte quelle con pennino particolarmente fine, si comportano decisamente meglio:
- la Waterman Hundred Years è quella che si è dimostrata più idonea alla ricezione di tale non facile inchiostro. L'ho utilizzata in maniera intensiva per 6 mesi, senza mai lavarla o sciacquarla, sempre con il marrone 1670. Non ho mai registrato alcun problema, mai un'incertezza del tratto, mai un intasamento.
- Sheaffer e Wahl Eversharp (sempre vintage) si assicurano il 2° posto ex aequo sul podio delle vincitrici.

Le moderne invece, per accettare tali particelle hanno bisogno sicuramente di un flusso da idrante e un pennino generoso, ragionevolmente in oro.
Tale "teoria" si è radicata a seguito di infruttuosi, deludenti e disastrosi tentativi esperiti con penne moderne con pennino in acciaio, inifluente la gradazione, dall'M all'1.1 stub il risultato rimaneva il medesimo: intasamento immediato su
- Lamy Nexx 1.1
- Sheaffer 0,8
- Twsbi M
- Online M
- Faber Castell M
- Pilot Prera M
- Delta modello "Anni 70" (moderna) M.

Diverso è stato il comportamento della Monteverde Invincia Brass (pennino M in acciaio) che ha "retto bene" la polvere d'oro senza intasarsi ma ha restituto un tratto orribile dove la componente dorata era meno visibile e l'effetto predominante era quello del "cambio pannolino di bebé".
Precisiamo: il colore marrone restituito dalla Capless e dalla Waterman non hanno nulla a che vedere con la cromia resa dalla Monteverde!

Le penne vintage e la moderna utilizzata nel corso dei test si sono comportate egregiamente seppure in modo diametralmente difforme nella resa cromatica:

 - PILOT CAPLESS pennino M: il marrone risulta più chiaro mentre la polvere d'oro viene equamente distribuita in modo controllato sull'intero tratto.

- WATERMAN HUNDRED YEARS: il marrone ha una tonalità leggermente più scura dovuto ad un tratto più sottile rispetto all'M Capless mentre la componente dorata risalta in modo predominante nelle prime righe (dopo un periodo di stop della penna) e prosegue in modo meno copioso nelle righe successive.

Per dirla in parole semplici: con la Capless i brillantini li devi proprio andare a cercare, devi avere un occhio particolarmente attento per accorgertene, mentre con la Waterman ... se ne avvedrebbe persino un cieco, tale è il bagliore e il luccichio che emana lo scritto.

Ancora, la Capless risente del "modo di scrivere":
- scrittura ordinata: la polvere d'oro ha più tempo di depositarsi sul foglio
- scrittura frettolosa: le particelle dorate le potete agevolmente vedere con una bellissima lente d'ingrandimento che ora è pure in offerta su Amazon.


Penne e carta utilizzate per la recensione:
- Pilot Capless pennino M
- Waterman Hundred Years pennino flessibile
- Carta Fabriano EcoQua puntinato da 85 g/m
- Carta Rhodia bianca da 80 g/m
- Carta "da riciclo" ossia carta usata per fotocopie e riutilizzata sul retro (parte priva di stampa).


Piccola postilla: se inchiostrate una penna con carica a pistone o a converter, il primo tratto restituito non sarà quello "reale", ma sarà falsato da una generosità del tratto conseguenza della consistente concentrazione di inchiostro nella condotta.
In sede di scrittura "normale" ossia, dopo qualche riga, si inizia ad apprezzare la "stabilità" del colore e della distribuzione delle particelle metalliche.


SATURAZIONE:
La vivacità del colore (marrone) ovvero la tendenza alla tonalità più cupa è influenzata dal tipo di penna utilizzata.
Con la Capless abbiamo una buona saturazione, il colore è vivace, con la Waterman viene restituita una cromia un po' più scura ma mai tendente al grigio mentre con la Monteverde (unica penna stilografica che mi fa rimpiangere le Bic in quanto pesa quanto un carroarmato e la praticità è pari a un tacco 12) c'è una leggera tendenza al "color nutria".


SHADING:
La Capless non si presta a grandi variazioni di tratto pertanto anche l'intensità del colore è pressoché omogena.
Diverso è l'effetto (spettacolare) della Waterman che già di per sé restituisce variazioni cromatiche ipnotiche anche con inchiostri meno entusiasmanti; con l'inchiostro in questione vi è non soltanto una variazione cromatica per quanto attiene al marrone ma anche una diversa concentrazione delle particelle dorate restituendo un effetto estremamente elegante e di classe.
La resa sfacciata dell'oro si percepisce escusivamente con determinate inclinazioni del foglio al fine di poter "giocare" con gli effetti della luce.


DRYING SPEED:
Sia su carta Fabriano EcoQua, sia su carta Rhodia abbiamo, paradossalmente, le medesime tempistiche:
- con la Capless 18 secondi
- con la Waterman HY 20 secondi.


OPACITY:
La capacità coprente è decisamente migliore con la Waterman in quanto fornisce un tratto più scuro grazie ad un pennino più tendente al fine che al medio.
La Capless, dotata di un un M pieno (che potrebbe paragonarsi ad un F Pelikan) restituisce un colore più chiaro con buona capacità coprente.


FEATHERING:
Assente ogni forma di spiumaggio, sia su carta di buona / discreta qualità sia su carta riciclata / da fotocopie.


FLOW:
Tutti gli inchiostri Herbin hanno un buon grado di lubrificazione ed anche questa linea non fa ecccezione, tant'è che è proprio grazie a tale componente che Herbin va ad oscurare gli Shimmering della Diamine.


BLEED THROUGH:
Abbiamo un "trapasso" dell'inchiostro nel retro del foglio soltanto nel caso in cui vi sia una copiosa perdita d'inchiostro dalla penna con conseguente macchia estesa e/o concentrata sulla superficie di scrittura.
A seguito dei test effettuati, persino su carta di pessima qualità consente la scrittura in fronte-retro.


WATER RESISTANCE: resistenza all’acqua
No. Non è water proof.
A questo punto vorrei aggiungere che il marrone viene eliminato dall'acqua, ma sulla superficie di scrittura rimane il rosso (tonalità sottesa al marrone).
L'ho sperimentato su una inusuale superficie di scrittura. Le mie mani.
Si precisa che, mentre dalle parti in plastica tale inchiostro viene via con semplice acqua, dalle mani non è sufficiente il sapone (sono ricorsa alla candeggina).

LIGHT FASTNESS: resistenza alla luce
Troppo presto per dirlo. Lo sto usando soltanto da 6 mesi.


BULLETPROOF: anticontraffazione
La reazione dell'inchiostro alla Lampada Wood non ha sortito alcun effetto.
Non vi sono elementi che possano qualificarlo come inchiostro antricontraffazione in quanto i raggi ultravioletti non hanno evidenziato particolari caratteristiche.


Contesto di utilizzo
- scuola: sì- elementare
- medie
- superiori ma solo per appunti
- università ma solo per appunti

- lavoro / formale: assolutamente NO!

- personale: sì.



So già che qualcuno starà pensando: "Ma io devo comperare una penna apposta per questo inchiostro? Ne vale la pena?"
Risposta: Sì perchè gli appunti risultano più "vivaci" e il cambiamento cromatico reso dalla polvere d'oro li rende vivi e ciò a beneficio di un'attivazione della componente creativa del cervello.
Ribadisco, nel panorama moderno l'unica penna (che io abbia provato, quindi con possibilità di smentita magari con una Pelikan M 400) in grado di reggere questo tipo di inchiostro con componenti in metallo è la PILOT CAPLESS con pennino M (farò anche dei test con il pennino F che allo stato non sono in grado di fare); tale penna ha una linea con fusto "metallizzato" di vari colori:
- azzurro
- verde
- rosso
- arancione
- viola.
Per la legge del contrappasso si potrebbe abbinare il colore del fusto al colore dell'inchiostro, così anche in sede di appunti sarà più agevole individuare immediatamente la penna da utilizzare a seconda di quale "ramo" della mappa concettuale / mentale ci stiamo dedicando.
Personalmente il Blue con polvere d'oro non incontra i miei gusti; ne ho acquistata una boccetta e l'ho regalata appena ne ho avuta l'occasione.
Il Rosso non è male ma la componente dorata non risalta quanto quella contenuta nel marrone.
Il Verde e il Viola meritano l'acquisto, soprattutto il verde che cambia intensità cromatica a seconda della penna utilizzata restituendo un verde scuro ovvero un verde smeraldo; ma questi 2 inchiostri saranno oggetto di separata recensione.

Fenice & Fenomeno rigraziano Marco Moricci per non averli denunciati per stalking nei frangenti in cui, disperati, non riuscivano a capire quale penna conciliare con un inchiostro così "particolare", bello ma decisamente impegnativo.




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« Risposta #1 il: Maggio 19, 2018, 09:14:24 am »



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« Risposta #2 il: Maggio 19, 2018, 09:15:33 am »



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« Risposta #3 il: Maggio 19, 2018, 09:16:17 am »

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« Risposta #4 il: Maggio 19, 2018, 09:16:47 am »

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« Risposta #5 il: Maggio 19, 2018, 09:17:27 am »

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« Risposta #6 il: Maggio 19, 2018, 09:17:59 am »

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Re:Recensione J.Herbin - CAROUBE DE CHYPRE
« Risposta #7 il: Maggio 19, 2018, 09:18:29 am »

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