Autore Topic: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI  (Letto 8819 volte)

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Online turin-pens

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LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« il: Gennaio 04, 2011, 19:41:44 pm »
Torno su un discorso trattato più volte ma questa volta spero di riuscire a spingere anche i nuovi iscritti ad una partecipazione attiva e non soltanto passiva.
Negli ultimi anni tutti i pen-show italiani a cui ho partecipato si sono dimostrati di dimensioni molto ridotte e con un numero di espositori sostanzialmente ridicolo, fanno eccezione gli eventi del 2007 e del 2008, svolti rispettivamente a Roma e Firenze e ai quali molte persone provenienti anche dall'estero hanno partecipato con discreta trepidazione.

L’ideale sarebbe riuscire a organizzare di nuovo un evento rilevante qui in Italia. Le premesse ci sarebbero tutte, anche per una buona partecipazione internazionale, l’Italia infatti è stato ed è tutt’oggi uno dei più rilevanti paesi produttori di stilografiche ed ha una storia invidiabile con marchi di rilevanza internazionale.

Riusciremo un giorno a mettere da parte le smanie di protagonismo di molti per poter collaborare tutti insieme alla costruzione di un evento che non rimanga unico ma che sia replicabile di anno in anno?
Com'è possibile che un paese come l'Italia che ha una grande tradizione nella produzione, costruzione e realizzazione di penne stilografiche non riesca poi a partorire un evento degno di nota?



Online fabbale

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #1 il: Gennaio 04, 2011, 20:56:48 pm »
Uhhhhhhhhh..... bello questo argomento che più volte ho provato ad intavolare anche il altri forum.

Il discorso sarebbe veramente lungo; partiamo magari per gradi con una domanda provocatoria: CONTINUIAMO A CHIAMARLI PEN SHOW, OPPURE LI BATTEZZIAMO ALL'ITALIANA "MERCATINI DI VENDITA E SCAMBIO PENNE"?

A seconda di come li intendiamo, sarà più facile poi declinare le peculiarità di ognuna delle due formule.

PS: possiamo anche intenderli come forma mista.

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Offline roberto v

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #2 il: Gennaio 04, 2011, 21:17:30 pm »
Quello che sono i pen show italiani, lo sappiamo e lo abbiamo visto, purtroppo.

Personalmente, però, non ho ancora mai partecipato ad uno estero.

Mi piacerebbe leggere qui, da chi invece li ha frequentati, quali siano le cose da "importare" per migliorarli... e vediamo se riusciamo a far qualcosa!

Offline Pupa

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #3 il: Gennaio 05, 2011, 00:29:37 am »
Manca l'informazione..

tralasciando le persone come me che non possono materialmente
volare a piacimento per via dei costi e crisi del lavoro,
la verità è che tutta la produzione italiana di stilografiche è ormai
una nicchia di estremo lusso,
non sono più penne giornaliere e ormai raramente si regalano,
come un tempo, per cresime, promozioni, lauree ect.
Oltre a questo,
giornali, radio e tv non parlano mai delle stilografiche e degli eventi
che ruotano attorno a loro,
non esiste pubblicità e informazione legata a questo mondo

Offline Wallygator

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #4 il: Gennaio 05, 2011, 11:10:04 am »
La domanda, a mio parere, ha purtroppo un'unica risposta: la pecunia.
Infatti, la passione per le penne -soprattutto le antiche-  visti i prezzi che girano in Internet (non ho esperienza di pen-show), se non supportata da un adeguato portafogli, alla fine si smorza, salvo non fare del trading.

Qualcuno di voi avrà provato a fare un budget dei costi da affrontare per ogni pen-show:
1) spese di locomozione;
2) alloggio;
3) vitto;
4) iscrizione ed allestimento stand;
5) varie ed eventuali.

Cercando di contenere i costi al massimo, ritengo che per ogni evento occorra mettere in conto non meno di 500 Euro per persona (quanti ci vanno da soli?). Il tutto viene poi moltiplicato per il numero di eventi in un anno.
Quindi, se voglio  partecipare attivamente ad un pen-show dovrò tener conto di questi costi fissi, oltre alle eventuali spese per acquisti di penne; quanti sono  i comuni collezionisti disposti a ciò, che non ipotizzino un ritorno economico che ripaghi dei costi?
 
Ovviamente, se è andata male una volta, si potrà ripetere l'esperienza una seconda o una terza volta, ma alla fine….di qui il numero via via sempre più ristretto di coloro che si iscrivono.

Altro problema: la pubblicità.
Da quel che ho visto finora, non si può certo parlare di una comunicazione efficace; gli eventi sono pubblicizzati quasi esclusivamente attraverso i vari club od associazioni (oggi anche attraverso i forum), ma comunque la comunicazione è sempre indirizzata ad una cerchia ristretta di persone.
Inoltre, gli eventi sono quasi sempre a sé stanti e non inseriti in manifestazioni collaterali che comportino un'adeguata affluenza di pubblico; come si fa a fare proselitismo se poi si rivedono sempre le stesse persone?

Soluzioni:
a) ridurre il numero di eventi l'anno;
b) inserire gli eventi in manifestazioni che abbiano un richiamo di pubblico anche non direttamente interessato al pen-show.

Probabilmente i costi da affrontare potranno essere più elevati, ma di minore ripetitività; e poiché comunque lo si voglia vedere, a mio parere il pen-show é più che altro dedicato al trading, un maggior afflusso di pubblico anche non direttamente appassionato può comportare maggiori occasioni di business.

 


Offline f.hawks

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #5 il: Gennaio 05, 2011, 11:51:03 am »
Io ho vissuto gli ultimi due, bologna decisamente meglio di milano, però si è esaurito il tutto nella mattinata fra gli associati, dal momento dell'apertura al pubblico saranno entrate si e no dieci persone, per me che vado solo per eventualmente comprare non è un problema ma per chi deve recuperare anche dei costi......

 :set2010054:

Online fabbale

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #6 il: Gennaio 05, 2011, 15:04:18 pm »
Proviamo ad andare per gradi:iniziamo prima a ragionare come utilizzatori/Clienti e dire cosa vorremmo vedere/fare durante un Pen Show e poi dopo proviamo e metterci nei panni di uno/o più Organizzatori che, sentito cosa vogliono i Clienti, provano a metterlo in pratica. In sintesi, facciamo una bella indagine di customer satosfaction e poi dopo un business plan del Progetto.

Allora, come fruitore di un Pen Show a me piacerebbe che:
1. ci fossero tanti tavoli di venditori, possibilmente anche esteri, con penne di tutti i tipi e per tutte le tasche
2. ci fosse uno spazio libero, o che costa poco, dove due clienti/collezionisti possono sedersi, bere un caffè e magari scambiarsi/vendere o anche solo guardarele loro penne, al di fuori quindi del circuito del Pen Show (in questo caso il bravo Tom ha già colto questa richiesta per il suo Pen Show a Roma. COMPLIMENTI!!!!)
3. ci fosse qualche momento dedicato alla illustrazione e spiegazione di come si riparano le penne: cose semplici che tutti possono fare da se come cambiare un sacchetto, pulire una penna, cambiare un pennino etc.etc. Credo che per chi organizza questi momenti, sia anche un investimento su se stesso per poi provvedere invece a restauri o riparazioni più complesse
4. ci fosse anche il modo di fare cultura magari organizzando una mini mostra di pezzi storici e rari evidenziando le caratteristiche principali di ogni pezzo
5. ci fosse la presenza delle principali Ditte Italiane (anche estere) che magari presentano le novità del momento
6. ci fosse anche la presenza di altri collezionsti di altri settori che forse si sposano bene con le penne: orologi, accendini, calamai e cannucce, materiale cartaceo, manoscritti, libri antichi, cartoline e poster pubblicitari....
7.........

Proviamo veramente prima a metterci nei panni di un CLIENTE e poi dopo, vediamo se la cosa è fattibile da organizzare o far organizzare.

 :set2010002:

Offline pedewall

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #7 il: Gennaio 05, 2011, 23:09:45 pm »

Tutto bene quanto precedentemente riportato da Fabio e dagli altri, ma un pens show (che brutto nome, possibile che non si trovi una adeguata denominazione in italiano?) dovrebbe prevedere, oltre gli espositori:
1)   un banco di riparazione delle penne: tutti i visitatori possono portare le proprie stilo e farsi fare un preventivo gratuito di possibile riparazione, da eseguire in un secondo tempo, con scheda preventivo  ed indirizzo dove spedirla;
2)   un banco di probabile valutazione gratuita delle penne portate dagli ospiti (consegnare una scheda con gli indirizzi);
3)   una seppur minima mostra di stilo a tema o generale;
4)   un angolo con monitor e posti a sedere in cui viene riprodotto uno o più filmati autoprodotti sulle stilo o sulla mostra ed anche sulle riparazioni più comuni od altro (ricordo con piacere il filmato che spiegava come trasformare una piuma in una penna utilizzando quell’attrezzo dal nome per me improponibile: mi sembra quill qualcosa);
5)   un angolo in cui qualche artigiano mostra come si produce la carta;
6)   altro angolo in cui l’esperto disegnatore con aerografo dipinge una penna (visto a Firenze);
7)   un tavolo con una orientale (deve parlare almeno inglese) esperta nel disegno dei simboli giapponesi che con pennello o stilografica Sailor con pennello al posto del pennino, “scriva” su carta quello che l’ospite vuole, ad esempio i nomi ( i giovani vanno pazzi per queste cose);
8)    coinvolgere le scolaresche, quindi apertura di sabato e domenica (i bambini portano poi i genitori la domenica);
9)   prevedere la vendita all’ingresso di un piccolo oggetto (tipo penna portachiavi etc.) per qualche euro, con impressa la data dell’evento, oppure il prezzo del biglietto del visitatore comprende uno stampato dello sponsor ed il gadget oltre la tessera di ingresso numerata;
10)   far preceder il tutto da un volantinaggio ed un tam-tam su internet invitando a partecipare i collezionisti delle associazioni di penne di altri paesi.
11)   coinvolgere le case produttrici italiane, una sarà lo sponsor ufficiale e presenterà quello che vuole, le altre potranno avere uno stand.
Queste sono le prime idee, pensando a come coinvolgere il maggior numero di visitatori, quasi tutte copiate da quanto vissuto in altri pen show.

Offline Pupa

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #8 il: Gennaio 06, 2011, 01:24:21 am »
Il termine esiste, ed è molto meglio di quello anglosassone:
"Mostra Mercato" di Penne Stilografiche

o anche "Fiera della scrittura" allargando i concetti?

Dovrebbe funzionare come una piccola fiera,
con tutto quello che ha esposto Paolo

Offline Ambros

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #9 il: Gennaio 06, 2011, 02:19:14 am »
Le idee espresse e le proposte immaginate da Pedewall sono di grande effetto,
e largamente condivisibili; alcune sarebbero anche attuabili senza particolare difficoltà;

peccato che ciò che manca a noi italiani è proprio "l'organizzazione" generale,
intesa come visione d'insieme dell'evento "Mostra-Mercato",
che dovrebbe divenire insieme di eventi finalizzati ad attirare
interesse sulla scrittura in generale.

Ma siamo in Italia: coinvolgere le ditte produttrici? una parola! chi di noi ha gli "appoggi"?
coinvolgere artigiani per la didattica e le riparazioni? con quale loro "tornaconto immediato"?
Riparatori che spiegano i "trucchi del mestiere"? tra noi sicuramente c'è ne sono: ma lo farebbero?
Le scolaresche, ottimo: ma siamo assicurati?

Siamo in pochi e male organizzati: nulla a che vedere con l'estero.....
Direi che, con grande impegno e fatica, si potrebbero attuare i facili punti da 1 a 4,
ma chi organizza il tutto, e con quali mezzi?

(Scusate lo sfogo di puro pessimismo, sarà l'ora tarda, o le abbuffate di questi giorni....)

Online fabbale

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #10 il: Gennaio 06, 2011, 12:33:17 pm »
Sig. Not quoto il tuo dire e naturalemente quello del "Sardegnolo" (così stavolta mi picchia sul serio....)

Attenzione però allo sdoppiamento di personalità che ognuno di noi in questo caso rischia.

Credo infatti (come ho già detto), che prima di ogni cosa bisognerebbe fare una lista DA USUFRUITORE, di ciò che vorremmo vedere/fare durante un Pen Show o Mostra Mercato o.... PENNOFILIA DAY.... chiamatelo come vi pare il discorso non cambia.

Ben vengano quindi le riflessioni di Paolo e di altri; dopodichè, saranno problemi di chi vorrà organizzare una giornata di seguire le indicazioni che "I CLIENTI" e i "VISITATORI"  (ovvia la distinzione), hanno fornito.

Non mi pare giusto che io definisca cosa voglio vedere in un Pen Show, me lo organizzo e poi arriva Mr. P mette su un banchino e mi vende le sue penne!!!!!! (naturalmente scherzo).

Ovvio che per me il problema di organizzare un Pen Show accollandosi anche gli opportuni investimenti a cui stiamo tutti facendo riferimento, spetta a chi ne ha veramente un interesse. Quindi se i nostri Amici venditori non si associano per fare un qualche cosa che vada bene a tutti loro ed investano sui loro prospects Clienti, vedremo sempre quello che abbiamo visto fino ad oggi.

A fronte di un progetto serio, presentato con i dovuti tempi, non credo sia difficile coinvolgere le Aziende produttrici e le Istituzione (se servono) in partnership.

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Offline pirulazio

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #11 il: Gennaio 06, 2011, 13:47:48 pm »
Qualche PS in giro per il mondo l'ho visto,
negli USA ed in Francia per la precisione,
gli eventi sono sempre mastodontici rispetto ai nostri,
almeno 2/3 giorni di durata, a volte anche 4, da giovedì a domenica.

Non manca mai uno sponsor, casa produttrice di penne od articoli correlati, negozio,
il quale, copre molte spese ed offre qualche gadget ad espositori e partecipanti.

Un asta di articoli di scrittura, di solito il sabato attira gente che normalmente non si muoverebbe, serve un bel catalogo, con oggetti di richiamo, pronto almeno 1/2 mesi prima
e l'impossibilità di fare offerte via web, altrimenti è inutile.

Sovente, le penne vengono integrate con altro articolo,
orologi, coltelli, tobacciana, ecc. in modo da attirare + gente.

Il luogo deve essere  facilmente raggiungibile e "parcheggiabile".

Mr. (quello che vende le penne a Fabbale) P




Offline Pupa

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #12 il: Gennaio 07, 2011, 01:26:01 am »
Sig. Not quoto il tuo dire e naturalemente quello del "Sardegnolo" (così stavolta mi picchia sul serio....)

forse si dice "sardaiolo" ma non so con quale eccezione...

Online turin-pens

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #13 il: Gennaio 10, 2011, 22:08:57 pm »
Io credo che la maggior parte dei punti evidenziati da Paolo (pedewall) siano realizzabili e senza molta fatica, l'importante è muoversi insieme e non singolarmente o in ordine sparso.
Se non siamo uniti non si combinerà mai nulla, d'altronde l'unione fa la forza.

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Online turin-pens

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Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
« Risposta #14 il: Aprile 25, 2011, 14:54:48 pm »
Ritorno su questo discorso che mi sta molto a cuore perché da italiano mi dispiace moltissimo vedere che i penshow italiani sono almeno secondo me l'ultima ruota del carro e non fanno particolarmente bella figura se paragonati al resto degli eventi europei.
Proprio un paio di giorni fa ho messo online sul portale il resoconto peraltro molto personale di ciò che è stato il penshow di Roma e riporto qui una frase dell'articolo:

"In conclusione, una giornata gradevole, un evento da scrivere negli annali dei Penshow italiani e la soddisfazione visibile sui volti dei collezionisti.
 
Tutto questo a dimostrazione del fatto che se si realizzano eventi pensati con coscienza,  gradevoli alla vista e allo spirito, la risposta dei collezionisti e dei partecipanti anche in Italia può essere di alto livello come nei più blasonati Penshow europei.

Che questa sia la prova del nove che i Penshow italiani quali Milano, Firenze e Bologna debbano essere ripensati profondamente? A voi la risposta."


Una visone troppo personale ed ottimistica oppure corrispondente alla realtà dell'evento? esprimete le vostre opinioni.

 :set2010001:

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