Pennamania by I.F.P.A. - Il network Italiano della Penna Stilografica

PENNAMANIA - Regolamento Forum - Codice Deontologico - Turin Penshow - ASSOCIAZIONE => Codice Deontologico e chiaccherate sul mondo della stilografica => Topic aperto da: turin-pens - Gennaio 04, 2011, 19:41:44 pm

Titolo: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: turin-pens - Gennaio 04, 2011, 19:41:44 pm
Torno su un discorso trattato più volte ma questa volta spero di riuscire a spingere anche i nuovi iscritti ad una partecipazione attiva e non soltanto passiva.
Negli ultimi anni tutti i pen-show italiani a cui ho partecipato si sono dimostrati di dimensioni molto ridotte e con un numero di espositori sostanzialmente ridicolo, fanno eccezione gli eventi del 2007 e del 2008, svolti rispettivamente a Roma e Firenze e ai quali molte persone provenienti anche dall'estero hanno partecipato con discreta trepidazione.

L’ideale sarebbe riuscire a organizzare di nuovo un evento rilevante qui in Italia. Le premesse ci sarebbero tutte, anche per una buona partecipazione internazionale, l’Italia infatti è stato ed è tutt’oggi uno dei più rilevanti paesi produttori di stilografiche ed ha una storia invidiabile con marchi di rilevanza internazionale.

Riusciremo un giorno a mettere da parte le smanie di protagonismo di molti per poter collaborare tutti insieme alla costruzione di un evento che non rimanga unico ma che sia replicabile di anno in anno?
Com'è possibile che un paese come l'Italia che ha una grande tradizione nella produzione, costruzione e realizzazione di penne stilografiche non riesca poi a partorire un evento degno di nota?
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: fabbale - Gennaio 04, 2011, 20:56:48 pm
Uhhhhhhhhh..... bello questo argomento che più volte ho provato ad intavolare anche il altri forum.

Il discorso sarebbe veramente lungo; partiamo magari per gradi con una domanda provocatoria: CONTINUIAMO A CHIAMARLI PEN SHOW, OPPURE LI BATTEZZIAMO ALL'ITALIANA "MERCATINI DI VENDITA E SCAMBIO PENNE"?

A seconda di come li intendiamo, sarà più facile poi declinare le peculiarità di ognuna delle due formule.

PS: possiamo anche intenderli come forma mista.

 :set2010002:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: roberto v - Gennaio 04, 2011, 21:17:30 pm
Quello che sono i pen show italiani, lo sappiamo e lo abbiamo visto, purtroppo.

Personalmente, però, non ho ancora mai partecipato ad uno estero.

Mi piacerebbe leggere qui, da chi invece li ha frequentati, quali siano le cose da "importare" per migliorarli... e vediamo se riusciamo a far qualcosa!
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Pupa - Gennaio 05, 2011, 00:29:37 am
Manca l'informazione..

tralasciando le persone come me che non possono materialmente
volare a piacimento per via dei costi e crisi del lavoro,
la verità è che tutta la produzione italiana di stilografiche è ormai
una nicchia di estremo lusso,
non sono più penne giornaliere e ormai raramente si regalano,
come un tempo, per cresime, promozioni, lauree ect.
Oltre a questo,
giornali, radio e tv non parlano mai delle stilografiche e degli eventi
che ruotano attorno a loro,
non esiste pubblicità e informazione legata a questo mondo
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Wallygator - Gennaio 05, 2011, 11:10:04 am
La domanda, a mio parere, ha purtroppo un'unica risposta: la pecunia.
Infatti, la passione per le penne -soprattutto le antiche-  visti i prezzi che girano in Internet (non ho esperienza di pen-show), se non supportata da un adeguato portafogli, alla fine si smorza, salvo non fare del trading.

Qualcuno di voi avrà provato a fare un budget dei costi da affrontare per ogni pen-show:
1) spese di locomozione;
2) alloggio;
3) vitto;
4) iscrizione ed allestimento stand;
5) varie ed eventuali.

Cercando di contenere i costi al massimo, ritengo che per ogni evento occorra mettere in conto non meno di 500 Euro per persona (quanti ci vanno da soli?). Il tutto viene poi moltiplicato per il numero di eventi in un anno.
Quindi, se voglio  partecipare attivamente ad un pen-show dovrò tener conto di questi costi fissi, oltre alle eventuali spese per acquisti di penne; quanti sono  i comuni collezionisti disposti a ciò, che non ipotizzino un ritorno economico che ripaghi dei costi?
 
Ovviamente, se è andata male una volta, si potrà ripetere l'esperienza una seconda o una terza volta, ma alla fine….di qui il numero via via sempre più ristretto di coloro che si iscrivono.

Altro problema: la pubblicità.
Da quel che ho visto finora, non si può certo parlare di una comunicazione efficace; gli eventi sono pubblicizzati quasi esclusivamente attraverso i vari club od associazioni (oggi anche attraverso i forum), ma comunque la comunicazione è sempre indirizzata ad una cerchia ristretta di persone.
Inoltre, gli eventi sono quasi sempre a sé stanti e non inseriti in manifestazioni collaterali che comportino un'adeguata affluenza di pubblico; come si fa a fare proselitismo se poi si rivedono sempre le stesse persone?

Soluzioni:
a) ridurre il numero di eventi l'anno;
b) inserire gli eventi in manifestazioni che abbiano un richiamo di pubblico anche non direttamente interessato al pen-show.

Probabilmente i costi da affrontare potranno essere più elevati, ma di minore ripetitività; e poiché comunque lo si voglia vedere, a mio parere il pen-show é più che altro dedicato al trading, un maggior afflusso di pubblico anche non direttamente appassionato può comportare maggiori occasioni di business.

 

Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: f.hawks - Gennaio 05, 2011, 11:51:03 am
Io ho vissuto gli ultimi due, bologna decisamente meglio di milano, però si è esaurito il tutto nella mattinata fra gli associati, dal momento dell'apertura al pubblico saranno entrate si e no dieci persone, per me che vado solo per eventualmente comprare non è un problema ma per chi deve recuperare anche dei costi......

 :set2010054:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: fabbale - Gennaio 05, 2011, 15:04:18 pm
Proviamo ad andare per gradi:iniziamo prima a ragionare come utilizzatori/Clienti e dire cosa vorremmo vedere/fare durante un Pen Show e poi dopo proviamo e metterci nei panni di uno/o più Organizzatori che, sentito cosa vogliono i Clienti, provano a metterlo in pratica. In sintesi, facciamo una bella indagine di customer satosfaction e poi dopo un business plan del Progetto.

Allora, come fruitore di un Pen Show a me piacerebbe che:
1. ci fossero tanti tavoli di venditori, possibilmente anche esteri, con penne di tutti i tipi e per tutte le tasche
2. ci fosse uno spazio libero, o che costa poco, dove due clienti/collezionisti possono sedersi, bere un caffè e magari scambiarsi/vendere o anche solo guardarele loro penne, al di fuori quindi del circuito del Pen Show (in questo caso il bravo Tom ha già colto questa richiesta per il suo Pen Show a Roma. COMPLIMENTI!!!!)
3. ci fosse qualche momento dedicato alla illustrazione e spiegazione di come si riparano le penne: cose semplici che tutti possono fare da se come cambiare un sacchetto, pulire una penna, cambiare un pennino etc.etc. Credo che per chi organizza questi momenti, sia anche un investimento su se stesso per poi provvedere invece a restauri o riparazioni più complesse
4. ci fosse anche il modo di fare cultura magari organizzando una mini mostra di pezzi storici e rari evidenziando le caratteristiche principali di ogni pezzo
5. ci fosse la presenza delle principali Ditte Italiane (anche estere) che magari presentano le novità del momento
6. ci fosse anche la presenza di altri collezionsti di altri settori che forse si sposano bene con le penne: orologi, accendini, calamai e cannucce, materiale cartaceo, manoscritti, libri antichi, cartoline e poster pubblicitari....
7.........

Proviamo veramente prima a metterci nei panni di un CLIENTE e poi dopo, vediamo se la cosa è fattibile da organizzare o far organizzare.

 :set2010002:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: pedewall - Gennaio 05, 2011, 23:09:45 pm

Tutto bene quanto precedentemente riportato da Fabio e dagli altri, ma un pens show (che brutto nome, possibile che non si trovi una adeguata denominazione in italiano?) dovrebbe prevedere, oltre gli espositori:
1)   un banco di riparazione delle penne: tutti i visitatori possono portare le proprie stilo e farsi fare un preventivo gratuito di possibile riparazione, da eseguire in un secondo tempo, con scheda preventivo  ed indirizzo dove spedirla;
2)   un banco di probabile valutazione gratuita delle penne portate dagli ospiti (consegnare una scheda con gli indirizzi);
3)   una seppur minima mostra di stilo a tema o generale;
4)   un angolo con monitor e posti a sedere in cui viene riprodotto uno o più filmati autoprodotti sulle stilo o sulla mostra ed anche sulle riparazioni più comuni od altro (ricordo con piacere il filmato che spiegava come trasformare una piuma in una penna utilizzando quell’attrezzo dal nome per me improponibile: mi sembra quill qualcosa);
5)   un angolo in cui qualche artigiano mostra come si produce la carta;
6)   altro angolo in cui l’esperto disegnatore con aerografo dipinge una penna (visto a Firenze);
7)   un tavolo con una orientale (deve parlare almeno inglese) esperta nel disegno dei simboli giapponesi che con pennello o stilografica Sailor con pennello al posto del pennino, “scriva” su carta quello che l’ospite vuole, ad esempio i nomi ( i giovani vanno pazzi per queste cose);
8)    coinvolgere le scolaresche, quindi apertura di sabato e domenica (i bambini portano poi i genitori la domenica);
9)   prevedere la vendita all’ingresso di un piccolo oggetto (tipo penna portachiavi etc.) per qualche euro, con impressa la data dell’evento, oppure il prezzo del biglietto del visitatore comprende uno stampato dello sponsor ed il gadget oltre la tessera di ingresso numerata;
10)   far preceder il tutto da un volantinaggio ed un tam-tam su internet invitando a partecipare i collezionisti delle associazioni di penne di altri paesi.
11)   coinvolgere le case produttrici italiane, una sarà lo sponsor ufficiale e presenterà quello che vuole, le altre potranno avere uno stand.
Queste sono le prime idee, pensando a come coinvolgere il maggior numero di visitatori, quasi tutte copiate da quanto vissuto in altri pen show.
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Pupa - Gennaio 06, 2011, 01:24:21 am
Il termine esiste, ed è molto meglio di quello anglosassone:
"Mostra Mercato" di Penne Stilografiche

o anche "Fiera della scrittura" allargando i concetti?

Dovrebbe funzionare come una piccola fiera,
con tutto quello che ha esposto Paolo
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Ambros - Gennaio 06, 2011, 02:19:14 am
Le idee espresse e le proposte immaginate da Pedewall sono di grande effetto,
e largamente condivisibili; alcune sarebbero anche attuabili senza particolare difficoltà;

peccato che ciò che manca a noi italiani è proprio "l'organizzazione" generale,
intesa come visione d'insieme dell'evento "Mostra-Mercato",
che dovrebbe divenire insieme di eventi finalizzati ad attirare
interesse sulla scrittura in generale.

Ma siamo in Italia: coinvolgere le ditte produttrici? una parola! chi di noi ha gli "appoggi"?
coinvolgere artigiani per la didattica e le riparazioni? con quale loro "tornaconto immediato"?
Riparatori che spiegano i "trucchi del mestiere"? tra noi sicuramente c'è ne sono: ma lo farebbero?
Le scolaresche, ottimo: ma siamo assicurati?

Siamo in pochi e male organizzati: nulla a che vedere con l'estero.....
Direi che, con grande impegno e fatica, si potrebbero attuare i facili punti da 1 a 4,
ma chi organizza il tutto, e con quali mezzi?

(Scusate lo sfogo di puro pessimismo, sarà l'ora tarda, o le abbuffate di questi giorni....)
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: fabbale - Gennaio 06, 2011, 12:33:17 pm
Sig. Not quoto il tuo dire e naturalemente quello del "Sardegnolo" (così stavolta mi picchia sul serio....)

Attenzione però allo sdoppiamento di personalità che ognuno di noi in questo caso rischia.

Credo infatti (come ho già detto), che prima di ogni cosa bisognerebbe fare una lista DA USUFRUITORE, di ciò che vorremmo vedere/fare durante un Pen Show o Mostra Mercato o.... PENNOFILIA DAY.... chiamatelo come vi pare il discorso non cambia.

Ben vengano quindi le riflessioni di Paolo e di altri; dopodichè, saranno problemi di chi vorrà organizzare una giornata di seguire le indicazioni che "I CLIENTI" e i "VISITATORI"  (ovvia la distinzione), hanno fornito.

Non mi pare giusto che io definisca cosa voglio vedere in un Pen Show, me lo organizzo e poi arriva Mr. P mette su un banchino e mi vende le sue penne!!!!!! (naturalmente scherzo).

Ovvio che per me il problema di organizzare un Pen Show accollandosi anche gli opportuni investimenti a cui stiamo tutti facendo riferimento, spetta a chi ne ha veramente un interesse. Quindi se i nostri Amici venditori non si associano per fare un qualche cosa che vada bene a tutti loro ed investano sui loro prospects Clienti, vedremo sempre quello che abbiamo visto fino ad oggi.

A fronte di un progetto serio, presentato con i dovuti tempi, non credo sia difficile coinvolgere le Aziende produttrici e le Istituzione (se servono) in partnership.

 :set2010002:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: pirulazio - Gennaio 06, 2011, 13:47:48 pm
Qualche PS in giro per il mondo l'ho visto,
negli USA ed in Francia per la precisione,
gli eventi sono sempre mastodontici rispetto ai nostri,
almeno 2/3 giorni di durata, a volte anche 4, da giovedì a domenica.

Non manca mai uno sponsor, casa produttrice di penne od articoli correlati, negozio,
il quale, copre molte spese ed offre qualche gadget ad espositori e partecipanti.

Un asta di articoli di scrittura, di solito il sabato attira gente che normalmente non si muoverebbe, serve un bel catalogo, con oggetti di richiamo, pronto almeno 1/2 mesi prima
e l'impossibilità di fare offerte via web, altrimenti è inutile.

Sovente, le penne vengono integrate con altro articolo,
orologi, coltelli, tobacciana, ecc. in modo da attirare + gente.

Il luogo deve essere  facilmente raggiungibile e "parcheggiabile".

Mr. (quello che vende le penne a Fabbale) P



Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Pupa - Gennaio 07, 2011, 01:26:01 am
Sig. Not quoto il tuo dire e naturalemente quello del "Sardegnolo" (così stavolta mi picchia sul serio....)

forse si dice "sardaiolo" ma non so con quale eccezione...
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: turin-pens - Gennaio 10, 2011, 22:08:57 pm
Io credo che la maggior parte dei punti evidenziati da Paolo (pedewall) siano realizzabili e senza molta fatica, l'importante è muoversi insieme e non singolarmente o in ordine sparso.
Se non siamo uniti non si combinerà mai nulla, d'altronde l'unione fa la forza.

 :set2010021:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: turin-pens - Aprile 25, 2011, 14:54:48 pm
Ritorno su questo discorso che mi sta molto a cuore perché da italiano mi dispiace moltissimo vedere che i penshow italiani sono almeno secondo me l'ultima ruota del carro e non fanno particolarmente bella figura se paragonati al resto degli eventi europei.
Proprio un paio di giorni fa ho messo online sul portale il resoconto peraltro molto personale di ciò che è stato il penshow di Roma e riporto qui una frase dell'articolo:

"In conclusione, una giornata gradevole, un evento da scrivere negli annali dei Penshow italiani e la soddisfazione visibile sui volti dei collezionisti.
 
Tutto questo a dimostrazione del fatto che se si realizzano eventi pensati con coscienza,  gradevoli alla vista e allo spirito, la risposta dei collezionisti e dei partecipanti anche in Italia può essere di alto livello come nei più blasonati Penshow europei.

Che questa sia la prova del nove che i Penshow italiani quali Milano, Firenze e Bologna debbano essere ripensati profondamente? A voi la risposta."


Una visone troppo personale ed ottimistica oppure corrispondente alla realtà dell'evento? esprimete le vostre opinioni.

 :set2010001:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Aprile 25, 2011, 16:47:38 pm
Ritorno su questo discorso che mi sta molto a cuore perché da italiano mi dispiace moltissimo vedere che i penshow italiani sono almeno secondo me l'ultima ruota del carro e non fanno particolarmente bella figura se paragonati al resto degli eventi europei.
Proprio un paio di giorni fa ho messo online sul portale il resoconto peraltro molto personale di ciò che è stato il penshow di Roma e riporto qui una frase dell'articolo:

"In conclusione, una giornata gradevole, un evento da scrivere negli annali dei Penshow italiani e la soddisfazione visibile sui volti dei collezionisti.
 
Tutto questo a dimostrazione del fatto che se si realizzano eventi pensati con coscienza,  gradevoli alla vista e allo spirito, la risposta dei collezionisti e dei partecipanti anche in Italia può essere di alto livello come nei più blasonati Penshow europei.

Che questa sia la prova del nove che i Penshow italiani quali Milano, Firenze e Bologna debbano essere ripensati profondamente? A voi la risposta."


Una visone troppo personale ed ottimistica oppure corrispondente alla realtà dell'evento? esprimete le vostre opinioni.

 :set2010001:

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: turin-pens - Aprile 26, 2011, 00:01:03 am
Io invece penso che la causa della morte dei penshow italiani sia più complessa e legata ad una serie di cause le quali in parte sono imputabili ai collezionisti della "vecchia" generazione.
Una delle cause principali ritengo ci sia stata attuata (vuoi per volontà o per mancanza di saper vedere in la nel tempo) da parte dei collezionisti delle vecchia generazione una deformazione storico/economica molto violenta che ha portato (anche attraverso la scrittura di alcuni libri) ad un'eccessiva valutazione di alcuni marchi (valutazione basata sul nulla o poco più) e a tutti quelli che sono attribuiti alla loro sfera produttiva.
Allo stesso tempo c'è stata una denigrazione costante spero involontaria di altri marchi i quali al pubblico sono stati presentati come non degni di essere collezionati.
Così facendo però nel giro di poco tempo il giocattolo si è rotto, poiché il rinnovo generazionale (il quale per forza di cose inizia dal basso) è venuto meno.
Allo stesso tempo, ai collezionisti/divulgatori/commercianti della vecchia generazione è mancata la capacità di affabulare e coinvolgere gente fresca e giovane alla crescita di questo mondo perché nella realtà, erano e sono ancora oggi più interessati a promuovere la propria immagine di portatori di una realtà assoluta, unica, come se fossero unti dal signore.
Questo ha poi messo in moto vuoi come conseguenza involontaria o per comodità della "vecchia guardia" una situazione per cui si "colleziona" non in base a canoni estetici, storici, culturali o affettivi ma semplicemente per questioni speculative per cui una penna è appetibile soltanto se porta tale nome perché un domani la posso rivendere ad un prezzo molto alto altrimenti via tutto nel cassonetto dell'immondizia.
Questo ha ulteriormente allontanato i collezionisti sia dalle penne che dai penshow.

Ora la cosa migliore sarebbe fare pubblica ammenda ammettendo gli errori del passato perpetrati fino ad ora, ammettere che molte cose sono da riscrivere, che le informazioni raccolte nel corso degli ultimi anni hanno ampliato la visione generale e da qui ripartire tutti insieme per costruire un nuovo collezionismo più sano, più giusto e più giovane.

Il penshow di Roma è a mio modesto parere la dimostrazione che se le cose si fanno per bene e con passione i risultati arrivano.

Questa ovviamente è la mia personale visone e opinione per cui non per forza dev'essere condivisibile però mi piacerebbe sapere cosa ne pensano tutti i partecipanti al forum.

 :set2010002:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Aprile 26, 2011, 21:26:55 pm
Io invece penso che la causa della morte dei penshow italiani sia più complessa e legata ad una serie di cause le quali in parte sono imputabili ai collezionisti della "vecchia" generazione.
Una delle cause principali ritengo ci sia stata attuata (vuoi per volontà o per mancanza di saper vedere in la nel tempo) da parte dei collezionisti delle vecchia generazione una deformazione storico/economica molto violenta che ha portato (anche attraverso la scrittura di alcuni libri) ad un'eccessiva valutazione di alcuni marchi (valutazione basata sul nulla o poco più) e a tutti quelli che sono attribuiti alla loro sfera produttiva.
Allo stesso tempo c'è stata una denigrazione costante spero involontaria di altri marchi i quali al pubblico sono stati presentati come non degni di essere collezionati.
Così facendo però nel giro di poco tempo il giocattolo si è rotto, poiché il rinnovo generazionale (il quale per forza di cose inizia dal basso) è venuto meno.
Allo stesso tempo, ai collezionisti/divulgatori/commercianti della vecchia generazione è mancata la capacità di affabulare e coinvolgere gente fresca e giovane alla crescita di questo mondo perché nella realtà, erano e sono ancora oggi più interessati a promuovere la propria immagine di portatori di una realtà assoluta, unica, come se fossero unti dal signore.
Questo ha poi messo in moto vuoi come conseguenza involontaria o per comodità della "vecchia guardia" una situazione per cui si "colleziona" non in base a canoni estetici, storici, culturali o affettivi ma semplicemente per questioni speculative per cui una penna è appetibile soltanto se porta tale nome perché un domani la posso rivendere ad un prezzo molto alto altrimenti via tutto nel cassonetto dell'immondizia.
Questo ha ulteriormente allontanato i collezionisti sia dalle penne che dai penshow.

Ora la cosa migliore sarebbe fare pubblica ammenda ammettendo gli errori del passato perpetrati fino ad ora, ammettere che molte cose sono da riscrivere, che le informazioni raccolte nel corso degli ultimi anni hanno ampliato la visione generale e da qui ripartire tutti insieme per costruire un nuovo collezionismo più sano, più giusto e più giovane.

Il penshow di Roma è a mio modesto parere la dimostrazione che se le cose si fanno per bene e con passione i risultati arrivano.

Questa ovviamente è la mia personale visone e opinione per cui non per forza dev'essere condivisibile però mi piacerebbe sapere cosa ne pensano tutti i partecipanti al forum.

 :set2010002:

Sì, condivido quello che hai scritto e capisco perfettamente a quali libri e quali marchi ti riferisci anche se, signorilmente, non ne hai fatto i nomi.
Il libro, che resta tutt'ora forse il più bello per le fotografie pubblicate, riportava delle valutazioni che, dopo l'euro e dieci e più anni passati sono a tutt'oggi esagerati per il marchio "pompato", mentre per altre marche erano quasi altrettanto sballati per difetto.
Quello che hai evidenziato è comunque, mi pare, un'analisi che offre una spiegazione dell'esplosione delle quotazioni che, in ultima analisi, è ciò che scoraggia il ricambio generazionale.
Non metto in dubbio e sono lieto che il Pen show di Roma abbia avuto successo, cosa in parte spiegabile anche con la rarità di questi eventi. Quello che non so - e che sarebbe davvero un segnale importante - se, oltre ai "soliti" collezionisti, c'erano anche dei semplici curiosi, come mi è capitato di vedere, e forse erano la maggior parte del pubblico,  in tutti i Pen show che ho frequentato tanti anni addietro a Milano, Firenze, Genova, Bologna, eccetera.
 
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: rembrandt54 - Aprile 26, 2011, 22:13:01 pm
Proviamo ad andare per gradi:iniziamo prima a ragionare come utilizzatori/Clienti e dire cosa vorremmo vedere/fare durante un Pen Show e poi dopo proviamo e metterci nei panni di uno/o più Organizzatori che, sentito cosa vogliono i Clienti, provano a metterlo in pratica. In sintesi, facciamo una bella indagine di customer satosfaction e poi dopo un business plan del Progetto.

Allora, come fruitore di un Pen Show a me piacerebbe che:
1. ci fossero tanti tavoli di venditori, possibilmente anche esteri, con penne di tutti i tipi e per tutte le tasche
2. ci fosse uno spazio libero, o che costa poco, dove due clienti/collezionisti possono sedersi, bere un caffè e magari scambiarsi/vendere o anche solo guardarele loro penne, al di fuori quindi del circuito del Pen Show (in questo caso il bravo Tom ha già colto questa richiesta per il suo Pen Show a Roma. COMPLIMENTI!!!!)
3. ci fosse qualche momento dedicato alla illustrazione e spiegazione di come si riparano le penne: cose semplici che tutti possono fare da se come cambiare un sacchetto, pulire una penna, cambiare un pennino etc.etc. Credo che per chi organizza questi momenti, sia anche un investimento su se stesso per poi provvedere invece a restauri o riparazioni più complesse
4. ci fosse anche il modo di fare cultura magari organizzando una mini mostra di pezzi storici e rari evidenziando le caratteristiche principali di ogni pezzo
5. ci fosse la presenza delle principali Ditte Italiane (anche estere) che magari presentano le novità del momento
6. ci fosse anche la presenza di altri collezionsti di altri settori che forse si sposano bene con le penne: orologi, accendini, calamai e cannucce, materiale cartaceo, manoscritti, libri antichi, cartoline e poster pubblicitari....
7.........


Proviamo veramente prima a metterci nei panni di un CLIENTE e poi dopo, vediamo se la cosa è fattibile da organizzare o far organizzare.

 :set2010002:





Condivido in pieno!!
La mia prima esperienza con un Pen Show è stata Roma (città in cui vivo) e quello che secondo me manca, è un modo per ...coinvolgere i neofiti, cioè quelli che non sono del giro.
Voglio dire che è la stessa cosa che si nota nel forum e che è inevitabile in tutti i "circoli": si crea un gruppo che rischia di tenere "alla larga" i novellini che , avendo poca esperienza , hanno il timore di essere "fregati" negli acquisti.
Per cui ben venga un angolo dedicato a loro.
Poi volevo segnalarvi che nel mondo del tiro al piattello (disciplina di cui sono appassionato da 40 anni), in occasione di gare importanti , le marche più famose, come la Beretta, mettono a disposizione un camper attrezzato per la riparazione delle armi o più semplicemente per la loro"messa a punto".

spero di essere stato utile

stefano
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: f.hawks - Aprile 26, 2011, 22:27:54 pm
Ignazio, io ho ricominciato da ottobre: Milano, Bologna e nel 2011  Roma e Firenze. A Roma c'era veramente il "mondo", sarà stato per la pubblicità fatta all'evento, la presenza di personaggi internazionali, la centralità del sito... ti posso assicurare che c'erano famiglie con bambini al seguito incuriositi da tutto quello che vedevano ed ovviamente molti stranieri richiamati dal bel cartello all'ingresso. Sono stati trattati pezzi da diverse centinaia di euro, ma qualcuno (me compreso) è rimasto soddisfatto anche con penne "minori", ho visto Tom (non perchè lo spiavo ma perchè ero spesso a cazzeggiare con Mr.P) vendere anche penne a sfera senza ritegno..... Io non mi pongo tanti problemi in queste occasioni, spesso ho già trattato in precedenza con "loschi" personaggi che bazzicano questo forum e mi limito a ritirare e saldare e/o scambiare, ma a Roma ho trovato e visto tante cosette interessanti a prezzi ragionevoli.
Per quanto riguarda Milano-Bologna-Firenze il discorso è decisamente diverso: il fatto che la mattina l'ingresso è riservato ai soci acps secondo me è limitativo, al momento dell'apertuta al pubblico l'afflusso è veramente basso, quanto meno è stato così a MI e BO, dall'ultimo me ne sono andato dopo le 14,00. Il fatto che il ritrovo è sempre in un hotel, se da una parte logisticamente è utile, secondo me frena poi l'arrivo di altre persone.
Poi da compratore potenziale non capisco una cosa: una penna che a Milano era venduta a 100 perchè a due o più penshow di distanza (ci metto anche trieste ed eventuali presenze all'estero), rimasta invenduta viene riproposta a 130? Capisco il ragionamento "la penna è mia e se non mi date quello che chiedo ci gioco io", però così uno è certo di portare le penne a fare un giro anzichè tentare di venderle.....
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: turin-pens - Aprile 26, 2011, 22:29:04 pm
Citazione

Sì, condivido quello che hai scritto e capisco perfettamente a quali libri e quali marchi ti riferisci anche se, signorilmente, non ne hai fatto i nomi.
Il libro, che resta tutt'ora forse il più bello per le fotografie pubblicate, riportava delle valutazioni che, dopo l'euro e dieci e più anni passati sono a tutt'oggi esagerati per il marchio "pompato", mentre per altre marche erano quasi altrettanto sballati per difetto.
Quello che hai evidenziato è comunque, mi pare, un'analisi che offre una spiegazione dell'esplosione delle quotazioni che, in ultima analisi, è ciò che scoraggia il ricambio generazionale.
Non metto in dubbio e sono lieto che il Pen show di Roma abbia avuto successo, cosa in parte spiegabile anche con la rarità di questi eventi. Quello che non so - e che sarebbe davvero un segnale importante - se, oltre ai "soliti" collezionisti, c'erano anche dei semplici curiosi, come mi è capitato di vedere, e forse erano la maggior parte del pubblico,  in tutti i Pen show che ho frequentato tanti anni addietro a Milano, Firenze, Genova, Bologna, eccetera.
 

Il penshow di Roma è stato un gran bell'evento e come ho scritto nel resoconto che ho pubblicato online nel portale è almeno secondo me l'unico evento organizzato in Italia a cui può essere attribuito il nome di penshow. Non solo ma per la prima volta ho visto i collezionisti/espositori terminare l'evento col sorriso e con un'espressione di gioia indipendentemente dalle vendite/acquisti fatti.
Oltre a questo, la partecipazione di persone esterne o totalmente aliene a questo mondo è stato notevole e continuo per tutta la durata del penshow.
Questi secondo me sono segnali importanti, magari piccoli ma importanti e su questi piccoli germogli investire.
Ma qui invece, tutti pensano a coltivare soltanto il proprio orticello pagandone poi le conseguenze che come possiamo vedere, sono sotto gli occhi di tutti.
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: fabbale - Aprile 27, 2011, 09:37:57 am
Una delle cause principali ritengo ci sia stata attuata (vuoi per volontà o per mancanza di saper vedere in la nel tempo) da parte dei collezionisti delle vecchia generazione una deformazione storico/economica molto violenta che ha portato (anche attraverso la scrittura di alcuni libri) ad un'eccessiva valutazione di alcuni marchi (valutazione basata sul nulla o poco più) e a tutti quelli che sono attribuiti alla loro sfera produttiva.
Allo stesso tempo c'è stata una denigrazione costante spero involontaria di altri marchi i quali al pubblico sono stati presentati come non degni di essere collezionati.
Così facendo però nel giro di poco tempo il giocattolo si è rotto, poiché il rinnovo generazionale (il quale per forza di cose inizia dal basso) è venuto meno.
Allo stesso tempo, ai collezionisti/divulgatori/commercianti della vecchia generazione è mancata la capacità di affabulare e coinvolgere gente fresca e giovane alla crescita di questo mondo perché nella realtà, erano e sono ancora oggi più interessati a promuovere la propria immagine di portatori di una realtà assoluta, unica, come se fossero unti dal signore.
Questo ha poi messo in moto vuoi come conseguenza involontaria o per comodità della "vecchia guardia" una situazione per cui si "colleziona" non in base a canoni estetici, storici, culturali o affettivi ma semplicemente per questioni speculative per cui una penna è appetibile soltanto se porta tale nome perché un domani la posso rivendere ad un prezzo molto alto altrimenti via tutto nel cassonetto dell'immondizia.

RICCARDO, CONCORDO IN PIENO SONO ANNI CHE LO DICO; QUESTO MECCANISMO TEMPO FA MI FECE ALLONTANARE DAL MONDO DEL VINTAGE MADE IN ITALY INDIRIZZANDOMI VERSO LE PENNE STRANIERE. OGGI GRAZIE A PENNAMANIA E A QUALCHE AMICO TROVATO/RITROVATO HO NUOVAMENTE RIPRESO A COLLEZIONARE PENNE ITALIANE.
IL CLIMA E’ CAMBIATO ANCHE SE C’E’ MOLTO DA FARE; SE VOGLIAMO CAMBIARE GENERAZIONE, STA A NOI FARLO….

Voglio dire che è la stessa cosa che si nota nel forum e che è inevitabile in tutti i "circoli": si crea un gruppo che rischia di tenere "alla larga" i novellini che , avendo poca esperienza , hanno il timore di essere "fregati" negli acquisti.

STEFANO E’ VERO QUELLO CHE DICI, C’E’ SEMPRE QUESTO RISCHIO QUANDO SI CREA UN “CLUB”…PERO’ CREDO CHE IN QUESTO FORUM DOVE SI POSSONO VEDERE COSE MAI VISTI NEMMENO NEI “TESTI SACRI”, NESSUNO DI NOI “SE LA TIRA”.
IO PER ESEMPIO HO PUBBLICATO QUASI TUTTA LA MIA COLLEZIONE DI PENNE (PER CONDIVEDERE CON ALTRI QUELLO CHE IN QUESTI ANNI HO RACCOLTO), QUANDO INVECE SAI CHE PER ANTONOMASIA, IL COLLEZIONISTA DI SOLITO E’ MOLTO RESTIO A FAR VEDERE I SUOI “GIOIELLI”. ALTRI AMICI DEL FORUM HANNO FATTO UGUALE, ALTRI DANNO PREZIOSI CONSIGLI E PARERI…INSOMMA COME HO GIA’ DETTO IN ALTRE CIRCOSTANZE, STA ANCHE UN PO’ AL SINGOLO INDIVIDUO PARTECIPARE, ANCHE SE NON HA NEMMENO UNA PENNA.
SE UNO PUBBLICA UNA PENNA SIA RARA CHE DI SCARSO VALORE, TROVERA’ SEMPRE ESTIMATORI, DENIGRATORI, BUONTEMPONI “BATTUTISTI” E VIA DICENDO, MA PARTECIPA, ENTRA NEL GRUPPO.
SE UNO STA “DIETRO LE QUINTE” E LEGGE I POSTS E’ UNA SCELTA, MA E’ DIFFICILE CHE ENTRI POI IN CONTATTO CON I “MATTI” CHE ANIMANO QUESTO FORUM.

Poi da compratore potenziale non capisco una cosa: una penna che a Milano era venduta a 100 perchè a due o più penshow di distanza (ci metto anche trieste ed eventuali presenze all'estero), rimasta invenduta viene riproposta a 130? Capisco il ragionamento "la penna è mia e se non mi date quello che chiedo ci gioco io", però così uno è certo di portare le penne a fare un giro anzichè tentare di venderle.....
QUOTO TUTTO IL FALQUETTO PENSIERO IN QUANTO MEMBRO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA E MI SOFFERMO SU QUESTO ULTIMO PERIODO; LAVORANDO NEL MONDO DEL MARKETING DA PIU’ DI 20 ANNI, OFFRO CONSULENZE GRATIS AI VENDITORI SU POLITICHE COMMERCIALI E DI FIDELIZZAZIONE CLIENTI PERCHE’ QUELLO CHE DICE IL FALCHETTO E’ VERAMENTE L’ANTITESI DEL COMMERCIO.
E’ VERO CHE CERTE REGOLE NEL MONDO DEL COLLEZIONISMO NON ESISTONO, PERO’ E’ ANCHE VERO CHE QUESTA GENTE VIENE AI PEN SHOW PER VENDERE E NON PER FAR VEDERE LE PROPRIE PENNE.
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Aprile 27, 2011, 18:05:52 pm


Mi piacerebbe molto che su questo argomento esprimesse il suo parere Pupa, che è giovane e che, se non sbaglio, si è auto-definita "squattrinata" o qualcosa di simile (al giorno d'oggi purtroppo un binomio di condizioni quasi imprescindibile...)
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Ambros - Aprile 27, 2011, 18:59:26 pm
....il problema deriva sempre dal denaro....

Il Collezionista con la C maiuscola, a mio avviso, è colui che colleziona con passione
materiale che NON vale un tubo, per il puro piacere di scoprire, catalogare, restaurare................

Purtroppo, in giro non c'è ne sono......

Io colleziono da sempre.

Colleziono una vastità assurda di oggetti, e le penne non sono certamente
in posizione privilegiata rispetto ad altri campi nei quali mi diletto.

Quindi ho il "polso" anche di altre branche del collezionismo;
orbene, in tutti i settori che mi interessano, i discorsi che sento
sono del tutto analoghi a quelli che stiamo facendo in questo topic:
.....i vecchi collezionisti......manca il ricambio generazionale......la speculazione.....
.....le rarità che si "creano" ad uso e consumo dei commercianti furbi......
.....il settore è troppo "di nicchia"......non si riesce a coinvolgere i giovani......
.....i prezzi lievitano anche in mancanza di richieste....

Alla base di tutto c'è solo il denaro!
il 90% di quelli che si professano collezionisti non lo sono veramente:
tutti alla ricerca del pezzo "che vale", e comunque sempre un occhio alle valutazioni!

Un discorso a parte va fatto per i Pen Show:
io no so come funzionino all'estero, ma quelli italici sono poca cosa...

Roma è stato bello ed interessante. Ma perché?
Perché era organizzato al centro di una grande città, all'aperto e non in albergo,
in una bella cornice a 200 metri da piazza di Spagna, e nessuno chiedeva ai visitatori di tesserarsi all'ingresso!
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: alfredop - Aprile 27, 2011, 20:16:03 pm
....il problema deriva sempre dal denaro....

Il Collezionista con la C maiuscola, a mio avviso, è colui che colleziona con passione
materiale che NON vale un tubo, per il puro piacere di scoprire, catalogare, restaurare................

Purtroppo, in giro non c'è ne sono......

Io colleziono da sempre.

Colleziono una vastità assurda di oggetti, e le penne non sono certamente
in posizione privilegiata rispetto ad altri campi nei quali mi diletto.

Quindi ho il "polso" anche di altre branche del collezionismo;
orbene, in tutti i settori che mi interessano, i discorsi che sento
sono del tutto analoghi a quelli che stiamo facendo in questo topic:
.....i vecchi collezionisti......manca il ricambio generazionale......la speculazione.....
.....le rarità che si "creano" ad uso e consumo dei commercianti furbi......
.....il settore è troppo "di nicchia"......non si riesce a coinvolgere i giovani......
.....i prezzi lievitano anche in mancanza di richieste....

Alla base di tutto c'è solo il denaro!
il 90% di quelli che si professano collezionisti non lo sono veramente:
tutti alla ricerca del pezzo "che vale", e comunque sempre un occhio alle valutazioni!

Un discorso a parte va fatto per i Pen Show:
io no so come funzionino all'estero, ma quelli italici sono poca cosa...

Roma è stato bello ed interessante. Ma perché?
Perché era organizzato al centro di una grande città, all'aperto e non in albergo,
in una bella cornice a 200 metri da piazza di Spagna, e nessuno chiedeva ai visitatori di tesserarsi all'ingresso!

Quoto tutto, soprattutto l'ultimo periodo.

Alfredo
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: roberto v - Aprile 27, 2011, 22:39:36 pm
Certo che parlare di "ingresso libero" a partire dal pomeriggio quando poi alle 13.00 la maggior parte degli espositori se la filano tutti... è ancora più controproducente!

Se il problema è solo di carattere fiscale, basterebbe far "pagare" l'entrata (o l'associazione) 1 Euro, magari offrendo un gadget (che potrebbe anche essere, che so, la fotocopia di un vecchio catalogo di penne) e così si salvano capra e cavoli.

Sicuramente la location in un albergo è più comoda in caso di brutto tempo (se a Roma avesse diluviato non so se il pen show sarebbe stato altrettanto piacevole) ma di contro non invoglia certo il pubblico occasionale ad entrare a vedere - specie se non è ben pubblicizzato all'esterno.

Comunque, aggiungo una piccola nota: pare che anche i venditori d'oltreoceano abbiano la stessa abitudine di sparare cifre esagerate quando pensano che l'acquirente sia ignaro. Per una sia pur molto rara Eversharp mi son sentito chiedere 2500 Eurini, quando un altro affidabile venditore offre la sorella gemella sul suo sito a 1500 dollari...
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Aprile 28, 2011, 12:07:53 pm
....il problema deriva sempre dal denaro....

Il Collezionista con la C maiuscola, a mio avviso, è colui che colleziona con passione
materiale che NON vale un tubo, per il puro piacere di scoprire, catalogare, restaurare................

Purtroppo, in giro non c'è ne sono......

Io colleziono da sempre.

Colleziono una vastità assurda di oggetti, e le penne non sono certamente
in posizione privilegiata rispetto ad altri campi nei quali mi diletto.

Quindi ho il "polso" anche di altre branche del collezionismo;
orbene, in tutti i settori che mi interessano, i discorsi che sento
sono del tutto analoghi a quelli che stiamo facendo in questo topic:
.....i vecchi collezionisti......manca il ricambio generazionale......la speculazione.....
.....le rarità che si "creano" ad uso e consumo dei commercianti furbi......
.....il settore è troppo "di nicchia"......non si riesce a coinvolgere i giovani......
.....i prezzi lievitano anche in mancanza di richieste....

Alla base di tutto c'è solo il denaro!
il 90% di quelli che si professano collezionisti non lo sono veramente:
tutti alla ricerca del pezzo "che vale", e comunque sempre un occhio alle valutazioni!

Un discorso a parte va fatto per i Pen Show:
io no so come funzionino all'estero, ma quelli italici sono poca cosa...

Roma è stato bello ed interessante. Ma perché?
Perché era organizzato al centro di una grande città, all'aperto e non in albergo,
in una bella cornice a 200 metri da piazza di Spagna, e nessuno chiedeva ai visitatori di tesserarsi all'ingresso!

Quoto tutto, soprattutto l'ultimo periodo.

Alfredo

Quoto, quoto, quoto! Hai ragione da vendere.
Cito un esempio: un amico, purtroppo scomparso, diversi anni fa si era "inventato" una sua collezione: raccoglieva le torce a dinamo. Quelle che ora fabbricano i cinesi utilizzando i led, avevano un'insospettabile diffusione negli anni della seconda guerra, e ne aveva raccolto una quantità incredibile: in Italia ne venivano fabbricati decine di tipi, in allumino od in bakelite, tantissime altre venivano prodotte in Francia, altre ancora in Svizzera, ma anche in Germania, Inghilterra, nell'Est Europa ed in America.
Chi le vendeva le quotava "a sentimento" e spesso si contentava di pochi soldi, mancandone una vera e propria richiesta. Ancora oggi, malgrado internet, la situazione non è molto cambiata; però c'è una fondamentale discriminante: basta che il venditore le proponga (realtà o fantasia che sia) come "torcia in dotazione all'esercito xy" che lo stesso identico oggetto, da "cane sciolto" qual'era, entri nel dominio del "militaria". Ciò è sufficiente a far sì che quotazioni come per magia schizzano alle stelle!   
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Wallygator - Aprile 28, 2011, 12:33:43 pm
Parafrasando gli Abba: "money,money...always funny is the rich man's world" :set2010021:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: turin-pens - Aprile 28, 2011, 12:33:50 pm
Io sono dell'idea che un minimo di commercio "se fatto bene" contribuisce in senso positivo al mondo del collezionismo, indipendentemente da ciò che si colleziona.
Non dimentichiamoci che la parte economica tanta o poca che sia, comunque sia gratifica sia il compratore che il venditore.
Ovviamente come scritto sopra deve tutto avvenire in modo cristallino e che la compra-vendita mette anche in moto un micromondo che spesso ci rende la vita più facile nel trovare questo o quell'oggetto.
Or invece tornando al tema portante del topic secondo me bisogna sottolineare alcune cose. Prima di tutto se è vero che ad un penshow è possibile trovare lo stesso modello di penna a prezzi differenti a pochi banchi di distanza è altrettanto vero che nessuno ci obbliga a comprare e che tutti siamo abbastanza smaliziati da capire quale delle due è più o meno in ordine.
E' anche vero che esiste sempre lo spirito di contrattazione e che questo almeno secondo me fa parte del mondo dei penshow.

Il problema maggiore, lo può incontrare chi essendo privo di esperienza ma pieno di passione e magari qualche soldino possa fare in buona fede degli acquisti che poi potrebbero risultare delle "sole" di prima categoria.
Sono dell'idea che in questo caso, sarebbe utile se nei penshow fosse istituita una sorta di tutore che accompagnando i novizi fosse in grado di spiegare e far notare le differenze tra una penna e l'altra e tra un buon acquisto ed uno negativo.
D'altronde è la stessa cosa che nel forum mi sono prefissato di ottenere con la sezione penne su ebay, aperta apposta per segnalare a chi è agli inizi cosa è interessante e a quale prezzo.
Ora mi pare che almeno in parte questo è stato raggiunto e ottenuto.

Ovvio che pur facendo i penshow ad accesso libero, non siamo noi a introdurre e guidare i neofiti all'interno di questo mondo, essi così come sono entrati, in brevissimo tempo ne usciranno.

Condivido in oltre l'idea di Fabbale di poter avere un posto all'interno del penshow dove potersi sedere, parlare e condivide le proprie idee al di fuori del circuito commerciale tipico del penshow. Istituire una sezione tipo circolo letterario ma aperto a tutti potrebbe fare soltanto che bene.

Certo che per fare tutto questo e ottenere qualche risultato bisogna che tutti pensassero un pochino meno al proprio orticello e un pochino di più alla "comunità"
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: rembrandt54 - Aprile 28, 2011, 19:37:40 pm
Ritorno su questo discorso che mi sta molto a cuore perché da italiano mi dispiace moltissimo vedere che i penshow italiani sono almeno secondo me l'ultima ruota del carro e non fanno particolarmente bella figura se paragonati al resto degli eventi europei.
Proprio un paio di giorni fa ho messo online sul portale il resoconto peraltro molto personale di ciò che è stato il penshow di Roma e riporto qui una frase dell'articolo:

"In conclusione, una giornata gradevole, un evento da scrivere negli annali dei Penshow italiani e la soddisfazione visibile sui volti dei collezionisti.
 
Tutto questo a dimostrazione del fatto che se si realizzano eventi pensati con coscienza,  gradevoli alla vista e allo spirito, la risposta dei collezionisti e dei partecipanti anche in Italia può essere di alto livello come nei più blasonati Penshow europei.

Che questa sia la prova del nove che i Penshow italiani quali Milano, Firenze e Bologna debbano essere ripensati profondamente? A voi la risposta."


Una visone troppo personale ed ottimistica oppure corrispondente alla realtà dell'evento? esprimete le vostre opinioni.

 :set2010001:

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
Complimenti....analisi perfetta !!!
Forse siamo noi Italiani che abbiamo questa....particolarità;
anche quando andiamo all'estero, i tedeschi prima di entrare in un ristorante, ne guardano 10, leggono i menù con i prezzi, e solo dopo scelgono!!
Noi. siccome siamo in ferie, ci importa una...seppia (come dicono in Toscana)
stefano
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Aprile 28, 2011, 20:00:21 pm

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
[/quote]
Complimenti....analisi perfetta !!!
Forse siamo noi Italiani che abbiamo questa....particolarità;
anche quando andiamo all'estero, i tedeschi prima di entrare in un ristorante, ne guardano 10, leggono i menù con i prezzi, e solo dopo scelgono!!
Noi. siccome siamo in ferie, ci importa una...seppia (come dicono in Toscana)
stefano
[/quote]

Grazie Stefano, mi fa molto piacere che tu condivida il mio pensiero, forse un pò brutale, forse scomodo, ma sincero.
Boja de'! (come dicono a Livorno)
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: fabbale - Aprile 30, 2011, 11:44:00 am

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
Complimenti....analisi perfetta !!!
Forse siamo noi Italiani che abbiamo questa....particolarità;
anche quando andiamo all'estero, i tedeschi prima di entrare in un ristorante, ne guardano 10, leggono i menù con i prezzi, e solo dopo scelgono!!
Noi. siccome siamo in ferie, ci importa una...seppia (come dicono in Toscana)
stefano
[/quote]

Grazie Stefano, mi fa molto piacere che tu condivida il mio pensiero, forse un pò brutale, forse scomodo, ma sincero.
Boja de'! (come dicono a Livorno)

[/quote]

Veramente, per la precisione e a tutela dell'Accademia della Crusca si dice:

AMME, M'IMPORTA 'NA BELLA SEGA!!!

Per il veranacolo livornese siamo sulla buona strada, mi sempri un BER BUODIULO, bravo

 :set2010078:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Aprile 30, 2011, 13:12:49 pm

Provo a dire la mia sull'argomento, che credo sia una delle facce di un problema più generale.
Ormai sono tanti anni che colleziono e m'interesso di penne ed ho vissuto una fase di espansione di questo tipo di collezionismo, alla quale è seguita e sta perdurando una fase di contrazione. Nella fase di espansione fiorivano i pen show, che ora sono quasi scomparsi.
Perché?
A mio avviso perché manca il ricambio generazionale, specialmente dei giovani, scoraggiato da un mercato dove sempre più ristrette sono le categorie delle penne ricercate, che raggiungono quotazioni stratosferiche, a dispetto di altre, sempre più snobbate.
Le case costruttrici, anche loro, fanno del loro meglio per scoraggiare i nuovi potenziali adepti: pensiamo alla Montblanc, che sforna in continuazione serie limitate dal costo di migliaia di euro. Quale può essere il messaggio ad uno studente squattrinato o ad un giovane con un impiego precario, se non quello: "la vedi questa penna? Bella vero? Bene, tu non la potrai mai avere. E neppure quella che uscirà tra due mesi. E men che meno quelle uscite in passato. Mettiti pure l'anima in pace.
Scoraggiante. Come scoraggiante è vedere una banale Omas degli anni '60 quotata diverse centinaia di euro, un'Ancora junior costare l'equivalente di una mensilità da precario. Serve una passione veramente grande per collezionare penne che i collezionisti "grandi" snobbano. Chi lo fa ha tutta la mia simpatia ed ammirazione.
Il giocattolo l'ha rotto chi ha iniziato ad essere disponibile ad aprire il portafogli senza remore, innescando gli spietati meccanismi della legge della domanda e dell'offerta in un mercato senza freni, dove quando uno si ferma di fronte ad un prezzo ritenuto esagerato, c'è pronto qualcun'altro che ha posto il suo limite un pò più avanti. Se per reddito o per morale fa poca differenza.
Era inevitabile che finisse così, credo che la strada sia la stessa già percorsa da altri generi di collezionismo.
La logica conseguenza è quella che ai Pen show, ne bastano pochissimi, lo stesso ristretto giro di collezionisti si compri e si venda le penne tra di loro.
A scanso equivoci, non intendo ergermi a moralista, essendo in buona sostanza ingranaggio del meccanismo.
Era inevitabile che finisse così.
Complimenti....analisi perfetta !!!
Forse siamo noi Italiani che abbiamo questa....particolarità;
anche quando andiamo all'estero, i tedeschi prima di entrare in un ristorante, ne guardano 10, leggono i menù con i prezzi, e solo dopo scelgono!!
Noi. siccome siamo in ferie, ci importa una...seppia (come dicono in Toscana)
stefano

Grazie Stefano, mi fa molto piacere che tu condivida il mio pensiero, forse un pò brutale, forse scomodo, ma sincero.
Boja de'! (come dicono a Livorno)

[/quote]

Veramente, per la precisione e a tutela dell'Accademia della Crusca si dice:

AMME, M'IMPORTA 'NA BELLA SEGA!!!

Per il veranacolo livornese siamo sulla buona strada, mi sempri un BER BUODIULO, bravo

 :set2010078:
[/quote]

No, scusa, "M'importa 'na bella.... ecc." sarebbe stato offensivo; io volevo esprimere a Stefano la mia simpatia per avere condiviso il mio pensiero.
Se avessi con lui la confidenza necessaria, più adeguato sarebbe stato: "Bel mi' palle! E dici proprio bene, natodancane!" 
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: f.hawks - Aprile 30, 2011, 13:19:39 pm
Ignazio, cortesemente avrei bisogno del tuo atto di nascita per far partire le pratiche per la naturalizzazione....

potta, budiulo e ponci.......ovvai giù

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Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Aprile 30, 2011, 13:54:33 pm
Ignazio, cortesemente avrei bisogno del tuo atto di nascita per far partire le pratiche per la naturalizzazione....

potta, budiulo e ponci.......ovvai giù

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In effetti la cittadinanza labronica ad honorem, la potrei pure meritare: A) per origini; B) per aver assiduamente seguito "Il Vernacoliere" negli anni ruggenti, a mio parere terminati con la perdita del Borzacchini....
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: fabbale - Aprile 30, 2011, 14:01:55 pm
Ignazio, cortesemente avrei bisogno del tuo atto di nascita per far partire le pratiche per la naturalizzazione....

potta, budiulo e ponci.......ovvai giù

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potta, budiulo e ponci....... E VEDI 'OME TI 'ONCI
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Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: rembrandt54 - Maggio 01, 2011, 22:51:57 pm
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Maggio 02, 2011, 14:25:13 pm
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano
Gentilissimo.
Naturalmente sei ricambiato.
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Ambros - Maggio 02, 2011, 17:52:12 pm
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano
Gentilissimo.
Naturalmente sei ricambiato.

Va beh, ragazzi,
baciatevi pure senza ritegno,
fate finta che noialtri non esistiamo........ :set2010080:
Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: Giuseppe Tubi - Maggio 02, 2011, 20:43:04 pm
caro Ignazio,
prenditi pure la confidenza...è un vero piacere !!!
stefano
Gentilissimo.
Naturalmente sei ricambiato.

Va beh, ragazzi,
baciatevi pure senza ritegno,
fate finta che noialtri non esistiamo........ :set2010080:
Oh! Bimbi, andiamoci di molto, ma di molto pianino: un richiamo a tornare sull'argomento del topic, lo accetto e lo condivido pure: a me giusto mi garba il topic.
E chi vole intende, intenda

Titolo: Re: LA MORTE DEI PENSHOW ITALIANI
Inserito da: turin-pens - Maggio 02, 2011, 21:07:43 pm
Si sarebbe meglio tornare in linea con il discorso originario del topic.

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